Tecnologicamente avanti - prima parte : IL GPS
"Nicola, tu sei almeno dieci anni avanti a noi" solevano ripetere alcuni dei miei amici.
La mia risposta a quell'affermazione era :
"Diciamo che io sono avanti di tre anni: per gli altri sette è grazie a voi, che siete indietro!"
Ci fu un periodo nel quale , per motivi di passione estrema e sia perchè potevo permettermelo, ero tecnologicamente avanti.
Nel senso che venivo in possesso di oggetti tecnologici che oggi è considerata totale normalità possedere, ma che in quel momento erano sul nascere o, in certi casi, non era ancora cominciata la distribuzione qui nel nostro Belpaese.
Questo post sarà suddiviso in tre parti: in questa prima parte vi narrero' del mio primo GPS , acquistato su IBazar (chi se lo ricorda? Era il padre del ben più noto Ebay, approdato solo successivamente ).
Ma facciamo ordine e raccontiamo la storia di questo oggetto, oggi considerato un reperto archeologico .
Navigatore GPS Garmin Emap
Correva l'estate del 2000.
Ero già presente da qualche anno sul web e, navigando su siti stranieri, mi imbattei in una recensione di un oggetto che in quel momento non era ancora commercializzato in Italia e che sembrava assolutamente futuristico: il Navigatore satellitare portatile (o tascabile).
L'oggetto in questione, prodotto dalla Garmin, rispondeva al nome di Emap.
Il concetto di funzionamento non era differente da quello di oggi : agganciatosi a dei satelliti,sul display appariva un'icona a forma di freccia che seguiva i tuoi movimenti.
Come detto prima, oggi è totale normalita possedere una cosa del genere, basti pensare a Waze, presente sui nostri smartphone e totalmente gratuito (le aziende Garmin, TomTom peraltro hanno subito una gigantesca mazzata con l'imperversare di app atte alla navigazione satellitare: alla fiera dell'Elettronica di Modena, che visitai lo scorso Gennaio, era l'unico oggetto che mancava completamente nelle numerosissime bancarelle.Il che è tutto un dire), ma in quel momento assolutamente no.
Pochi esperti sapevano cosa fosse, a cosa servisse e come si usasse.
Come prima cosa, cercai di sincerarmi se l'Emap fosse in vendita in Italia e se la Garmin avesse dei rivenditori sul nostro territorio.
Niente di niente, ci si doveva rivolgere al mercato statunitense attraverso Ibazar.
(Per la cronaca l'anno successivo venne distribuito pure in Italia: il prezzo era 1.300.000 lire, nuovo con garanzia di due anni)
Ne cercai uno in asta, ovviamente negli USA e riuscii ad aggiudicarmene uno, usato ma in buone condizioni, alla bellezza di 380 USD, pari a circa ottocentomila lire dell'epoca.
Dopo circa trenta giorni, ricevetti il pacco (peraltro fermato, per una settimana, alla dogana di Milano Malpensa).
Foto di mia proprietà
Concepito principalmente per chi praticava il trekking , dalle dimensioni pari a quelle di un normale smartphone di oggi, alimentato da due comuni pile 1,5 , aveva un interfaccia spartana, in bianco e nero, con un solo segnale audio (il classico BIP).
Necessitava l'acquisto dei CD ROM delle mappe topografiche per poterlo utilizzare in auto, moto e bici, mappe che si potevano installare con un software proprietario, reperibile nel CD ROM allegato, collegando il prodotto al proprio pc per mezzo di un cavo seriale (l'antenato del più celebre USB).
A causa della memoria poco capiente (una "Data card" di appena 16 Mb) si era costretti a caricare le mappe di determinate zone d'Italia: ad esempio centro-nord , centro-sud , sud-isole.
Foto di mia proprietà
Per poter avere tutta la penisola sull'apparecchio, quindi, si doveva possedere una Data Card di 64 Mb, costosissima.
Pertanto si incorreva nell'inconveniente che, se si avesse dovuto affrontare un viaggio da Milano a Roma, o possedevi una Data card da 64Mb, oppure a metà viaggio, sostituivi quella da 16Mb alloggiata nel dispositivo con un'altra di scorta, che contenesse la parte della mappa inerente al resto del viaggio che si doveva compiere.
Una cosa piuttosto seccante e scomoda.
Purtroppo il mio Emap non vuole saperne di accendersi, pertanto vi posto una foto trovata sul web in modo che vi facciate un'idea su come fosse spartana la sua interfaccia.
Foto di proprietà http://gpsinformation.net
Una volta acceso si attendeva che i satelliti facessero il loro lavoro, "agganciandosi" all'apparecchio, dopodichè da un elenco di città e strade presenti nella mappa, si stabiliva il punto di arrivo.
Se si sbagliava strada, il percorso non veniva ricalcolato in automatico come siamo abituati oggi, non c'era la voce guida che ti diceva dove e quando svoltare (dovevi sempre buttare un occhio al display perchè era facilissimo sbagliare strada).
Ricordo una notte in pieno inverno di inizio 2001, dovevo tornare da Modena e sbagliavo continuamente la strada che mi avrebbe dovuto portare al casello autostradale di Modena Sud.
Al quarto tentativo cominciai a imprecare seriamente: ricordo che emettevo la media di una bestemmia per ogni giro che le ruote della mia Fiat Seicento compievano.
Pero' più di una volta mi è stato davvero utile.
Il problema, come detto, è che era poco intuitivo e dovevi saperlo usare.
Mi pare superfluo aggiungere che tutte le persone che salivano sulla mia Fiat Seicento e vedevano il mio GPS che imperava sulla sua apposita staffa, mi domandassero cosa fosse, a cosa servisse, che non ne avevano mai sentito parlare.
E, tronfio nei miei panni per "l'esclusiva" mi toccava sempre ripetere a tutti la solita minestra di discorsi e finchè non mi spaccavo i maroni di farlo, spiegavo per filo e per segno il suo funzionamento che i passeggeri potevano verificare in tempo reale, tra la loro incredulità.
Se non ricordo male, vale la pena aggiungere che ero maggiormente disposto a farlo nel caso che a chiedere delucidazioni fossero dolci e soavi donzelle, con il loro odore di frutto di bosco, con le loro voci ingenue e femminili, dalle scarpette ballerine delicate a vedersi.
Diversamente, era molto più seccante dover dare spiegazioni tecniche allo spilungone brufoloso che non stava mai zitto,nonchè proprietario di scarponi immensi sporchi di fango e mota e dal puzzo di bufalo sudato.
Mandai in "pensione" il mio Garmin Emap ben quattro anni dopo, nel 2004, quando acquistai un palmare adibito a navigatore satellitare, con software Via Michelin, a colori, con indicazioni audio e molto più comodo e intuitivo nell'utilizzo.
continua
E poi ci sono io che non ho mai visto un oggetto anche solo simile a quelli presenti in foto in vita mia😅
da una parte dovresti rallegrartene perche significa che sei giovine ahahaha
Non l'avevo mai visto questo, bel post !
mamma che ricordi... Il tutto città vs navigatore
La tua risposta iniziale è fantastica!ahahah
Comunque sei avanti davvero...!😉
Bello stile di racconto!bravo!
Grazie mille dexspartacus, oggi comunque non sono piu avanti..all epoca se mi voltavo indietro vedevo in lontananza il futuro! ahahhahah
ahahahhahhahahhahahhahhhhahhh...difficile essere avanti al giorno d'oggi...la tecnologia si evolve ogni secondo che passa...
Ah io sono un Garmin addicted, facendo l'escursionista ma prima di questo per lavoro ho avuto a che fare parecchio con i GPS ed è stato un periodo fichissimo quello, visto che ancora oggi mi serve parecchio. Oggi con le mappe è tutto più semplice, quelle gratuite oramai sono meglio di quelle a pagamento.
Quindi anche tu ne avevi uno in quella stessa epoca? Ricordo che la Garmin, oltre l Emap aveva un altro modello del quale non ricordo più il nome
si avevo un etrex (credo la prima serie) con display lcd, senza cartografia. Con le batterie che duravano tipo 3 ore... serviva veramente ad un tubo, infatti veniva usato per prendere un punto geografico per successive elaborazioni al PC.
L'ETREX esatto!! era il "fratello" minore dell'Emap. Ricordo che, oltre ai CD Metroguide e Mapsource, ufficialmente rilasciati da Garmin per selezionare le porzioni delle mappe da caricare nella Data Card dell'apparecchio, c'era la possibilità di crearsi da soli una mappa e importarla sul dispositivo. Mi piacerebbe riutilizzare il mio Emap ma non capisco per quale motivo non si accende nemmeno piu.
Questo significa saper raccontare una storia. Cioè, non so se mi spiego, hai parlato per un quarto d'ora (perché io ti vedo che parli, mentre ti leggo) di un apparecchio che... per carità... ma, in sostanza, nun me ne po' fregà de meno e di cui, ora, mentre scrivo, ho già scordato il nome. Eppure...
Eppure t'ho letto tutto d'un fiato, ti ho immaginato, ho rivisto quegli anni...
E, se fosse ancora in commercio, m'andrei a comprare anche quel dannato apparecchio! ...azz... come diavolo si chiama...?!!
Sei sempre troppo buono. Ti ringrazio dei complimenti, mi fanno davvero piacere. Come si chiama l apparecchio?? Ma... Cosa ne ho parlato a fare? Hahahahahaha un abbraccio
Arieccotelo. Io vorrei sapere dove le tieni tutte 'ste macchinette del nostro (stavolta mio no) passato.
ehhheh in un luogo dell'anima chiamato "passato"
"...dolci e soavi donzelle, con il loro odore di frutto di bosco..."
🤣 mai trovata una cosi!
Beh, solo "accarezzata" hahaahahhaha
Ma tu fai l'antiquario di lavoro? 😅
ahahha no no, è solo una passione
Tra un po' d'anni potrebbero anche avere un valore questi apparecchi, perché tanti nostalgici che l'hanno perso, buttato o venduto lo rivorranno per ricordare i vecchi tempi!
Vero, sopratutto se sono in ottime condizioni, con scatola e istruzioni .
love it!