La fatidica cartolina

in #ita6 years ago (edited)

Quando esisteva la chiamata alle armi!
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Per tutti i maschietti che, come me, hanno fatto il servizio militare, sanno benissimo di cosa sto parlando.
Il servizio di leva per legge ricadeva quando si diventava maggiorenni, quindi i nostri 18 anni coincidevano con la preoccupazione di dover a breve partire per il servizio militare, unica possibilità per ritardare la partenza era garantita dallo studio, nello specifico ad eventuali esami di maturità da sostenere, ma purtroppo non riuscivamo a fuggire nemmeno grazie a questo escamotage perché, appena diplomati, ci si vedeva recapitare a casa la fatidica cartolina.

Il primo passo consisteva nel sostenere la visita medica, si riceveva un invito per essere sottoposto ad accertamenti sanitari. Quel giorno ho potuto constatare quello che mi era stato detto molte volte, tantissimi ragazzi si inventavano di tutto pur di risultare inidonei, chi finto sordo, chi cercava di far credere dalla camminata di avere i piedi piatti, chi si spacciava per matto...

Effettivamente a 18 anni ci si sente adulti e il tempo ci piace passarlo all'insegna del divertimento, pensare che per un anno il tuo tempo, per la maggiore, dovrai trascorrerlo in una caserma, mette una considerevole depressione.
Forse anche io mi sono sentito come uno di questi ed ho sperato che magari alla visita medica trovassero qualcosa che mi rendesse inidoneo per il servizio militare.
Invece… invece un pomeriggio di Marzo del 1981, mentre tornavo a casa divertito dopo una partita a pallone con gli amici, mia madre appena entrato in casa mi guarda, io già al solo sguardo intuisco qualcosa, sappiamo benissimo leggere e codificare nei volti delle nostre madri quando qualcosa non va, oppure percepire le loro emozioni, come la tristezza.

Le chiedo: “.... Mamma cosa c’è ?” e lei: “.... Figlio mio è arrivata la cartolina, il 22 Aprile dovrai presentarti alla caserma diFano, sei stato assegnato al 24esimo battaglione fanteria Pavia”.

Di colpo raggelai, consapevole della tristezza di mia madre e rammaricato di vederla in quello stato, la prima cosa che ho pensai subito dopo fu quella di preoccuparmi del futuro tra me e la mia attuale ragazza, eravamo insieme da pochi mesi e mi stavo già facendo delle paranoie sulla possibile rottura del nostro rapporto.

22 Aprile 1981
La giornata qui a Fano é calda ed afosa, arrivo davanti al passo carraio, non sono solo, con me ci sono tanti ragazzi con in mano la stessa cartolina, pochi metri ancora e non sarei più stato un civile, mi aspettava un anno da militare, dove le regole ed il rispetto erano all'ordine del giorno.
Ora che racconto quel periodo, se dovessi tirare le somme, potrei dire che alla fine é stata una bellissima esperienza, peccato non sia più obbligatorio perché il vero senso del fare la Naia non é quello di servire lo stato, ma bensì quello di relazionarti con tutti gli altri commilitoni, serve ad imparare a convivere, a sopportare burle e umiliazioni, serve perché ti aiuta a crescere e maturare, ti fa diventare più scaltro ed impari lo spirito del saperti adattare.

A Fano mi trovavo a fare il CAR: centro addestramento reclute. Qesto il primo passo del servizio militare che dura circa 4 settimane.

13 Maggio 1981
Il CAR é finito e ci stiamo dirigendo a Roma destinazione la Cecchignola, non facciamo in tempo ad arrivare alla Stazione Termini, e mettere giù il piede dal treno, che veniamo subito presi e portati con urgenza in caserma. C’era molta agitazione e caos, non riuscivamo a capire del perché di tutta quella urgenza, tanto che ricordo ci siamo detti "....sarà successo qualcosa di brutto".
Di colpo sentiamo il suono delle sirene, poi dell'ambulanza, poi della polizia... insomma un caos totale.
Quella data resterà memorabile ed incisa nella mia anima per due circostanze: l'arrivo a Roma per continuare il servizio militare e l'attentato a Papa Wojtyla accaduto appena cinque minuti prima del nostro arrivo.
Il servizio militare dunque partì subito, mi misero il fucile in mano e con tutti gli altri orgogliosamente mi diressi a San Pietro.
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A parte questo episodio, alle due Polveriere che mi sono fatto alla Magliana ed al Capodanno trascorso come piantone al passo carraio, mentre il mondo dava il benvenuto al 1982, non posso che avere un bellissimo ricordo della Naia ed oggi ho voluto condividere quel periodo con voi, raccontandovi una parte della mia vita, un'esperienza che si concludeva esattamente dopo un anno, precisamente il 21 aprile 1982.

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Ciao @niccolini!
Sei uno dei pochi che ha fatto la leva obbligatoria e ha un bel ricordo!
Di solito ne parlano tutti male e hanno un bruttissimo ricordo..
Credo che una scelta del genere debba essere libera e ponderata dalla persona, obbligarla ad un’esperienza così particolare è profondamente sbagliato secondo me.

Un saluto 👋

Si forse non hai torto , la parola "obbligatoria" non corrisponde al vero senso del mio pensiero , diciamo che svolgere il servizio di leva a quei tempi era obbligatoria e che tutto sommato seppur obbligato a svolgerla è rimasta una bellissima esperienza di vita , giusto che ora sia facoltativo e quindi la scelta spetta solo al soggetto che desidera viverla.

Il militare di leva viene raccontato da tutti, come te, in maniera quasi nostalgica proprio perché era un anno. Un solo anno di sacrifici dove imparavi davvero cosa significava esser militare e la parola Patria. Il problema nasce quando non è più un anno, ma decine e decine di anni passati in una caserma che ti diventa come un carcere, con sbarre, cancelli e tanto di ora d'aria. Li comprendi che l'uomo non è fatto per determinate cose, o meglio: solo chi ha uno spirito libero non lo condivide. Potrei continuare per ore, ma comunque ti ringrazio per il tuo racconto che è stato sicuramente parte della tua vita e quindi assolutamente rispettabile

Grazie per il tuo commento , credo che il bello di essere qui è leggerci commentare e discutere dicendo ognuno il proprio pensiero , quindi anche io rispetto come la pensiate.

Io sono stato uno degli ultimi scaglioni nel 1998 ad esser stato chiamato per la leva obbligatoria, all'epoca si poteva scegliere anche il servizio civile, ma ero convinto fosse giusto fare il servizio militare. A distanza di vent' anni non so se rifarei la stessa scelta, in quanto per molti versi è stata un'esperienza per me negativa; quello che ricordo con piacere è il fatto di aver potuto visitare diverse città e soprattutto i compagni di avventura.

Mi dispiace che per te sia stata negativa , certo bisogna ammettere che influiva molto il rapporto che si creava e le persone con cui si divideva la camerata.

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