Nativi digitali: il potere dei social network

in #ita6 years ago (edited)

Nativi digitali: il potere dei social network


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Nell’arco di un ventennio, un’altra rivoluzione informatica è entrata nel nostro quotidiano soppiantando un vecchio modo di comunicare, principalmente legato all’uso del tradizionale traffico telefonico e della corrispondenza cartacea.

Si tratta dei nuovi mezzi di comunicazione denominati Social network, che hanno avuto un’ampia diffusione in tutto il mondo, un uso globale da parte di milioni di persone di tutte l’età, che, in tempo reale, a migliaia di km di distanza, possono conoscersi, condividendo informazioni, immagini, documenti, commenti, critiche, like,ecc.

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L’uso della rete e dei Social network rappresenta il primo vero passo per l’abbattimento delle frontiere tra stati e si afferma come efficace mezzo di comunicazione globale oramai insostituibile.

E’ entrato a far parte delle nostra vita, viene utilizzato per fini privati ed anche per motivi di lavoro da imprese e da tutte le categorie professionali, politici, medici, avvocati.

Una rete globale di collegamento che, attraverso una piattaforma, è in grado di far comunicare due o più persone, trasmettendo informazioni in maniera rapida e precisa, rimanendo tranquillamente seduti davanti ad un pc, tablet o smartphone.

Nel giro di pochi istanti, è possibile poter organizzare riunioni, manifestazioni, petizioni, far veicolare notizie, senza alcun impedimento o manipolazioni da parte degli organi di controllo o da chi detiene la proprietà dei comuni mass media, quali giornali e tv.

E’ il caso del piccolo Alfie Evans, affetto da una malattia genetica rara, deceduto nelle prime ore della mattina odierna, all’ospedale di Liverpool (Inghilterra). Un vasto movimento di opinione, nel suo paese e nel resto del mondo, attraverso l’uso dei social, si era mobilitato e schierato a fianco dello sfortunato Alfie e dei suoi genitori, nettamente contrari alla decisione dei medici e della giustizia inglese di interrompere il trattamento sanitario che, attraverso l’uso di un respiratore meccanico, lo manteneva in vita. Oggi Alfie non c’è più, della sua scomparsa siamo tutti dispiaciuti quanto i suoi cari, rimane il mistero tra scienza e vita, che ha appassionato milioni di sostenitori, che hanno creduto sino all’ultimo istante nella speranza.

Non attraverso un quotidiano o la TV, ma grazie all’uso del social network, migliaia di persone hanno potuto esprimere direttamente e democraticamente la propria opinione, su un caso di “coscienza” che ha toccato il cuore di molti, indirizzato sentimenti e sensibilità, ha fatto riflettere anche i più scettici e coloro che già avevano deciso, quando un cuoricino batteva ancora.

Altri casi, sono venuti alla ribalta e dove i cittadini hanno potuto esprimere la loro opinione attraverso i social network.

Anche il caso recente del cane “Miro” (diverso e per niente accostabile a quello testé indicato) un pastore maremmano, sottoposto a sequestro a Rovereto da parte del giudice perché abbaiava, ha suscitato interesse e partecipazione popolare, mediante l’utilizzo di social network è stata fatta una petizione e raccolte oltre 240 mila firme inviate al tribunale del riesame di Trento.

Oserei dire che i social network, sono anche annoverabili ad una forma di democrazia partecipativa diretta dove i cittadini che scelgono di farne uso, possono esprimere la propria opinione su determinati fatti o questioni. Naturalmente, può succedere, che alcuni paesi, quelli con regimi dittatoriali, governi conservatori e retrivi, ne temono l’uso, impedendone o limitandone la diffusione.

Come si suol dire non sono tutti rose e fiori, spesso, in effetti, viene fatto in uso improprio dei social network, da parte di persone senza scrupoli o con devianze mentali. In questi casi i soggetti maggiormente esposti sono i minori e le persone più influenzabili, soggetti che si posso far coinvolgere e facilmente trasportare.

Non pochi i casi di istigazione al suicidio, alla lotta armata, all’adescamento di minori, alla esposizione di immagini amorali, di bambini e donne nude, o immagini di morti violente, che suscitano ribrezzo. Anche il bullismo di giovani o adulti veicolando immagini del tutto private o spesso carpite, ha fatto le proprie vittime. Ragazze o donne che per la vergogna si sono suicidate, altre sono andate via dal luogo in cui dimoravano.

Ovviamente chi ne fa un uso illecito se ne assume le responsabilità e, allorquando identificato, risponderà alla giustizia delle sue malefatte.

Per i minori occorrono maggiori tutele, sono necessari ma non del tutto risolutivi gli innalzamenti dell’età, da 13 a 16 anni, per l’uso dei social network.

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Le famiglie, la scuola, la società sono le vere fucine per forgiare ed educare le nuove generazioni alla legalità, e ad un uso corretto dei mezzi di comunicazione sopra descritti.

I giovani vanno seguiti, osservati, controllati e richiamati, e, se del caso, anche privati, qualora ne facciano un uso eccessivo o non corretto del web e della messaggistica.

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Rimanere sempre in contatto ed aggiornati è un bel vantaggio. Siamo all'inizio di quest'era. Siamo anche all'inizio della blockchain che sta rivoluzionando il mondo di internet, scambio ed elaborazione dati. I social sono utili, ma vista la complessità vanno anche saputi sfruttare nel bene della comunità, come si vede dagli esempi citati.

Bell'articolo! Il vero problema è che paradossalmente maggiore possibilità abbiamo di informarci, più pigri siamo diventati! vedasi le tante fake news a cui abbocchiamo!

Pura verità. Grazie mille!!

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