Bomba incatena tutti - Parte II

Eccomi qui Jack, siamo sempre stati di poche pochissime parole io e te quando si tratta di noi e dei nostri sentimenti. Ma sento il bisogno di scrivere, tutti noi ultimamente lo stiamo facendo.
Credo che scrivere ci tenga con i piedi per terra, ci aiuta a fissare dei punti che ci tengo incollati alla realtà.

Ti vediamo perderti, ritrovarti e poi perderti di nuovo. Un loop che dura da mesi e mesi.
Siamo lontani, ti guardiamo, ma non lo sai. O si?
Avrai capito le acque che hai smosso nelle vite di tutti noi? O concentrato nel tuo tormento non ti accorgi delle cose che ti passano accanto?
Queste domande non potrò fartele, ti destabilizzerebbero, ci dobbiamo andare cauti.
Non è proprio il mio forte lo sai, essere cauto, ma un giorno ne rideremo insieme di tutto questo, compreso il fatto di non essere stato una ruspa, forse...
C'è un angolino dentro ognuno di noi che pensa a cosa fare, a cosa avrebbe potuto fare, a cosa farà.
A volte siamo inermi davanti ai tornado che ci passano nella vita. Siamo ancora più inermi davanti a tornado silenziosi, nascosti, ma potenti, quasi mortali, che arrivano dalla pancia di un altro e ti invadono distruggendo certezze e speranze.
Ci dicono di aspettare, pazienti. Di dare tempo al tempo. Ma cosa vuol dire?
Percorrevamo lo stesso binario, ma il tuo ha deragliato. Ora siamo su binari diversi. I nostri treni corrono, vedono, vivono, crescono.. e vediamo il tuo fermo li, non sappiamo bene dove però, sempre più lontano, sempre più confuso.
Come fai a raggiungerci poi?
A ritrovarci, a recuperare? Quanto dovrai correre?
O rallentaremo noi?
Cosa è giusto fare?
Se il tempo è diverso per ogni nostro treno, riavremo mai lo stesso tempo?
Dei nostri quattro binari paralleli non è rimasto più nulla.
Ho sentito anche gli altri due deragliare. Uno perso chissà dove ad osservare un passato che non può correggere, ma che lo tiene incatenato, l'altro dopo il deragliamento ha accelerato, lo vedo, ma lontano, troppo veloce per il mio.
Abbiamo in un certo senso questo telefono senza fili che ci tiene uniti, ci vediamo tra la nebbia ma non ci sentiamo veramente, non riusciamo a salire nel treno altrui.
Mail, messaggi, telefonate però ci fanno sentire meno soli, ci fanno sentire anche più vicini a te, che sei inconsapevolmente al centro di tutto.
Tutti noi affannosamente vediamo, o speriamo di vedere, i nostri binari unirsi di nuovo, in un unico treno.
Chissà quando..ci danno speranza, ci danno coraggio, ci danno tempo.
Ma sanno che non sono loro a doverci dare nulla?
Non sanno che alla fine quel treno si é fermato quel giorno e forse solo il tuo sta andando avanti?
Oggi ti ho visto. Abbiamo passato qualche ora insieme. Ho visto un barlume di ciò che eri, ma si è assopito subito.
Ho capito, forse..anzi, ho percepito, qualche tuo passo. Non so se avanti, o laterale, ma non certo indietro. E ne sono felice.
Mi è quasi sembrato, per qualche minuto, di vedere dal finestrino del mio vagone, il tuo treno.
Ma forse è stata un'illusione creata da una speranza.

_{Cc0 Creative Commons, fonte}

Ti sto scrivendo questa mail di getto appena tornato a casa, mi rendo conto di non avere le idee chiare, di passare dall'ottimismo al pessimismo in un batter di ciglia. Rileggo e non vedo un senso logico a ciò che scrivo.
Questi sono gli strascichi del tuo tornado.
Rose si è messa a dormire, mi ha aspettato sveglia per sapere come stavi. Lei non si da pace, forse più di noi. Non riesce a capire perché da dietro le quinte non si è accorta di nulla, lei che riesce sempre a cogliere ciò che si vuol nascondere. È una donna straordinaria, ma è testarda, imperterrita. Le ho detto che certi tornado arrivano senza preavviso, ma non mi vuol credere.
Non ti invierò al momento questa mail, ma forse un giorno, quando saremo tutti seduti comodi sulla cuccetta del nostro treno, con le nostre birre fredde in mano, ti farò leggere i miei pensieri, e quelli degli altri.
Hugo