Cartoline Speciali

in #ita6 years ago

Greta si trovava a Berlino insieme alla figlia Matilde. Sua figlia aveva trent'anni, era un ingegnere ed era sola. Aveva scelto il lavoro sacrificando tutto il resto della sua vita.
Ma era felice, gestiva un gruppo di ingegneri che si sarebbero dovuti occupare di un grande progetto che avrebbe unito la Germania all'Italia.
Era un progetto top secret e neanche a lei aveva raccontato molto, ma in compenso le aveva chiesto di accompagnarla. Come del resto faceva nei suoi viaggi negli ultimi sei anni.
Greta ne era molto felice non solo perché passava più tempo con sua figlia, ma anche perché visitava posti che non aveva mai visto.
Aveva sessantacinque anni e nonostante qualche acciacco dovuto alla vecchiaia, era ancora molto attiva.
Quando la figlia andava alle riunioni o mancava intere giornate per lavoro, lei si armava di Google Maps e girava per le città.
Le ci era voluto un po' per imparare quella app, con il nuovo smartphone che le aveva regalato il nipote, figlio dell'altra sua figlia, Stefania. Ma alla fine, con pazienza, ce l'aveva fatta e ora era bravissima a muoversi per le città.

Quella mattina, aveva trovato un volantino alla reception dell'albergo dove alloggiavano, che mostrava un mercatino delle pulci speciale: si svolgeva all'interno del Bürgerpark Pankow.
Non ci aveva pensato due volte, quello era il posto giusto per lei.

Arrivò al mercatino di prima mattinata, con l'aria fresca w tranquilla.
Si mise gli auricolari alle orecchie, infilò i guanti ed entrò superando l'arco d'ingresso.

Nel tempo, soprattutto negli ultimi anni di viaggio con la figlia, aveva collezionato di tutto, ma la cosa che amava di più, la più preziosa, erano le cartoline. Ma non cartoline qualunque, cartoline scritte, vecchie e nuove, mai spedite, buttate via, mai ricevute o semplicemente ricordi da vendere.

Ne avevano trovate moltissime negli anni, amava leggere e immaginare storie tra quelle righe. Ma c'era molto di più. Una cosa che nessuno di lei conosceva, un segreto che si portava dentro fin da ragazzina e che per molto tempo si era portata dentro, cercando di dimenticarsene. Ma quei viaggi e quei mercatini, avevano svegliato quella parte di sé.

Greta si avvicinò ad un immenso bancone pieno di cianfrusaglie. La signora che le vendeva, di origine italiana, sua coetanea più o meno, le raccontò che erano tutti oggetti e ricordi della sua vita. Era ormai vecchia, come quegli oggetti, e voleva liberarsene per oggetti nuovi, freschi, che le dessero della speranza, della forza per affrontare gli ultimi anni della sua vita.

C'era moltissima roba interessante, ma non c'era quello che lei cercava. Guardò bene, chiese alla donna, ma niente, non c'erano cartoline.

Passò tutti i tavoli, ma non aveva trovato nessuna cartolina. Ormai abbattuta, si diresse di nuovo alla prima bancarella, tornando a fare due chiacchiere con la venditrice e guardando nuovamente tra le cianfrusaglie.
Il suo sguardo si soffermò su un libro. Si vedeva già da lontano che al suo interno c'era qualcosa. Lo aprì e dentro c'era una cartolina, usata come segnalibro.

La cartolina, in bianco e nero, raffigurava la foto di due ragazze al mare, abbracciate davanti ad una barca.
Dietro c'era una frase scritta in chiara calligrafia.

A te mia grande amica. A te che per me sei stata tutto. A te che mi ha fatto capire che cos'è la vita, la passione e la voglia di amare. Devo andare via, sappiamo entrambe che il destino e la vita non sono dalla nostra parte..
Ho fatto immortalare questa foto in una cartolina, simbolo del viaggio che la vita ci pone davanti, in modo che nonostante tutto, tu ed io possiamo essere insieme. Ed ogni volta che la guarderai, penserai a me e a noi.

Greta si tolse il guanto e toccò la cartolina con delicatezza.

Una serie vorticosa di immagini inondò la sua mente, fino a fermarsi in una scena ben precisa.

Vide una ragazzina, riconobbe una delle due della foto, davanti ad un palazzo. Era davanti alla porta, in piedi, con la mano appoggiata alla porta, l'altra sul petto. La cartolina stretta in mano. Piangeva.
Stette così per qualche minuto, si allontanò dalla porta, mise la cartolina nella cassetta della posta e corse via.

L'immagine sparì dalla sua mente, con la stessa velocità con cui era arrivata.

Ero io. Avrei dovuto aprire quella porta...

Una donna anziana, le apparì accanto.
Greta si guardò intorno, e fece finta di accendere l'auricolare. Era il momento. La parte nascosta di se stessa, il suo segreto, era venuto fuori.
Vedeva fantasmi e riusciva a parlarci. Erano persone legate a quegli oggetti, persone con qualcosa da risolvere prima di potersi slegare e vivere in pace.
La tecnologia era venuta in suo soccorso. Grazie agli auricolari riusciva a parlare con loro, senza destare sospetti e sembrare pazza, o peggio.

"Perché non l'hai fatto?"

"Se l'avessi vista, non sarei riuscita a partire. Erano altri tempi quelli, non sarebbe stata una vita facile per noi.
Lei non lo sa, non ci siamo più viste né sentite, ma spesso, quando ero in vita, ho cercato informazioni su di lei. Si è sposata ed ha avuto tre figli e diversi nipoti. È stata felice e questo rendeva felice anche me."

"E tu? Sei stata felice?"

"Si, a modo mio. Non ho mai trovato un compagno né tanto meno una compagna. Mi sono sempre sentita legata a lei e niente e nessuno era alla sua altezza. Però ho girato il mondo, ho fatto la volontaria e aiutato tante persone in difficoltà e questo mi ha reso felice e appagata."

"Cosa le vorresti dire? Cosa ti tiene legata qui?"

"Lei. Avrei dovuto salutarla, avrei dovuto abbracciarla, avrei dovuto combattere per lei. Vorrei dirle che lei è stato il mio pensiero fisso per tutta la vita" disse la donna fantasma osservando la venditrice che si avvicinava a Greta.

"Oh. Quella, quella cartolina! Era anni che non non la vedevo più.." esclamò la signora.

"Questa donna era molto importante per lei?" le chiese.

"Si. Moltissimo. Mi ha lasciato quella cartolina ormai un epoca fa, andandosene, senza che io sapessi nulla. C'eravamo viste il giorno prima, quando avevamo fatto appunto quella foto. L'ultima nostra foto, l'ultimo nostro giorno insieme. Era una persona speciale, era piena di energia e piena di vitalità. Travolgeva tutti e tutto, era un uragano. Chissà dove sarà.."

Greta si avvicinò alla donna, la prese in disparte e le sussurrò delle parole alle orecchie. Le parole che le aveva detto prima la donna fantasma.

La venditrice, in lacrime, fece un passo indietro.

"Ma cosa sta dicendo? Ma lei che ne sa?"

"Lei è qui. La sua amica è qui. Lei vuole che lei sappia quello che le ho detto, così può andarsene e raggiungere la pace."

"Ma sta scherzando? Perché si prende gioco di me?"

"Glielo giuro su mia figlia, la cosa più importante della mia vita."

Ci fu un silenzio surreale, uno sguardo infinito.

La venditrice si lasciò andare ad un pianto disperato.

"Quindi lei è qui? Helena è qui?"

"Si. Ha avuto una vita felice, ma ti ha sempre pensato...e amato."

"Anche io. Anche io! Ho avuto un marito dolce e premuroso, dei figli fantastici, e dei nipoti che sono il dono della mia vita. Ma ho sempre pensato a lei. All'inizio ero arrabbiata, perché non ha avuto il coraggio di salutarmi prima di scappare, ma col tempo ho capito che quella decisione avrebbe salvato entrambe da una vita difficile, forse impossibile. Forse ancora oggi, dentro di me, sono arrabbiata un po' con lei. Ma la perdono. E se solo potessi, l'abbraccerei forte"*

Greta fece un cenno alla donna fantasma che appoggiò la sua mano sulla spalla della donna, che all'istante fu pervasa da un brivido caldo.

Alzò lo sguardo verso Greta, che con un sorriso, fece un cenno anche a lei.

La donna fantasma poggiò poi una mano sulla spalla di Greta, sortendole lo stesso effetto.

"Grazie infinite Greta." e sparì.

Greta abbracciò la venditrice che finalmente si era calmata e rimessa in sesto.
Le porse la cartolina.

"Grazie mille, viandante sconosciuta. Non ho mai avuto gioia più grande di questa. Non so se è Dio che ti ha mandato o qualcos'altro, ma ti ringrazio infinitamente. Sei stata per me fonte di gioia, sei forse un Angelo in terra? Chissà, non lo voglio sapere. Tieni questa cartolina, in segno della mia devozione."

"Sono solo una semplice donna che ha tra le mani una semplice cartolina. Grazie. Grazie a te".

Mise la cartolina in tasca e si voltò, uscendo dal parco.

Strinse più forte la cartolina nella tasca, e chiudendo gli occhi, sorrise.
Si tolse l'auricolare e si infilò nuovamente il guanto.

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Immagine Creative Commons cc0, fonte

La sua collezione avrebbe avuto un altro pezzo speciale. Un'altra storia. Un altro fantasma aiutato.
Berlino avrà un pezzo speciale nella sua collezione e nel suo cuore.


Partecipazione al theneverendingcontest _n° 15 S5-P3-I1 di @spi-storychain.

Tema: Collezionismo
Ambientazione : Mercato delle pulci a Berlino oggi

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Davvero una bella idea questa della medium!

Grazie mille!

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Validissima proposta anche la tua, cara @pawpawpaw, un'interpretazione molto riuscita e ben realizzata, ottimo!!

Grazie!!!!!!

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pagherei per poter vederei fantasmi!!!!! bellooooo

Pensandoci, ho pensieri controversi : sarebbe una cosa fighissima, oltre ad usarla per aiutare persone. Però dall'altra parte sarebbe una grossa responsabilità, oltre che dopo la morte rivedere parenti, soprattutto molto cari, non so quanto aiuterebbe personalmente..

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