Sobrietà, perdindirindina!
Evviva! Aiuto! Ahimé! Attenzione! Ehi!
Forse qualcuno avrà notato che io li evito come la peste. Infatti parto dall'assunto che se mi trovo a dover ricorrere a un punto esclamativo è perché non sono stata in grado di usare bene le parole, infinite, che il vocabolario e la sintassi mi mettono a disposizione. Certo, mica scrivo racconti, in cui a un certo punto un personaggio potrebbe trovarsi in una situazione di paura, o di sconforto, o di euforia, e aver bisogno di sbottare in un empito del cuore (o delle frattaglie). Io, come voi, chiacchiero del più e del meno su queste spiagge e se voglio fare arrivare un messaggio a destinazione cerco di elaborarlo meglio che posso. Anche il mio picciname a scuola adora la smodatezza, ma so' regazzini e tocca ave' tanta pazienza. E' un po' come accade anche nel vestiario e nel trucco, peccano d'ingenuità e bisogna educarli ad essere efficaci senza strafare.
Guardate che eleganza. Senza un fronzolo, senza una sbavatura, senza un accento. Tralasciando che vorrei assomigliare anche solo all'ombra del suo cappello, io mi accontento di scrivere seguendo un analogo concetto di sobrietà. Per carità, poi ognuno ha il proprio stile. Ma in genere non occorre gridare per farsi sentire, no?
I compilatori della voce relativa nell'Enciclopedia Treccani online, infatti, sostengono che il
!
"è un segno a cui si fa ricorso p a r c a m e n t e nella scrittura formale e che è del tutto bandito dai testi legislativi, scientifici e tecnici, essendo associato all’emotività, al sentimento, all’espressione della soggettività, e quindi reputato incompatibile con esiti di razionalità e oggettività."
Il mostriciattolo in oggetto è stato chiamato per molto tempo punto ammirativo e rientra, va sottolineato, tra le cosiddette marche d'intonazione, poiché serve a dare indicazioni su come un testo va interpretato oralmente. Infatti io suggerisco sempre ai piccini di leggere a voce alta ciò che scrivono, rispettando l'enfasi che i loro punti esclamativi si portano appresso. Risultato: ridacchiano, si interrompono, si sentono fuori luogo. Provate un po' anche voi e poi ditemi che effetto vi ha fatto.
Scartabellando qui e lì in rete, ho trovato persino qualcuno più virulento di me contro l'enfasi, il profeta Ugo Ojetti, il quale del povero punto esclamativo ebbe a dire:
"questo gran pennacchio su una testa tanto piccola, questa spada di Damocle sospesa su una pulce, questo gran spiedo per un passero, questo palo per impalare il buon senso, questo stuzzicadenti pel trastullo delle bocche vuote, questo punteruolo da ciabattini, questa siringa da morfinomani, quest’asta della bestemmia, questo pugnalettaccio dell’enfasi, questa daga dell’iperbole, quest’alabarda della retorica."
Cattivo, eh? Be', lui forse un po' esagera però non ci dimentichiamo che doveva fare i conti con personaggi del calibro di D'Annunzio, che con l'enfasi facevano le abluzioni mattutine.
Poi in quel periodo c'era anche altra gente che adorava espettorare parole caricate a pallettoni...
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No, no, no. Non sto affatto paragonando le esclamazioni seminate su Steemit a quelle di questi bei personaggini. Dico solo che, come affermavano gli antichi, est modus in rebus, che non vuol dire che c'è un modo per fare i rebus, ma che bisogna capire come fanno fatte le cose.
Che dite, se non proprio a convincervi, sono riuscita almeno a mettervi una pulcetta sulla tastiera?
Altro che pulcetta sulla tastiera, mi hai messo uno scarabeo rinoceronte!
Eheheheheh...
Pensavo di risponderti qui, ...ma era troppo lungo e ho pensato di farne un post. Contenta?!
Sei bravissima. Impeccabile e precisa.
Lettura istruttiva e godibile.
Ma...
Aspetta un po' e sul mio blog troverai la risposta!
Bacino!!
Daje 😁
Fatto! :)
Devo dire che a volte trovo l'uso del punto esclamativo un po' troppo eccessivo ma, in alcuni casi, è d'obbligo per dare più vigore alla frase.
E' solo un'impressione, credimi. E' solo questione di esercizio, prova a lavorare un po' di più sulla scelta delle parole e della sintassi e vedrai ;)
Proverò 😉
Ci farò più caso anche io. Grazie.
In più dal tuo post mi sembra di aver scoperto che non si scrive "beh", bensì "be'". Il che effettivamente avrebbe più senso in quanto abbreviazione di "bene"...corretto?
Esatto 😉
Be', allora vado a correggere giusta una decina di vecchi post ;-)
Eheh mi sento presa in causa visto che faccio un uso sicuramente smodato di punti esclamativi. Ecco...per l'appunto, ne volevo mettere uno alla fine della fase precedente ma mi sono trattenuta perche' hai ragione e cerhero' di utilizzarli con piu' parsimonia in futuro. Vedi? Il primo risultato positivo del tuo post ;)
Evviva, la prima vittima!!!!!!!
Perbacco!!!!
Marta, so che posso contare su di te.
@martaorabasta. sono troppo pochi, dai su!!!!!!!!!!!!!!! :-D
Effettivamente non è molto piacevole leggere un testo pieno di punti esclamativi... Però ora che mi ci fai pensare mi rendo conto che in certe circostanze ne abuso anche io (probabilmente per colpa del mio italiano che è parecchio essenziale). Dovrò farci più attenzione! ...Ecco, come non detto, ne ho già utilizzato uno... :)
Piano piano, dai :)
ACCIDERBOLINA!!!!!!!
Vedi? Effetto boomerang 😂
Ho pensato un po' a questo post (ci ho pensato mentre ero in vacanza ed avevo poco tempo per rispondere) e devo dire di essere sostanzialmente d'accordo con te. Almeno per quanto riguarda i testi formali; ma hai giustamente "esentato" i racconti che senza punti esclamativi sarebbero come un dipinto senza colori :)
Poi di tanto in tanto un punto esclamativo ci può stare, io li mettevo sempre alla fine del tema per dare risalto alla conclusione... la prof mi ha sgamato solo al quarto anno di superiori :P ma ho continuato a metterceli, mi faceva sentire un ribelle.
Vive la révolution!