Discendenze

in #ita5 years ago

Kyoto, 2018

Kaito prese il telefono e scrisse un messaggio su whatsapp alla madre.

Sono uscito da scuola. Vado a studiare da nonna. Torno per cena. 😘

Mise il telefono in tasca e corse con la sua bici a casa della nonna.
In realtà non andava per studiare, o meglio, non per studiare quello che pensavano i suoi genitori.
Si stava laureando in legge, i suoi genitori volevano che diventasse avvocato. Non che la materia non lo interessasse, era pure bravo e aveva ottimi voti, ma non era la sua passione. La sua passione era la musica. Lui voleva suonare la batteria. Ma suo padre in particolar modo non apprezzava affatto e gli aveva vietato qualsiasi studio in materia, anche solo come hobby.
Fu all'età di quindici anni che sua nonna gli fece il più bel regalo della sua vita.
Nella sua casa, dall'altra parte della città, aveva creato, all'insaputa del figlio e della nuora, un'apposita stanza per lui, insonorizzata e con una batteria tutta sua. Erano anni ormai che nel pomeriggio, grazie all'aiuto della nonna, non solo economico, prendeva lezioni di musica. Non solo l'insegnante gli insegnava a suonare la batteria, ma dedicavano parte della lezione a studiare la musica in generale.
Sua nonna gli diceva sempre che la musica ce l'aveva nel sangue, che la sua famiglia discendeva da una famiglia nobile di suonatori, ma soprattutto lui portava il nome di un antico antenato che con le bacchette aveva stregato l'intero popolo.
"Usate strumenti diversi, ma entrambi avete tra le mani le bacchette" gli diceva sempre "devi sempre assecondare il tuo cuore piccolo mio e i tuoi desideri, è il tuo sangue che chiama la musica".

Anche quel pomeriggio Kaito ebbe la sua lezione e prima di andare a casa per cena la nonna lo chiamò in giardino.

"Mio prezioso suonatore, tieni, ho trovato questi per te." gli disse progendogli alcuni libri. Dall'aspetto molto antichi.
"Cosa sono nonna?"
"Sono storie perdute oramai, ma la mia famiglia le ha sempre conservate. Fanno parte della nostra discendenza, raccontano ciò che eravamo. Qui troverai alcune storie su quel ragazzo, Kaito, di cui ti ho spesso parlato."
"Grazie nonna. Lo leggerò stasera stesso. Ci vediamo tra due giorni" le diede un rapido bacio e scappò via.

Qualche pomeriggio successivo, dopo la scuola, Kaito chiese alla sorella più grande, l'unica che lo appoggiava nella sua passione e l'unica a conoscere il suo segreto con la nonna, di raggiungerlo dalla nonna.

L'insegnante era andato via e lui si stava esercitando a suonare Endless Rain degli X Japan, il suo gruppo preferito.
"Kaito, dimmi. Che c'è?" disse sua sorella entrando nella stanza.
"Ieri la nonna mi ha dato questi. Sono racconti, testimonianze, della nostra famiglia, dei nostri antenati. Ci sono storie di Kaito. Sono stata tutta la notte a leggerle e rileggerle. Sono...sono veramente splendide!"
Sua sorella chiuse la porta e si sedette accanto a lui, sfogliando quelle vecchie e fragili pagine.
Una storia in particolare aveva colpito Kaito e le chiese di leggerla a voce alta. Si sedette sul pouf davanti la batteria e si perse nei meandri della sua mente, accompagnato dalla voce della sorella, che sembrava quasi cantare quelle parole...


Kyoto, 1208

"Sei pronto figlio mio. Manca un mese alla cerimonia. Starai qui, col maestro Daisuke che ti insegnerà le ultime cose." disse la madre accarezzandogli la guancia.
"Va bene madre" rispose Kaito seguendo il maestro.
Aveva da poco compiuto quindici anni quando il padre, l'imperatore Kamakura, aveva mandato i suoi sudditi a prenderlo per riportarlo a casa. Studiava e viveva alla Gaguku Ryo, l'accademia imperiale della musica, da quando aveva otto anni e non tornava a casa ormai da anni, ma era arrivato il momento di metterlo alla prova e di farlo entrare ufficialmente nella società.
L'occasione giusta sarebbe avvenuta il mese dopo al suo rientro, durante una festa popolare, una celebrazione che si teneva in onore di Inari, la dea del riso.

Il mese passò velocemente e Kaito era sempre più agitato. Aveva suonato molte volte davanti ad un pubblico ma mai aveva suonato ad una celebrazione, men che meno ad una così importante.
Avrebbero offerto la loro musica e la loro danza alla dea in modo che Ella favorisse la prosperità, l'abbondanza e la buona fertilità dei loro campi.

Era un evento molto importante sia a corte che fuori. Ma nel palazzo imperiale lo era ancora di più. La madre Misaki, moglie dell'imperatore, avrebbe danzato la Mikagura, antica danza sacra sciamanica. Mentre lui, Kaito, figlio primogenito dell'imperatore, l'avrebbe accompagnata suonando il * primo Taiko*, il primo tamburo costruito, custodito gelosamente da generazioni dalla famiglia Kamakura.

La sera della cerimonia Kaito e sua madre era bellissimi.
Sua madre era completamente nuda, con solo dei fiori di loto bianchi a coprirle il sesso. Mentre il giovane Kaito, anch'esso nudo, era stato ricoperto da un semplice strato di cera, che gli disegnava lungo tutto il corpo una possente volpe bianca, simbolo della dea.

La cerimonia iniziò come da consuetudine, con la madre che evocava la dea, mentre Kaito suonava come da tradizione le solite note.

Taratatà Taratatà Taratatà

Quando ad un certo punto, si narra, il giovane si sia fermato un attimo, cambiando melodia, scrivendo nuove note, nuova musica.

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Immagine Creative Commons cc0, fonte

Doom Doom Doom Doom

Si racconta che all'improvviso le sue bacchette si siano illuminate di una strana luce bianca e che sia apparsa Benzaiten, dea della Musica. Talmente estasiata da quella nuova melodia si sia palesata e messa a danzare con Inari e Misaki.

Doom Doom Doom Doom

La cerimonia proseguì e terminò con maggiore energia e gioia. Finché le due dee sparirono con il loro miglior augurio.

Si racconta che quell'anno fu l'anno in assoluto più abbondante mai visto in tutto il Giappone. E non ne furono colpite solo le coltivazioni di riso, bensì tutte le coltivazioni. Regalando un annata d'oro. E fu così per ogni anno della sua vita, fino alla sua scomparsa quasi cinquant'anni dopo quella cerimonia.

Negli anni il giovane musicista venne ricordato con il nome di Kaito dalle bacchette miracolose e il suo nome venne dato alla musica da lui creata, entrando per sempre nella cultura giapponese.


Partecipo con questo racconto al theneverendingcontest n° 10 S5-P2-I1 di @spi-storychain.
Tema:
Musica
Ambientazione:
Giappone


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Your post will be shared in my daily report :)

Thanks!

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mi piaceeeeeeee, brava! taglio originale e scorrevolissimo un abbraccio.

Grazie mille!!! 😁

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Veramente un bel racconto😊! Un saluto kork75 🤗 Sayonara 🎌😂

Grazie! Kansha! :D

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Sempre brava e molto valida nelle tue narrazioni, come questo post odierno, davvero ben realizzato e strutturato, grande @pawpawpaw

Grazie mille! Sei sempre gentile! :) e sempre presente.

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Stupendo come sempre il tuo modo di raccontare, sono sempre molto ipnotizzata dai tuoi testi. Bravissima, poi l'ambientazione mi è molto cara!

Sono felicissima che ti sia piaciuto! :)

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Un racconto nel racconto, che splendida idea! La musica come filo conduttore attraverso i secoli, un passaggio segreto per scoprire se stessi e seguire le proprie passioni.
...mi resta il dubbio: hai preso spunto da leggende esistenti? Se hai inventato tutto tu, complimenti, una leggenda che non ha nulla da invidiare ai miti "ufficiali" esistenti.

La leggenda l'ho inventata io. ^_^
Mentre nomi (dee, posti, strumenti e danze) sono veri così come il rito si teneva sul serio, anche se i dettagli della celebrazione li ho creati io. :)

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Bello, non li conoscevo affatto!

Sono molto contenta di aver apportato qualcosa in più :)

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