Accanto a me.

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Angelo se ne stava seduto accanto a me in silenzio. La porta era chiusa e lo stesso valeva per il mio cuore. Non importava quanto la sua mano fosse stretta alla mia, quanto i suoi capelli sfiorassero i miei e si riflettessero nei miei occhi, fili dorati illuminati da sole settembrino.
Non importava come i suoi occhi si posassero su di me con dolcezza, come il suo sguardo si facesse timido ogni volta che lo sorprendevo a fissarmi con incanto.

Non importava come le sue gambe si posassero accanto alle mie quando ogni sera ci sedevamomo sul muretto a osservare il mare sperando che le sue onde calmassero i nostri tumulti.
Guardavamo fissi di fronte a noi e ascoltavamo il buoi che ci sussurrava segreti.

Non importava come la sua spalla si appoggiasse alla mia in cerca di sostegno, sostenevo a malapena me stesso.

La porta era chiusa, tenevo dentro un dolore sordo che neppureAngelo poteva capire.
Il dolore di non essere compreso e non importava quanti mi dicessero che non c' era nulla di male ad amarlo, dentro di me sentivo il mare dell' odio che saliva da folle incallite.

Talvolta l' odio che esalavano tutte quelle bocche prepotenti si chetava e in quel momento c' era solo lui, fermo, accanto a me.