Il soldatino innamorato.

C' era una volta un soldatino innamorato. 

Il soldatino aveva un grande cuore e nel mezzo alla paura del fronte trovava sempre uno spazio per un briciolo di amore.

Il terrore lo occupava quasi tutto quel cuore piccolino, ma questo non spaventava il piccolo soldatino.

Aveva trovato un posticino per l' amore, lo vedeva come luce piccina piccina che lo aiutava a camminare. 

Tutti quei passi verso il dolore non avrebbero trovato forze in tutto quel buio del cuore se non vi avesse lasciato un barlume di amore. 

Un amore seppure ballerino, una ragaza dal volto carino. 

Biondi capelli e occhi di autunno, lo aveva salutato con un casto bacio e lui le aveva toccato la testa. 

Voleva portare con se quei capelli di sole per fissare qualcosa di lucente nel buio delle trincee.

Aveva scordato i rancori di lei, i suoi urli e gli insulti, era partito e lei nel suo cuore divenne un idea non il mostro che era. 

Un mostro capace di dolcezza, ingannevole è il cuore più di ogni altra cosa, diceva la sua amata bibbia, nascosta sotto le coperte, stretta al petto di notte. 

Non solo bombe e rumori, lui voleva sentire il cuore battere per lei. 

Disegnare in aria il suo volto tra il fumo e il fango, vederla in una pozza, pulire il sangue con grazia, come levasse una macchia di succo di ciliegia. Spazzare via tutto, lui, lei, loro, tornare una dolce amata senza nessuna nota stonata. 

Eppure lui l' amava come una falena ama la luce, perchè lei come la guerra era mortale.

Quella luce eletricca bionda, brillava ed era così bella che valeva la pena avvicinarsi e ardere per lei. 

E lui andava all' amore come la guerra, con le ferite ancora aperte, con la speranza di sopravvivere un giorno ancora, di vedere il cielo tingersi di fuoco e sentire i colpi dell' emozione  suonargli in petto. 

Quando la guerra lo colpì penso che fosse lei, precisa, veloce, un lampo, il fumo, neve bianca cenere. 

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