La scuola e le varie forme di diversità

in #ita6 years ago (edited)

La scuola e le varie forme di diversità


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La scuola è un’agenzia formativa specializzata, che si occupa di educare i propri allievi in modo da favorire lo sviluppo della personalità umana, educandoli ai diritti dell’uomo, all’uguaglianza e alle libertà fondamentali.

L’uguaglianza, intesa come pari dignità, è uno dei valori fondamentali della società democratica ed un diritto per gli individui che ne fanno parte. Allo stesso tempo nell’uguaglianza è importante riconoscere il diritto alla diversità, in virtù del quale ciascun membro della società deve vedere riconosciute e rispettate le caratteristiche che lo contraddistinguano dall’altro, siano essi di ordine culturale, etnico, politico, ideologico; come sancisce l’art. 3 della Costituzione, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali”.

Il fine della scuola è quello di creare condizioni di parità che favoriscano: l’emancipazione di coloro che si trovano in condizioni di inferiorità; selezionare i talenti in modo da permettere il progresso socio-economico indirizzandoli verso il mondo lavorativo; infine la scuola ha anche il compito di guidare, sostenere e coinvolgere tutti coloro che si trovano in una condizione di difficoltà e diversità, in modo di favorire l’integrazione sociale e la cooperazione nel rapporto docenti-allievi.

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Tra le varie forme di diversità vi è: il disadattamento, lo svantaggio educativo, l’handicap o disabilità, ecc..
Il termine disadattamento indica la condizione in cui un individuo non riesce a rispondere efficacemente alle richieste del proprio ambiente. Tale incapacità può dipendere da condizioni di partenza dell’individuo o dall’ambiente circostante.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha distinto due forme di disadattamento: il disturbo e il disagio; il disturbo è legato ad una causa interna, invece il disagio è legato ad un contesto esterno.

Le cause del disagio possono essere ricercate in una famiglia poco stabile, in problemi legati all’occupazione o ad una scuola indifferente. Il disadattamento può essere superato creando dei percorsi educativi appropriati, che migliorino la condizione di vita dello studente, in modo da aiutarlo a superare tale difficoltà.

La scuola per prevenire il disagio favorisce l’adattamento e l’uguaglianza in modo da contrastare avvenimenti negativi che potrebbero insorgere in insuccessi scolastici o bocciature.

Lo svantaggio educativo è invece l’esito di una relazione svantaggiosa tra le caratteristiche di una persona e quelle di un dato ambiente, cioè l’individuo avendo un deficit sul piano psicologico o fisico non riesce appieno a rispondere efficacemente alle richieste sociali. Lo svantaggio può essere individuale, come nel caso dell’handicap, o collettivo quando riguarda categorie o gruppi sociali; ai quali vengono negate delle opportunità.

L’handicap è invece uno svantaggio sul piano sociale causato dalla disabilità, ovvero si tratta di un divario relativo alla richiesta dall’ambiente rispetto alle effettive capacità della persona, che si trovi in una condizione di difficoltà poiché sono presenti delle minorazioni sul piano fisico o sensoriale che non permettono all’individuo di raggiungere i livelli o le capacità dei normodotati, che molto spesso sono la causa di uno svantaggio sociale o di emarginazione.

La scuola, in tutto questo, per garantire l’integrazione ed il successo scolastico dei propri allievi, riconosce e valorizza la diversità evitando che diventi disuguaglianza, mediante la cooperazione con il gruppo classe, che consente a tutti gli studenti uno scambio proficuo di idee e conoscenze per il raggiungimento di migliori risultati, nel rispetto della dignità umana.

L’istituzione scolastica, oltre a svolgere numerose attività, mira soprattutto alla didattica, ovvero, la scienza che riflette le condizioni di insegnamento ed apprendimento. Ha il compito anche di coinvolgere gli studenti in maniera diretta e partecipativa stimolandone le capacità individuali, facendoli divenire protagonisti nella propria scelta educativa.

Il buon insegnante è colui che, non si limita, come in passato, a selezionare la didattica in modo passivo ed indifferenziato, invece contribuisce a promuovere una didattica più innovativa che favorisca una programmazione, progettazione e mediazione culturale; in modo da realizzare percorsi per tutti e per ciascuno, cioè capaci di tenere conto delle differenze individuali, in una logica di uguaglianza.

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Fonte di riferimento:

Problemi di pedagogia di Ugo Avalle e Michele Maranzana.


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