La finestra gialla [parte prima]

in #ita6 years ago (edited)

1. Ricordi

L'aroma di caffè era sparso per tutta casa.
Liz osservava un uccellino nella fontanella in giardino, e pensava.
Pensava a quando era ragazzina e quanti sogni da quella finestra lei e sua sorella avevano visto sfumare.
Quando erano morti i loro genitori, lei e Federica, la sorella, avevano deciso di comune accordo che lei e alla sua famiglia si sarebbero trasferiti in quella casa, invece di venderla. Federica ormai era in America da molti anni, e lei e la sua famiglia si trasferirono in quella casa qualche mese dopo il funerale del padre. La madre era morta qualche anno prima.
Pensava a quante volte lei e la sorella, da quella stessa finestra, spiavano i vicini e immaginavano le loro vite.
Le due sorelle erano famose nel quartiere, erano state soprannominate le gentil donzelle, perché erano solite passeggiare per le strade chiacchierando un po' con tutti, sempre sorridenti e pronte ad aiutare i bisognosi.
Era un quartiere povero il loro all'epoca, e aiutarsi tra vicini era cosa di tutti i giorni; ma con loro era cresciuto anche quel piccolo quartiere di poche e semplici case, aveva visto l'arrivo della tecnologia e il boom demografico, ora era diventato il fulcro di un grande paese.
Aiutarsi tra vicini non era più cosa normale, anzi, era proprio il contrario. E lei odiava questa cosa.
Lei e Federica erano scappate molto presto da quel paese che le opprimeva. Avevano voglia di scoprire il mondo, di vedere cosa c'era fuori da quelle campagne, di incontrare gente nuova.. Avevano viaggiato in lungo e in largo, fino a fermarsi solo da adulte; Federica si era stabilita a Los Angeles, era diventata avvocato, mentre lei era tornata in Italia, nella sua città per accudire la madre che stava poco bene. Era la maggiore, era compito suo. Passava le giornate tra accudire i bambini nel nido dove lavorava come maestra, e tornare a casa per accudire la madre malata. Il padre, anche se non ancora anziano, non aveva preso bene la notizia della malattia della moglie, e passando le giornate seduto nel divano, ormai in pensione, non le era d'aiuto.
All'inizio le era pesato molto tornare, aveva solo ventitré anni, voleva molto bene a sua madre e ai suoi genitori, ma dopo aver vissuto in lungo e in largo, quella realtà le era sembrata più incatenante che mai.
Fino al giorno che conobbe Massimo, l'infermiere mandato dall'ospedale ad aiutarla ad accudire la madre.
Era stata una boccata d'aria fresca, un amore improvviso e passionale che ben presto si era trasformato in matrimonio. Dopo la morte della madre si erano trasferiti in un'altra casa, non troppo lontano dal padre.
Alla morte del padre, avvenuta solo l'anno dopo, lei, suo marito e il loro bambino appena nato, si erano trasferiti in quella casa.
Erano ormai passati tanti anni da quel giorno. Stavano per festeggiare vent'anni di matrimonio e i tre figli, soprattutto su iniziativa del maggiore, stavano preparando una festa per quel fine settimana.

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La finestra gialla, Cc0, fonte

Ma Liz quella mattina correva indietro nel con i suoi pensieri. Fissava la finestra in alto della casa di fronte. Una casa fuori dall'ordinario, era azzurra cielo e aveva quella finestra giallo limone. Tutte le case del vicinato o erano bianche o erano giallognole.
Si ricordava molto bene il momento in cui la famiglia greca che ci si era trasferita aveva dipinto quelle pareti.
Nessuno però si avvicinava a quella casa, tanto meno ai suoi abitanti. Erano gli strambi, i diversi.
Anche la famiglia che ci viveva però non aiutava a dissipare queste malelingue. Non si vedevano mai. I genitori lavoravano fuori città, il figlio andava a scuola anch'esso fuori città.
Lei e Federica passavano interi pomeriggi a immaginare la vita di quella famiglia, a volte dalla finestra, a volte sedute a bordo della fontanina in giardino.
Si ricordava molto bene la mattina, una domenica di primavera, un cui videro il signor Galynaris e il figlio dipingere le mura di quella casa.
Nessuno, a parte Federica, sapeva che lei quel giorno si era segretamente innamorata di quel ragazzo.
Si trovava spesso ad osservare quella casa e quella finestra, e talvolta lo intravedeva, qualche volta i loro sguardi persino si incrociavano.
Ma il suo era un amore fugace, spensierato, un'amore sognatore. Era giovane, molto giovane, a quell'età l'amore è ancora una nuvoletta nell'aria piena di farfalline e stelline colorate.
Con il passare del tempo la curiosità e l'amore per quel ragazzo si era assopita, ma non scomparsa. Non le era mai capitato di parlarci, anzi, nemmeno mai l'aveva incontrato, se non tramite quegli sguardi attraverso le finestre. Con la sorella avevano passato intere sere, prima di andare a letto, ad immaginare incontri romantici e baci sfuggevoli dati sotto il salice piangente nel loro giardino.
Poi erano cresciute ed erano partite, e quella casa e quell'amore erano diventati solo uno tra i tanti ricordi d'infanzia.
Quando era tornata ad accudire la madre quella casa era vuota, non vi abitava più nessuno. E lei aveva dimenticato tutto.
Ma quella mattina, osservando quella casa, aveva ripensato a quelle chiacchierate sottovoce fatte tra i cuscini con la sorella, a quelle speranze immaginarie, a quei sogni romantici che l'avevano seguita per diverse stagioni.
Era assorta ancora in quei pensieri quando entrò suo marito.
"Sai che l'hanno comprata quella casa?" le disse versandosi il caffè.
Liz si voltò verso di lui. Sentiva le guance prendere calore, non sapeva perché, ma si sentiva quasi imbarazzata dai pensieri che stava facendo. Erano solo ricordi, ma nello stomaco qualcosa quei pensieri le avevano smosso.
Tornò a guardare verso la casa e si accorse solo in quel momento che il cartellone Vendesi davanti al cancello era sparito.
"L'ha comprata un certo Galynaris mi hanno detto al bar, dicono che è gente strana, meglio non immischiarsi. Gente che già aveva vissuto qui in paese. Ti dice niente quel cognome tesoro?"
Le diceva molto quel nome, ed era proprio una strana coincidenza, uno scherzo del destino, che proprio quella mattina avesse pensato a quella famiglia e a lui.
Quel qualcosa allo stomaco si fece più mordente.
"No, non mi dice niente" gli rispose guardando la finestra gialla.


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Sort:  

Un tuffo al cuore, un cognome corrispondente, qualcosa che forse ritorna prepotente dal passato, cosa ci riserverà questa riproposizione da tempi che ormai sembravano irrimediabilmente trascorsi??
Aspettiamo l'evolversi dei fatti....

Chissà..questa storia mi gira in testa da giorni, ma ho dovuto dividerla perché ci sono strade diverse che lottano dentro la mia testa per emergere, devo capire quale seguire! :)
Grazie mille del tuo prezioso commento!

Quante finestre gialle nel mondo..

In realtà l'avevo pensata al contrario, finestra blu ..poi,onestamente, su pixabay cercavo l'immagine di una finestra e questa mi ha colpito, quindi ho invertito i colori.
Rimane comunque un concetto, per me, affascinante. La finestra..

LEt me in è sempre un concetto interessante.

Ma è una tua storia? è scritta davvero bene e mi ha lasciato la curiosità di vedere come va avanti! :-)

Si @rosemery!
Cercherò di mettere un po' di chiarezza tra le mie idee e scrivere la seconda parte!
Grazie mille per questo tuo commento incoraggiante!

Anche io sono curioso di sapere come va avanti.

:) stay tuned!

Che storia gentile, dipinta delicatamente, un tunnel di ricordi, che risucchia nel passato ma che rischia di travolgere il presente... Attendo la seconda parte!

U.u grazie mille per il tuo commento gentile! Seconda parte già la puoi trovare.. Sto scrivendo il terzo capito, ma ancora un po' di tempo mi serve per elaborare le idee che mi frullano in testa :P

Ottimo, io leggo in ordine di tempo, ecco perchè arrivo tardi! Leggerò al più presto i prossimi post!

Ma figurati, l'importante è leggere :)

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