Mayday.

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" Mayday. Mayday"

Si usava ancora questa parola?

Giorno di maggio.
Maggio coraggio.

Coraggio May mi ripetevo.

Come il mio nome, Maggio.

Il mese nel quale ero nata da madre inglese e padre italiano.

Ed eccomi qui sull' ennesimo volo , il filo di connessione tra due sconosciuti che si erano amati in modo sbagliato, creando me per errore e portandomi a vivere una vita sempre in volo, tra due cuori, due persone, due famiglie.

Giorgio e Micaela, mio padre e sua moglie e Eleonor e tizio A, tizio B, tizio C, mia madre.

Non ho mai biasimato il mio povero padre per averla cacciata, mia madre aveva una forte attitudine all' infedeltà e niente poteva fermarla, nessuno scrupolo morale.

Con il tempo avevo imparato ad amarla senza giudicarla con troppa severità.

Poi grazie a lei e al suo paese avevo conosciuto Caleb, seduto accanto a me, addormentato profondamente, per sua fortuna.

Doveva essere un viaggio di piacere, dovevamo andare a trovare mia madre, poi i suoi, dirgli che ci sposavamo.

" Mayday, mayday"

Aiutateci vi prego!

Qualcuno era salito sul volo, un attacco terroristico credo, avevano delle pistole, si erano alzati all' improvviso.

Come avevano eluso i controlli?

Non lo sapevo e in quel momento neppure mi interessava, pensavo all' abito, ai fiori, pensavo ....

" Non voglio un funerale, voglio un matrimonio!"

Volevo gridare ma avevo paura, la gola sembrava sigillata, stretta in una morsa.
Guardai Caleb e lo invidiai, lui e la sua dose potente di calmanti.

Benedetta la sua paura di volare.

Ora più che mai la trovavo giustificata, adesso anche io avevo paura.

Gli altri erano stranamente calmi, doveva essere l' effetto della paura, io dovevo essere livida in viso, tutti mi fissavano.

Persino gli uomini armati.

" Mayday, Mayday" gridavo dentro di me.

Mi ero persa qualcosa? Avevano scelto me come ostaggio?

Il sudore mi colò
lungo il collo e finì sulla schiena. Ero precipitata in un film orribile e non sapevo come uscirne.

Avevo voglia di gridare e così lo feci, come una matta, un lungo grido

" Mayday!"

Per un attimo potei udire una risata , un colpo esplose. Chiusi gli occhi.

Se la morte avesse voluto prendermi non l' avrei fissata in faccia.

Come da bambina quando stringendo gli occhi mi auguravo che i mostri scomparissero.
Silenzio, risa, eco di " Uooooh".

Decisi di aprire gli occhi e guadare avanti dalle armi spuntavano rose, rose blu, il mio colore preferito.

Un attimo di silenzio.

Poi l' uomo armato parlò dritto verso di noi e si avvicino al nostro sedile.
Io non capivo , non capivo pù niente.
Non era un attentato? Era uno scherzo di pessimo gusto?
Una candid camera? Una nuova trasmissione creata per fare spaventare noi poveri cristi?
Dove erano le telecamere?

" Caleb , ma che diavolo dormi sono mesi che prepariamo la sorpresa!" l' uomo scosse il mio fidanzato con uno strattone violento e lui si riscosse, assonatto.
Attorno tutti sorridevano verso di noi.

"Oh mio dio May, doveva essere una sorpresa , il pilota è un mio caro amico, avevo architettato tutto!" mi disse lui costernato sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.

Io gli mollai un sonoro ceffone.

Tutti risero,udivo alcuni sbellicarsi letteralmente.

" Sei un cretino!!!"
Gridai isterica con le lacrime agli occhi.

" Credevo fosse un attentato, che ci fosse un dirottamento, avevo paura!"

Dissi piangendo frustrata.

Caleb mi abbracciò stretto mentre tutti applaudivano.

" L' unico dirottamento è stato quello del mio sonno, mia dolce May" mi disse ridendo.

Io gli picchiai le mani sul petto, giurandogli che me l' avrebbe pagata cara, molto cara.