All'estero, cosa mangiamo?

in #ita7 years ago (edited)
Quando qualcuno parla di “italiano medio”, lascia sempre intendere che tale appellativo è rivolto a tutti, tranne che a se stesso.
  • Ma cosa stai facendo? ti stai comportando da ITALIANO MEDIO!
  • Ma cosa stai dicendo? Il tuo è un ragionamento da ITALIANO MEDIO!

Ma davvero siamo sicuri, che certi comportamenti, atteggiamenti o modi di pensare, cioè da italiano “medio” nessuno di noi li ha mai avuti?
Perché altrimenti, se il medio è sempre l'altro, …l’italiano medio VERO chi è?

ALTRA TARGA LONDINESE

Ecco una “targa” che ho visto a Londra, dopo la targa di Portobello Road, come ho scritto nel pecedente post.
In questo caso, non si tratta di una targa di una via, ma è un foglio appeso nell’ascensore dell’Hotel, in zona Whitechapel.

ascensore.jpg
foto di mia proprietà

Confrontandomi con alcuni amici, c’è chi lo ha interpretato in maniera negativa. Cioè come una critica nei confronti della cucina italiana.
C'è chi dice che il cibo italiano, gli inglesi possono solo sognarlo, chi sottolinea che i migliori chef al mondo sono italiani.
A me sinceramente, questa frase, non sembra una critica, ma al contrario un elogio.
Ma prima di continuare, provo a scrivere una traduzione, a beneficio di coloro che stanno leggendo, e che non conoscono l’inglese.

Il problema di mangiare cibo italiano, è che il giorno dopo hai ancora fame.

Per come posso intenderlo io, significa che “siccome, il giorno dopo avrai ancora fame, avrai ancora voglia di mangiare cibo italiano”.
A prescindere dal fatto, che il giorno dopo avrai ancora fame, anche se la sera prima hai mangiato cibo non italiano, credo di poter dire che gli italiani, quando vanno all’estero, potrebbero trovare difficoltà nel procurarsi cibo “passabile”.
Quel cartello, secondo me, fa capire che il cibo italiano ce lo invidiano, e questo rafforza ancora di più la preoccupazione di procurarsi cibo, dell'italiano medio all'estero.

COSA MANGIARE??

Ho cercato di racchiudere, gli italiani che cercano un posto per mangiare quando sono all'estero in tre macrocategorie

Categoria 1 - GLI INOSSIDABILI

Cercano forsennatamente ristoranti italiani. E li trovano eh? Ma quasi sempre “turistici”, dove il piatto forte sono le lasagne alla bolognese (pronunciato BOLOGH-NESE), dove l’acqua frizzante S. Pellegrino costa più di una birra. Cotoletta alla milanese e patate fritte. Chi appartiene a questa categoria, rabbrividisce solo all’idea di provare le specialità locali. Piuttosto mangia male. Si insomma mangia male, ma italiano.

Categoria 2 - GLI ALTERNATIVI

Esattamente il contrario della prima categoria. Anzi, aspramente in conflitto con essa. Ma come? Sei fuori dall’italia, hai la possibilità di conoscere culture diverse, e tu a cosa pensi? A MAGNÀ???
Quindi, con lo stessa intransigenza dei primi, si buttano nel ristorantino tipico, e ordinano dal menù…anche senza capire esattamente cosa mangeranno. E’ quasi sicuro che arriverà un piatto simile ad una zuppa, oppure carne con cetrioli o fagiolini come contorno. O la classica Cesar Salad. Spesso l'aglio può essere un ingrediente predominante. Carne di…?

Categoria 3 - I PRUDENTI

Vabbè, non vorremo mangiare pizza anche qui? La pizza come la fa Pasquale non la fa nessuno. Le lasagne? Qua?? Ma chi vogliono prendere in giro? Io mangio solo le lasagne di mia nonna!
Si, ma non vorrai mica andare in un ristorante del posto? E se ci danno da mangiare qualcosa che ci fa male? Al cugino dell’amica di mia sorella, hanno servito spezzatino di serpente e topo!
Facciamo una cosa, andiamo sul sicuro, buttiamoci su McDonald, Subway, KFC che sono uguali in tutto il mondo.
Il cibo è lo stesso a Londra, Milano, Parigi, Madrid... Cosi se l'anno prossimo andiamo a Parigi, faremo lo stesso.

CHE PROBLEMA....

Praticamente, il limite (mentale?) dell’italiano (medio?) all’estero è….come mangiare.
Devo ammetterlo, pure io…un po' schizzinoso lo sono, e pur non essendo un tifoso ne della categoria 1, ne della categoria 2, ma assolutamente contrario alla categoria 3, sono portato a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte.
La cosa bella di essere in vacanza nelle grandi città, è fare colazioni abbondanti, visitare tutto ciò che c’è da vedere, e porsi il problema di mangiare alla sera.

colazione.jpg
foto di mia proprietà

Con una colazione come questa, si può arrivare tranquillamente a sera senza problemi.
E una cosa che non avrei mai detto: ho apprezzato, e anche molto il caffè americano a colazione. Avevo il preconcetto che fosse “acqua sporca”. Niente affatto, è proprio buono. Sorseggiato con la tranquillità di chi non ha fretta di andare al lavoro, questo è vero, ma buono!

E quando viene sera? Che si mangia?
Insomma….un po di spirito di adattamento, suvvia!

Pie.jpg
foto di mia proprietà

A Londra ho avuto modo di assaggiare la Pie. Praticamente un tortino salato, ripieno di carne, funghi e birra. Devo ammettere che davvero non è male. Un gusto particolare, da provare sicuramente.

Però, se fossi inglese, credo che potrei tranquillamente appendere cartelli come quello in ascensore.

Solo un preconcetto ancora non ho rimosso. La Pizza, meglio mangiarla in Italia…

Sort:  

Come sempre un post magistrale.
Il problema di mangiare cibo italiano, è che il giorno dopo hai ancora fame.
Vero, suona come un complimento ma...non potrebbe essere interpretato a livello quantitativo del cibo? Hai ancora fame al giorno dopo da quanto hai mangiato poco?
Oggi appartengo alla categoria 2) ma quando andai a Londra nel lontano 1998 (non so se oggi le cose siano cambiate in meglio e mi auguro fortemente di si) la cucina locale era immangiabile e ho appartenuto quindi massicciamente alla categoria 3) (Fatta eccezione per i mitici hot dog venduti per la strada di cui ho un ottimo ricordo)

ah ah ah Grazie....io poi con la quasimoglie cuoca sono abituato bene!

Ottimo articolo! Probabilmente la nota appiccicata in ascensore serviva a creare un (potenzialmente infinito) argomento di discussione in caso si restasse bloccati là!

Concordo su quasi tutto, ma il caffè americano no, non si può bere. A Palermo lo chiamiamo "acqua i puippu", che significa, letteralmente, "acqua di polpo", ovvero acqua sporca. Ho provato a farmelo piacere in tutti i modi; a lavoro tutti i colleghi erano esaltati all'idea di questo bicchierone pieno di acqua nera da sorseggiare durante il giorno, ma io proprio no, neanche con dieci cucchiaiate di zucchero. Quanto è bello il nostro espresso!

Ciao e grazie per il commento!!! Anche io amo l'epresso, ma ti dirò che ho apprezzato pure quello!!!
Ad ogni modo, la pizza mette d'accordo tutti credo!!! :-D

Io appartengo alla categoria del “italiano fatto male proprio no” e “adoro assaggiare, provare e scoprire le chicche della cucina locale”.
È vero che pensiamo molto al cibo e infatti cerco sempre i posti dove pranzare e cenare con attenzione :) quando poi ti porta in giro qualcuno del posto, ancora meglio :)

Eh si....con un ottima guida, è tutto piu facile!

Il problema di mangiare cibo italiano, è che il giorno dopo hai ancora fame.
Io la interpreto così: il cibo italiano è così buono che il giorno dopo ti viene a mancare quel sapore e ne vorresti mangiare ancora perché al solo pensiero ti viene fame.
Io quando viaggio sperimento i piatti del posto 😊

Si, credo che questa sia l'interpretazione che mi piace di più

Ti ringrazio 😉

Aahah e' proprio vero ma si impara. Quando avevo 14 anni i miei mi portarono a Parigi e visto che ero un'adolescente rompipalle, in una brasserie parigina, ordinai un piatto di lasagne. Lo schifo e il disgusto, ovviamente. E una lezione che mi sono ricordata tutta la vita...quando sei all'estero magni quello che si magna li' e basta.

È vero!!! GRAZIE per avere commentato!!

Io credo di non rientrare in nessuna delle tre categorie di italiani e il cibo all'estero. Noi siamo per assaggiare assolutamente i cibi locali ma ricercati con cura senza buttarci nel primo ristorante, il più turistico che esiste, nel pieno centro città. In Spagna, come per esempio Valencia, era bello perdersi a passeggiare tra le molte viuzze della zona di Ruzafa e fermarsi dove i profumi e il menù più ci ispirava ben consapevoli di quello che potevamo trovare come piatti tipici. Per esempio non mangi la Paella in centro dove ci sono tutti i ristorantini tipici spenna turisti, ma la prendi al Mercato Central, nei chioschetti dove comprano anche i locali. Stessa cosa posso dirla della Bulgaria, dove c'era un mercato coperto nel centro fantastico con una gastronomia da asporto ottima e assaggi cose nuove. Non capisco chi viaggia e mangia da Mc Donald o simili, può capitare una sera, per assurdo a Tokyo sono entrata da Burger King una sera passeggiando e ho preso un panino perché mi andava, ci può stare, ma altrimenti ho mangiato cibo locale e fatto la spesa al supermercato per tutti gli altri giorni, non ci avrei mai consumato i miei pasti. Il bello di questo è che anche i nostri tre figli piccoli ci seguono in questa nostra buona abitudine dell'assaggio e del provare cose nuove, non siamo come certi genitori che "Aiuto!!Abbiamo un bimbo quindi solo Italia perché se no cosa gli diamo da mangiare!?"Ecco questo è il comportamento tipico dell'italiano medio secondo me.

Hai ragione...evidentemente ho semplificato stilando quelle 3 categorie. Ma credo l'approccio migliore sia quello che tu dici. Un po' come abbiamo cercato di fare anche noi..! :-)

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