Elettrosmog - cellulari e wi-fi. Fanno veramente male?

in #ita7 years ago (edited)

Elettrosmog



L'atteggiamento di tutte le grandi Corporation che producono telefoni cellulari si può riassumere così. Quasi tutte, nel foglietto delle istruzioni, scrivono, magari in piccolissimo, che il mobile è uno “strumento di emergenza”, che deve essere usato con molta moderazione e che non va tenuto addosso. Il che significa: non solo non va tenuto incollato all'orecchio, ma addirittura non dovrebbe stare a contatto con il corpo.  
Quindi??? I telefonini fanno male o no? Sì! No! Nì!  
Boooh! Quest'ultima è forse la risposta più schietta che, allo stato attuale, si possa dare, visto che la ricerca medica su questo controverso argomento è ancora molto indietro. Chilometri indietro rispetto alla ricerca tecnologica e all'importanza che la telefonia mobile e i sistemi di comunicazione wi-fi hanno ormai nella vita quotidiana di tre quarti della popolazione mondiale (nel nostro Paese la diffusione dei cellulari è del 150 per cento, uno e mezzo a testa, tra le più alte al mondo...).

Partiamo dalle poche nozioni certe. Sul piano giuridico in Italia c'è stata nel 2012 l'ormai famosa sentenza della Cassazione, relativa al caso di Innocente Marcolini, nella quale la Suprema Corte ha stabilito per la prima volta un legame di concausalità tra un forte uso del cellulare e un tumore al nervo trigemino. Marcolini, manager cinquantenne, responsabile commerciale di una multinazionale, per lavoro stava al telefono (cordless o cellulare) una media di 5-6 ore al giorno, per dodici anni. Nel suo caso la Cassazione ha sconfessato addirittura L'Inail, riconoscendo che i giudici di secondo grado avevano citato la letteratura scientifica giusta e avevano fatto bene a riconoscere che una causa della malattia e della successiva invalidità del manager era stata proprio l'utilizzo del telefono. 

Ma sei il diritto è arrivato a tirare una linea, la scienza ancora si muove a tentoni.
La Iarc, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, di recente ha inserito nel gruppo dei “possibilmente cancerogeni” i campi elettromagnetici a radiofrequenza associati all'uso personale di telefoni senza fili. Per capirci meglio nello stesso gruppo ci sono anche il caffè, la saccarina, l'atrazina e il DDT. Quindi, almeno all'apparenza, il rischio per la salute dovrebbe risultare alquanto modesto. Lo studio, in realtà, rileva “limitate” evidenze di cancerogenicità associata all'uso personale di telefoni senza fili, cioè delle evidenze positive da approfondire con ulteriori studi; il che equivale in pratica ad una sospensione del giudizio in attesa di future ed eventuali ricerche.

Più drastico è il professor Nicola Limardo, che oltre ad insegnare presso l'Università La Sapienza di Roma è ad essere stato candidato al premio Nobel per la Fisica nel 2003, è l'autore di un brevetto internazionale chiamato Skudowave, che, in parole povere, è un accessorio (un nanoprocessore) da applicare ai telefonini per ridurne le emissioni nocive. “E' certo – spiega – che le onde elettromagnetiche dei cellulari creano un danno biologico, ossia un'alterazione, sempre reversibile, a livello cellulare. Il danno biologico non è che l'anticamera del danno sanitario, ossia della patologia vera e propria. Non è certo che si trasformi in malattia, ma è certo che se non c'è non può esservi malattia. Per questo è importante ridurlo drasticamente.”   

La stessa Agenzia Regionale del Friuli Venezia Giulia per la Protezione Ambientale, sebbene il suo compito primario sia quello di effettuare rilevamenti, non di predisporre azioni di tipo sanitario, ha promosso già tre anni or sono una campagna informativa rivolta ai ragazzi delle scuole, che può costituire comunque un utile vademecum per tutti. “Ci vuole buon senso e moderazione – spiega la dottoressa Anna Bampo, responsabile dell'Arpa del Friuli Venezia Giulia per l'inquinamento elettromagnetico – questa è la regola d'oro”. Dal punto di vista pratico è preferibile evitare di tenere il cellulare a contatto con il corpo e quindi di infilarlo nella tasca dei pantaloni o della camicia. E' meglio evitare di chiamare quando c'è poco segnale, perché in questo caso il cellulare aumenterà la sua potenza per raggiungere ugualmente la connessione. Stessa cosa quando si è in movimento, per esempio in auto. Inoltre nella vettura si sviluppa l'effetto Gabbia di Faraday: le radiazioni emesse dal cellulare all'interno dell'automobile vengono trattenute dall'involucro di metallo, ferro che non le fa uscire, quindi il cellulare deve aumentare la potenza per riuscire a connettersi all'antenna. Quando si effettua una chiamata è meglio attendere la risposta prima di avvicinare il telefono alla testa: durante il tentativo di connessione, infatti, il cellulare emette più radiazioni.
Nel suo volantino l’Arpa suggerisce di non tenere il cellulare vicino al letto, se proprio bisogna tenerlo in camera da letto è preferibile attivare la modalità ‘aereo’ e porre il dispositivo ad una distanza superiore al metro. Così come, durante la notte, sarebbe opportuno spegnere i dispositivi wi-fi (sempre meglio comunque tenerli ad almeno un metro dalla persona, per esempio dalla postazione di lavoro). Inoltre è consigliato fare telefonate brevi, inferiori ai 5 minuti, e alternare l'orecchio. Infine i bambini non dovrebbero utilizzare cellulari, smartphone, tablet e cordless.

In Francia il governo promuove campagne di informazione piuttosto massicce per incoraggiare i genitori ad evitare che i figli minori di 12 anni utilizzino dispositivi wi-fi. In Italia, invece, su questo aspetto siamo ancora piuttosto carenti.    

L'Arpa, dunque, è l'ente pubblico deputato ad occuparsi, tra le altre cose, di elettrosmog, ambito nel quale rientrano tutti gli impianti di telecomunicazioni: il wi-fi ad uso domestico, ma anche e soprattutto le SRB, le stazioni radio base per la telefonia mobile (le antenne dei telefonini) e le RTV i ripetitori per l radio e la tv. Questi ultimi, i più potenti per emissioni, sono quelli tenuti sotto maggiore controllo, anche perché, trattandosi di impianti datati, sono stati installati a loro tempo senza parere preventivo.  
L'Arpa tiene il catasto di tutti gli impianti di telecomunicazione ed emette, sulla scorta dei suoi rilevamenti, pareri obbligatori preventivi all'installazione degli impianti stessi. Inoltre continua ad effettuare rilevamenti anche durante il funzionamento degli impianti stessi.  

Purtroppo il progresso tecnologico, spesso guidato dalla foga di vendere, dimentica l’importanza di valutare i propri progressi in tutte le direzioni possibili. 

Fonti immagini (tutte CC0 creative commons):
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Piergiorgio Grizzo

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Come tutte le onde non ionizzanti si osserva sulla materia un semplice aumento di temperatura, l'alterazione reversibile si riferisce a questo. Ore di cellulare o rimanere sotto la calura del sole estivo danno più o meno effetti collaterali simili. Per questo dopo lunghe telefonate proviamo mal di testa o cose simili, semplicemente perchè in quel momento abbiamo "la febbre". Una connessione tra questo (chiaramente non molto piacevole se continuativo) ed un vero danno o malattia non è mai stato dimostrato. Probabilmente è più dannoso prendere il sole in spiaggia a mezzogiorno ad agosto che qualche sporadica telefonata, allo stesso modo naturalmente sarebbe meglio evitare di mettere ripetitori wifi sul comodino accanto al letto.

Non c'è certezza ma tutti mettono le mani avanti. Quindi nel dubbio credo sia opportuno non abusarne. Bel post interessante e utile.

Grazie, se ti fa piacere seguimi, ho scritto e scriverò articoli sullo stesso filone.

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