Wilderness, la Natura selvaggia dalle montagne sta ritornando per le nostre strade

in #ita6 years ago

Wilderness. Natura selvaggia.

Lupi e sciacalli nei nostri magredi, falchi che nidificano sui campanili e nei grattacieli. Corvidi come le cornacchie, le gazze, le ghiandaie e le taccole che mettono su casa nei parchi pubblici. E poi picchi che scelgono di scavare il nido in un albero davanti a casa nostra. La tortora dal collare e il colombaccio che nidificano e vivono in folti stormi perfino a Pordenone. I gabbiani, tipici uccelli marini, che ripuliscono le campagne dei pochi invertebrati che ancora ci vivono, fin sotto alle montagne, in ogni stagione dell’anno. Ma non solo: caprioli che si materializzano in mezzo al traffico a Udine, cervi che corrono nelle vie centrali di Cordenons, camosci che si rizzano sulle zampe, splendidi ed alteri, sulla scalinata del Sacrario di Redipuglia, venendo immortalati in video diventati virali in poche ore.


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Sembra l'inizio di una novella di Stephen King...
Non è nulla di grave o di inquietante, ovviamente, ma non è neanche un segnale così lusinghiero. La comparsa dei selvatici alle soglie delle città o dentro le città stesse, fenomeno che si sta palesando in modo eclatante ormai da qualche anno a questa parte, può essere letto sotto due differenti punti di vista. In generale la crescita e l'allargamento esponenziale delle oasi di wilderness nel nostro territorio montano è un segnale positivo dal punto di vista naturalistico, anche se lo è molto meno sotto il profilo antropologico. E' chiaramente la conseguenza dello spopolamento della montagna che, iniziato una cinquantina di anni fa, ha consentito progressivamente alla foresta e ai suoi abitanti di riconquistare vaste aree, un tempo adibite a pascolo.
Fino agli anni Cinquanta del secolo l'uomo si spingeva fino nelle più profonde valli per fare legna e fino quasi sulle cime delle montagne per la fienagione. Oggi vaste zone delle nostre vallate, sono completamente abbandonate e questo ha favorito un progressivo rinselvatichimento e il ritorno della foresta alpina laddove una volta c'erano i pascoli.
Tutto ciò ha creato le condizioni per il ritorno dei grandi erbivori e di predatori, che da noi erano scomparsi o quasi. Fino a tutti gli anni Ottanta sul nostro territorio contavamo due nuclei di cervi, in Pian Cansiglio e in alta Val Settimana, a Claut. Ora sono ovunque, anche in pianura, e sono ritornati l'orso, la lince e il lupo. In alcuni casi ci sono state delle liberazioni a scopo venatorio. Come per il cinghiale, che poi si è riprodotto diffusamente in modo più rapido del previsto.


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Circa un mese fa avevano suscitato grande sorpresa alcune foto riprese da un quotidiano locale che ritraevano una coppia di lupi nelle brughiere in prossimità di Sequals. In realtà, aldilà della prontezza del fotografo nell'immortalare i due esemplari, la presenza di questi predatori non è più così rara.
Il lupo sul nostro territorio è sempre esistito, ma da almeno cento anni questo predatore era stato completamente sterminato. Ora, proveniente dall'area balcanica e dagli Appennini, ha rifatto capolino e non solo in montagna. Da un anno a questa parte è stato segnalato a Grizzo di Montereale, ad Aviano, a Maniago, a Sequals. Fin qui le note positive. Quelle dolenti arrivano proprio dal fatto che sempre più di frequente i selvatici si spingano fin dentro alle città. Gli animali sono alla ricerca di cibo e le verdi periferie prossime ai centri abitati costituiscono una grande mangiatoia. E non dobbiamo dimenticare che dietro agli erbivori, per natura, prima o poi, si accodano i loro predatori.


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Le nostre campagne, negli ultimi decenni, sono state letteralmente devastate, sterilizzate, desertificate dai pesticidi e dagli altri veleni dell'agricoltura intensiva. Si stanno perdendo tante forme di biodiversità.
Quindi, se in montagna le isole di wilderness si stanno ampliando, nelle campagne la situazione è tutt'altro che confortante. Il fatto che la fauna selvatica faccia capolino fin a ridosso delle nostre case per cercare cibo è un altro indicatore che testimonia quanto semplificata e monotona sia diventata la campagna.

si ringrazia particolarmente per il suo contributo
Piergiorgio Grizzo
giornalista e scrittore

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Che bellezza. A Roma al massimo nugoli di storni puzzolenti ed enormi gabbiani che si contendono i cassonetti coi gatti.

Per fortuna... mica vorresti avere degli orsi in giro per il raccordo anulare ? :)

Magari! Ma sarebbe un disastro 🐻

Perché un disastro? Qualche orso che gira per la città sarebbe carino.. :)

Per quello dicevo magari. Ma sul raccordo finirebbero vittime di disastri automobilistici.

Bel post... amo la natura! Provo a vedere se si riesce a prendere un voto da @Steemstem, anche se ci sono poche fonti! Un saluto @giornalista

Grazie molte, questa cosa delle fonti non la riesco a capire bene, dovreste farci un bel post chiarifcatore, noi mica siamo giornalisti, diamo le nostri opinioni

Ciao è più semplice di quello che credi... ci sono tanti modi per trovare pubblicazioni autorevoli da citare! Sul Canale Discord di Davinci c’è la stanza “link utili” dove puoi trovare parecchie nozioni base! Nel mentre ti giro un post per avere nozioni base https://steemit.com/ita/@itastem/ecco-come-prendere-assicurarsi-che-un-post-venga-curato-da-itastem ! In più puoi leggere qualche post scentifici mio o di @aboutcoolscience @pikkio82 ecc ecc per capire sul piano pratico di cosa parlo! Un saluto @giornalista

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