In nome della madre
Oggi è l'8 dicembre, festività che la Chiesa cattolica dedica al mistero dell'Immacolata concezione di Maria. Non so voi, ma io, nonostante una carriera scolastica in un istituto di suore e anni di frequentazione di chiesette, parrocchie e basiliche, per molto tempo ho confuso questa questione con quella, assai meno interessante per me, del concepimento miracoloso di Gesù Cristo da parte della sua giovane e vergine madre. Siamo tutti stati lobotomizzati da secoli di catechismo con la questione del peccato come se tutto ruotasse intorno al sesso. In verità quello di cui si parla oggi è che questa ragazzina, per via del fatto che Dio l'avrebbe scelta per dare la vita umana al suo Unigenito, non poteva essere una persona come me e come voi. Non poteva certo essere una creatura imperfetta, appesantita dai limiti dell'umanità, soggetta ai cambi di umore, una che si danna l'anima perché la vita va al contrario di come vorrebbe, che se può scansa le rogne, che ogni tanto manda a quel paese quello che le ha parcheggiato il furgone merci davanti alla macchina di mattina presto e perde la pazienza davanti alla stupidità umana. Una come me, tipo. Lei doveva essere "piena di Grazia", una persona unica e irripetibile. E chissene del sesso, direi.
I versetti successivi sono dedicati a quello che nella tradizione viene chiamato Magnificat, cioè alle parole che Maria dice (o pensa?) appena l'angelo la lascia alle sue riflessioni a caldo. Un canto di gioia e di ringraziamento per il dono ricevuto, un dono che lei non aveva nemmeno avuto l'ardire di chiedere. Mica come noi povere donne vuote di Grazia che ci facciamo scrutare e bucare e squartare le viscere per diventare madri a tutti i costi, contro ogni opposizione della sorte e della Natura madre e matrigna. Ecco, pensando alle mie viscere non più desertiche e a quelle di milioni di altre donne che avevano vissuto, vivevano e avrebbero vissuto le mie stesse ansie e sofferenze, io quel giorno e nei giorni successivi ho cantato nel silenzio attonito del mio cuore una sorta di magnificat di secondo livello. Per giorni ho camminato ad un'altezza apparente del piano strada, ma in verità librata a mezz'aria, con un senso di infinito che mai avrei creduto possibile ad essere umano.
Da allora Maria ha un senso del tutto nuovo per me. Se volessi spiegare che cosa intendo io per preghiera non ne sarei capace e forse urterei la pazienza di molti. Mi limito a dire che è un po' come avere per amica una persona eccezionale, una che ha saputo dire di sì a richieste enormi che la vita le ha fatto, che ha sempre visto oltre il limite immediato dell'apparenza, che ha avuto fiducia nell'altro da sé, anche in quello che non comprendeva. Una di noi, una che te la immagini quando le citofoni per parlarle e lei ti apre col suo bambino appena uscito dalla vasca, ancora tutto bagnato, semi avvolto nell'accappatoio; una che mica ti manda via perché non ha passato l'aspirapolvere, anzi ti fa entrare e, mentre ti ascolta attentissima, mette su il caffè e continua a coccolare il pupetto. Più o meno, mutatis mutandis, come se l'era immaginata Caravaggio.
Immagine dell'autrice
Nessuno di noi ha il figlio che pensava, a volte nemmeno quello che desiderava, molti di noi fanno una fatica enorme ad accettare la diversità dei figli, le loro scelte, i loro dolori. A volte le richieste della vita sono veramente di una difficoltà che ci sembra di non saper affrontare. L'indirizzo di un'amica che sa che cosa voglia dire tutto questo dentro la propria carne non ha prezzo. E, per finire come ho iniziato,
"Nel nome del padre": inaugura il segno della croce. In nome della madre s'inaugura la vita.
E. De Luca
Splendidi pensieri, carichi di cuore... da un lato mi hai fatto venire in mente il Vangelo secondo Gesù Cristo di Saramago, speciale proprio per la piena umanizzazione dei personaggi del vangelo, dall altro la storia di tante donne, madri dentro, al di là della concreta genitorialita. Complimenti per la dolcissima narrazione
Grazie, lo apprezzo molto.
Grazie a te per la condivisione con noi! 😊
A Paola, ...ma quante cose che sai...
Apposta fai la professoressa...!! 😊
Quarcosa ja’a devo pure ‘mpara’ a quii regazzini, no?
Eccerto!
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STOP
Cosa ti dice la tua "amica"? Sarebbe interessante sapere 🙂
Le difficoltà di una madre sono spesso invisibili ai figli. Anche quelle di un padre purtroppo😳 .
La mia “amica” sa che i figli se ne vanno spesso anche dove non sai manco cercarli. E poi li trovi che predicano ragazzini in mezzo a un tempio. In verità nessuno da figlio, nemmeno noi forse, si è mai fatto molto carico dei guai che procurava a madri e padri. È un mestiere hard fare i genitori, vero?
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