La globalizzazione e suoi effetti sulla società
La globalizzazione e suoi effetti sulla società
Quest’oggi, il mio post, riguarderà la tematica della globalizzazione.
Il termine globalizzazione inizia ad essere adoperato a partire dagli anni 1990 e indica un processo di unificazione a livello mondiale.
La realizzazione di questo fenomeno si afferma intorno al XX secolo ed è stato reso possibile dalla standardizzazione dei prodotti, dal crescente sviluppo delle comunicazione, dei mass media e il possibile livellamento dei bisogni dei consumatori, che ha portato i mercati, le produzioni, i consumi e anche i modi di vivere e di pensare ad essere sempre più connessi su scala mondiale, grazie ad un continuo flusso di scambi che li renderà ancora più interdipendenti e tenderà ad unificarli.
SOTTO L’ASPETTO ECONOMICO
Il termine globalizzazione indica la possibilità per le tutte le singole imprese di liberarsi dai vincoli nazionali affacciandosi su un mercato mondiale.
Il fenomeno dell’unificazione dei mercati a livello mondiale, è stato reso possibile dalla crescente evoluzione che nel tempo ha avuto l’innovazione tecnologica, che ha portato una spinta verso modelli di produzione e consumo più simili ed uniformi tra loro.
Tutto ciò ha portato una progressiva omogeneità nei bisogni e una conseguente scomparsa nel tempo delle tradizionali differenze tra i gusti dei consumatori a livello nazionale o regionale.
Il mercato nel tempo è diventato sempre più omogeneo, uniforme e libero, grazie alle progressive riduzioni di dazi ed altri ostacoli che hanno permesso la libera circolazione di merci e capitale. Dando così la possibilità a qualsiasi impresa di potersi confrontare con l’interno mondo e non limitarsi solamente ad una vendite su base locale o nazionale.
Sono sorte nuove necessità per le imprese operanti sul mercato, che, se interessate a sfruttare queste nuove condizioni create dal mercato, hanno dovuto spingere molto sull’efficienza operativa cercando di modificare i propri assetti aziendali verso strutture più elastiche e flessibili, che consentano adattamento dei piani strategici per non trovarsi esclusi da questo mercato fortemente concorrenziale e in evoluzione.
Di conseguenza diventa un obbligo per le imprese spingere molto sulle innovazioni e automazioni, cercando di adottare un giusto mix tra strategie di estensione ed esternalizzazione delle proprie attività per trovare un corretto equilibrio che permetta di raggiungere un vantaggio economico rispetto ai concorrenti, per riuscire a collocare un prodotto sul mercato ad un prezzo più concorrenziale possibile.
I pareri su questo fenomeno sono molto discordanti fra gli studiosi.
Secondo molti il fenomeno della globalizzazione, dal punto di vista economico, crea un crescente aumento delle disuguaglianze, con squilibri e divari sempre maggiori tra i diversi paesi, portando dei grossi vantaggi per i paesi industrializzati e soprattutto per le grosse multinazionali, riportando però al contempo, pesanti effetti collaterali, perché molte delle attività produttive vengono trasferite all’estero, dove diventa più conveniente la produzione, data la presenza di costi di manodopera inferiori. Offrendo così lavoro nei paesi più poveri. Ma al tempo stesso danneggiando le produzioni nazionali e causando la perdita di molti posti di lavoro in campo manifatturiero e in altri settori collegati in molte nazioni sviluppate.
Secondo altri, invece, il fenomeno, potrebbe portare nel tempo ad una possibile riduzione del divario economico fra i paesi più sviluppati e quelli in via di sviluppo, perché tramite la liberalizzazione e la crescita degli scambi commerciali, si potrebbe addirittura stimolare un afflusso degli investimenti verso aree meno dotate di capitali. Infatti la disuguaglianza a livello globale si è ridotta nel tempo, perché da allora i paesi ricchi sono diventati un po’ più ricchi, mentre quelli più poveri sono molto meno poveri di un tempo.
SOTTO L’ASPETTO CULTURALE
La globalizzazione in atto è un processo a più dimensioni e dai molteplici aspetti, portatore:
Di una civiltà, un nuovo modo di vivere, perché favorisce la diffusione del benessere elementare, conseguito a livello mondiale, in tutti i continenti.
Di una cultura, perché consente ai popoli che per lungo tempo erano rimasti oppressi di accedere ad un sapere di base e a valori di dignità, di ottenere valori di autonomia prima esclusi.
Tutto ciò grazie all’abbattimento delle barriere spaziali fra le nazioni, causato dallo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Nasce così un processo di natura culturale che tende a rendere uniforme i modelli di vita e modi di pensare, ma che sconvolge al tempo stesso le basi delle culture locali, introducendo nuovi valori contenuti in altre società e culture.
La globalizzazione anche da questo punto di vista ha due facce:
Una dove tende a emarginare situazioni che non si dimostrano competitive, accrescendo così le disuguaglianze.
L'altra che tende nel tempo a imporre un unico modello di vita, producendo un impoverimento culturale di tutta la popolazione. Perché il fenomeno ha l’effetto di annullare gradualmente le differenze e di generare nel tempo comportamenti sempre più omologati.
CONCLUSIONE
Il villaggio globale, ha indubbiamente, tanti pro, ma anche note molto negative, tra cui, quella portare a ridurre tutti a semplici individui, indipendentemente si tratti di inglesi, italiani, svedesi o australiani.
Il rischio più grande che il fenomeno della globalizzazione può portare nei confronti dell’uomo, è quello di perderci nella massa, facendoci diventare solo un numero.
Quando in realtà, noi siamo parte di una società non più chiusa dal punto di vista dei confini nazionali, ma all’interno dei confini nazionali presentiamo caratteristiche diverse che variano da persona in persona, da quelle realtà paesane alle differenti realtà cittadine.
Quindi reputo che sia essenziale, prendere ciò che di buono offre un fenomeno come quello della globalizzazione, cercando di evitare, al contempo, di essere travolti dallo stesso.
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