Immigrazione, fattore di crescita o disperazione?

nfabiola (52)in #ita • 6 years ago (edited)

Immigrazione, fattore di crescita o disperazione?

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Un altro carico di disperati è giunto nelle nostre coste.

Con il miglioramento delle condizioni atmosferiche sono circa 1.361 i migranti, tra i quali anche donne e bambini, giunti in Italia, nelle coste del Mediterraneo, nel fine settimana tra il 21 e 22 aprile; circa un quarto del dato complessivo registrato dall'inizio dell'anno 2018.

Alcuni dei più sfortunati, non sono mai giunti a destinazione, un sogno di libertà e di una vita migliore annegato nel mar mediterraneo e conclusosi drammaticamente con la morte.

Una storia che si ripete oramai da anni con frequenze quasi quotidiane, ed a nulla sono serviti gli interventi posti in essere dal nostro governo per arginare tale fenomeno che assume dimensioni sempre più enormi, con difficoltà gestionali che mettono a dura prova il nostro paese, il primo ad accogliere questi sventurati che della loro vita conoscono guerre, tirannie, fame e miseria.

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A farne le spese in primis è il meridione, soprattutto la Sicilia ove avvengono più frequentemente gli sbarchi e dove si vive un’emergenza continua per le istituzioni locali, per le forze dell’ordine, per il personale preposto all’accoglienza ed all’identificazione e per i cittadini.

Un continuo crescendo che spesso ci coglie impreparati logisticamente, che talvolta ha suscitato critiche da parte dei mass media nazionali e stranieri, ma a differenza di altri, che hanno chiuso le loro frontiere, compiamo umanamente ogni sforzo, per salvare una vita, per dare una speranza a chi non crede più nella vita, a chi è disposto a morire affogato nel mar mediterraneo pur di avere un briciolo di futuro migliore.

La disperazione è cosi tanta che costoro affidano il proprio corpo e quello dei propri cari a trafficanti senza scrupoli, per un viaggio della speranza, alcune volte, dalle conseguenze fatali.

La lista dei morti, purtroppo, continua a crescere, lascia l’amaro in bocca, e vedere quelle bagnarole stracolme, oltre l’immaginazione, fa rabbrividire.

Ancora di più è ripugnante dover constatare che persone si arricchiscono o fanno la propria fortuna sulla pelle di costoro.

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Il fenomeno dell’immigrazione è un problema serio e va affrontato con responsabilità e saggezza, ma anche con la necessaria fermezza, per evitare si possa infrangere quel patto di coesistenza civile tra Istituzioni, cittadini e solidarietà, un patto che ultimamente stenta a reggere, anche per colpa degli egoismi da parte dei fratelli europei, alcuni dei quali pensano che la dignità di un paese si può comprare con una manciata di euro.

Noi italiani ne sappiamo qualcosa.

L’immigrazione controllata, in generale, non è mai stata un problema, ma un valore aggiunto dove si incrociano, si confrontano e si integrano civiltà e culture diverse.

Alcuni paesi hanno tratto dai migranti un fattore di crescita importate, in presenza, ovviamente, di condizioni favorevoli. Anche l’Italia ha bisogno e non può fare a meno degli stranieri, ma non può certamente accoglierli tutti.

Gestire frequentemente grandi masse è cosa diversa e costituisce un serio problema, può innescare disagi, reazioni, conflitti, allorquando il paese ospitante non è in grado di consentire ad un numero così enorme di migranti un decente inserimento nel tessuto civile e produttivo del paese, ed ha necessariamente bisogno di essere sostenuta dagli altri partner europei che debbono fare la loro parte, in maniera concreta e diretta, anche per rimuovere o contenere fattivamente le cause che determinano esodi così massicci.

In questa ottica ci si deve muovere in maniera unitaria, occorre anche una rivisitazione delle regole e dei trattati, una disciplina specifica che attenga a fenomeni di tale portata, in modo che ogni paese dell’unione sia costretto a fare ciò che è giusto con coscienza ed umanità.