Gli anni.

in #ita6 years ago (edited)

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Ecco il mio post per il contest creato da @serialfiller.
Ecco l' idea da lui scritta :

Una sola strofa e siamo piombati in quegli anni lì, tornati indietro sulla nostra Delorean immaginaria.

Da questa canzone voglio prendere spunto per questo contest.

Quali sono i vostri "anni"?

I vostri ricordi che dal micro riconducono al macro?

La vostra generazione come la raccontereste ad uno straniero, ad un nipotino nel futuro? Quali sono gli anni che ricordate con più affetto? Infanzia, adolescenza, maturità?

Gli anni di Wonderwall.

Voglio darvi il mio racconto di alcuni anni per me significativi, quelli che io chiamo gli anni di Wonderwall, sempre per riallacciare musica e ricordi, non cito gli 883 dai quali prendo il titolo ma gli Oasis!
Si parla del 1999, io avevo undici anni e tanti sogni.

Erano finite le elementari, i miei stavano divorziando ed io avevo ancora i capelli lunghi.
Mi piaceva il viola e ricordo che comprai con la mia paghetta dei jeans viola scuro e un girocollo dello stesso colore, ne ero orgogliosa e quel primo acquisto di vestiti da sola mi fece sentire adulta.
Comprai quei vestiti per un' occasione speciale, la mia prima e unica vacanza studio in Inghilterra.
Con il divorzio alle porte i miei nonni pensarono che cambiare aria mi avrebbe fatto bene inoltre il mio inglese era terribile e dunque perchè non spedirmi a Brighton?

Era la prima volta che prendevo un aereo da sola, in borsa avevo un walkman con due casette, una delle Spice girls e una degli Acqua. Non avevo ancora paura di volare, quella è stata un dono ricevuto in età adulta assieme ad ansia e turbe.

Quando presi l' aereo con una tutor che ci avrebbe seguito fino al college ascoltavo " Around the world" e mi sognavo viaggiatrice, mi sentivo avventurosa.

Eravamo solo tre ragazzi della mia scuola, Io , Rita e Marco. I suoi ricci mi colpirono subito ma non con l' intensità erotica che ancora non poteva appartenermi non avendo raggiunto lo sviluppo ma con dolcezza, sembravano morbidi come lui.

In aereo studiai il dizionario e feci esercizi, non capivo nulla ed ero in più terribilmente timida, sempre con le cuffie nelle orecchie e quel buffo appellativo che mi perseguitava dalle elementari " Noemi con la testa tra le nuvole" e affacciandomi a quel finestrino nel cielo avevo capito che tra le nuvole finalmente c' ero davvero e che non era poi così male.

Arrivai in Inghilterra frastornata dal caos, non ero mai stata in un aeroporto e non capivo quasi nessuno. Io e gli altri ragazzi eravamo impacciati e quando arrivammo al college il mondo ci parve completamente diverso dal nostro.

La mia stanza si affacciava su un pratino ed era deliziosa, poggiai le valige e per la prima volta con paura mi accorsi di essere sola in un paese straniero, ne fui terrificata.
Passai il primo giorno a girovagare per il college con Rita, intimorita. Ci sentivamo sperse. C' erano ragazze da vari paesi del mondo quasi tutte più grandi di noi, alcune mi parvero altezzose e mi spaventarono con i loro capelli tinti di biondo e le risate complici, le loro braccia piene di bracciali e i piercing al naso.

Talvolta mi sono chiesta se anche io a diciotto anni facessi lo stesso effetto alle ragazzine più piccole, se ispirassi loro lo stesso timore, se guardandomi non avessero capito per cosa ridevo e perchè indossavo tutti quegli gli orecchini, il rossetto nero e le calze strappate.

I primi giorni in Inghilterra furono un inferno ma perchè se sono stati brutti ho deciso di scegliere proprio quei giorni?
Perchè furono quelli che aprirono gli anni della mia adolescenza e furono anche quelli che mi diedero un primo, doloroso assaggio di indipendenza.

La prima lavatrice, feci danno, la prima volta che ebbi del tempo libero per girare da sola nel college e nei dintorni e mi parve tutto così da "grande".
La prima volta che mi concessi il lusso e il piacere di sdraiarmi su un prato cantando Wonderwall a nastro perchè era la canzone che ci avevano dato da studiare e la prima volta che compresi quanto fosse liberatorio cantare a voce alta, tanto nessuno mi conosceva.
Io che non alzavo mai la voce ma come adesso a malapena sussurravo su quel prato urlai le parole come un grido.

E quando tornai con una cassetta degli Oasis, una scatola di tè e un foglio con scritto l' indirizzo di Marco ebbero inizio i miei anni da adolescente.
L' anno scolastico ricominciò, i compagni mi deridevano per la mia ingenuità e quella vacanza mi parve poco sensata, la odiai, l' Inghilterra, gli Oasis e Marco, odiai tutto e tutti.
Cominciarono gli anni dell' adolescenza.

Belli e brutti.

Brutti per le prese in giro a scuola e il mio rendimento oscillante, per la prima volta sperimentai il bullismo e pensai di avere qualcosa che non andava e per la prima volta decisi dopo tanti pianti che non sarei cambiata e che erano i bulli ad avere qualcosa che non andava.
Tagliai tutti i capelli, nascosi ogni parvenza di femminilità sotto ampi maglioni neri, mi comprai un bracciale borchiato e una matita nera, se mi additavano come " Strana" e bruciavano i miei fumetti a ricreazione mi avrebbero anche visto strana per davvero, per la prima volta iniziai a cercarmi e vestirmi per quel che ero e a non avere paura del giudizio altrui.
Se dovevo essere strana lo sarei stata a modo mio.
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Ci furono però anche i momenti belli, quando Massimiliano, il biondino per il quale avevo una cotta mi invitò al Replay, la mitica discoteca pomeridiana e dove come per destino nel nostro primo goffo tentativo di ballare assieme passarono Wonderwall e a me esplose nel cuore l' odore del prato e della libertà. Poi lui scomparve dietro a ragazze più avvenenti e sveglie, io vivevo ancora nel mio mondo dei sogni e non avevo la terza.
Ci fu il momento dove iniziai ad amare la musica rock e in lei trovai un' alleata contro ogni mio dolore e un poco di amore, ci fu il primo bacio sempre su un prato, sempre con Wonderwall nelle cuffie condivise.
Furono gli anni dove iniziai a disegnare e i miei pomeriggi divennero prolifici di schizzi e racconti che appuntavo confusamente nei quaderni di scuola al posto delle equazioni, ecco forse spiegato il mio scarso talento in questa materia.
Ai numeri preferivo i sogni.

E poi c crebbi e cambiai, ma per me quegli anni rimangono gli anni Wonderwall e come ascolto quella canzone alla radio mi evoca ancora l' odore di prato e la sensazione di estrema libertà che provai.
Però da adulta confesso gli Oasis non riesco a tollerarli!

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Gran bel post, personale, pertinente al contest e molto british.
Hai evocato tanto con wonderwall ma anche le citazioni di aqua e spice girls devo dire che hanno fatto tanto effetto nostalgia :)

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Davvero pure a me quando mi capita di riascoltarli ^^

Che gusti del cavolo però che avevi, figlia mia... :D :D ;)

ah ah Davvero XD Però dai nel 99 non potevi non amare le Spice girls :P

Beh ma allora i Backstreet Boys no?? 😂😂😂

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Ovvio che mi piacevano pure loro XD Avevo ANCHE IL POSTER DI KEVIN!!!! Dovevo scriverlo in maiuscolo per farti capire quanto mi garbava ah ah ah ah ah

Ahahahahahahah saresti perfetta per interpretare il personaggio femminile dei miei racconti... La marchesa Hohahola! 😂😂😂 Se non li hai mai letti, dovresti farlo. Però lei è bionda...

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E i Take That? No, troppo tardi nel '99. Meno male... 😂

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Cos'è un mp3 con due cassette? Vorresti dire un walkman? :)

Si lo walkman, ho scritto mp3 diamine la forza dell' abitudine ah ah

Che poi mi piaceva un sacco, me lo fecero per il compleanno e mi parve un regalone ^^ Ora ho l mp3 e l' ipod XD Sono fissata si.

Beh era un bel regalo davvero! Il walkman era sempre il walkman... Negli anni 90 se amavi la musica dovevi averlo!

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Davvero un racconto, e una suggestiva e particolarissima riproposizione dei tuoi ricordi di quelli che, a ben guardare, furono degli anni unici e irripetibili

quanti viaggi fatti con walkman e cassetta degli Aqua.
E' bello sapere che avevamo tutti dei gusti orribili :D

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