SUISEKI: le pietre evocative nell'arte giapponese
Il Giappone sotto molti punti di vista è un Paese con profonde tradizioni radicate nel passato: nella maggior parte dei casi esse sono legate alla Natura, come Madre generatrice e grande fonte di ispirazione per artisti di ogni tipologia. Il bonsai ne è una grande rappresentazione: queste piccole piante in vaso vengono coltivate in modo che poi assomiglino maggiormente a quelle che troviamo nei boschi, sulle montagne e nei prati. L'artista in questo caso non è altro che un attento valutatore e conoscitore della Natura, della quale cerca di capire ogni aspetto.
Un altro filone, molto vicino a quello bonsaistico, è quello del mondo dei suiseki: si tratta di pietre evocative, con lo scopo appunto di richiamare alla mente qualcosa. A seconda infatti di quale voglia essere il riferimento, questi suiseki vengono classificati in varie categorie, che oggi voglio andare a descrivervi. Cercherò di non andare troppo nel dettaglio e raccontare quelle che sono le principali tipologie, anche offrendo delle immagini, raccolte in una delle ultime mostre che ho visitato.
Precisazione importante è che le pietre in questione non sono state modificate dall'uomo: sono solamente state ripulite da incrostazioni e valorizzate con supporti, che spiegherò meglio in seguito. Il materiale generalmente è il palombino, ma è sempre bene tenere in considerazione il fatto che ogni sostanza che lo compone, se piacevole alla vista, è accettato, ad esclusione del bianco, quando prevale sull'intero sasso.
PIETRA MONTAGNA
In questo caso la selezione del suiseki avviene perché richiama alla mente un promontorio montuoso e la forma della pietra ricorderebbe delle vette. A seconda poi della struttura dell'oggetto si può parlare di catena montuosa o di singola montagna. Inoltre si può distinguere il suiseki che richiama la montagna, se questa sia "vista da lontano o da vicino" a seconda di quanto sia accentuata ed acuta la cima della vetta.
In questo caso la tipologia di suiseki montano viene spesso associato anche ad un bonsai, visto che richiama implicitamente il luogo di provenienza e l'habitat naturale dell'essenza. In una mostra dedicata alle pietre espositive questa variante è la più presente, visto che comunque la più facile da reperire, da comprendere e da abbinare in uno spazio espositivo.
Suiseki di catena montuosa
Per esporli spesso vengono posti su un tavolino ed il suiseki stesso poggia su un daiza che non è nient'altro che una base ottenuta dall'appassionato attraverso la lavorazione di un pezzo di legno con il negativo della parte inferiore della pietra. Si tratta di un lavoro di artigianato lungo ed impegnativo. Ovviamente maggiormente il daiza si adatta alla base della pietra e migliore sarà i risultato finale.
PIETRA LAGO
In questo caso il suiseki ha una forma tale che presenta una concavità. Un punto nel quale si potrebbe depositare dell'acqua per formare appunto uno stagno o un lago. Ancora una volta il richiamo alla natura è molto forte ed importante anche la naturalezza che la concavità, nel dettaglio, e la pietra, nel suo complesso, devono avere. In Giappone la non simmetricità delle cose è ricercata: anche in questo caso una protuberanza perfettamente rotonda non sarebbe accettabile e sarebbe vista troppo artificiale; si ricercano quindi forme molto asimmetriche.
PIETRA ISOLA
Molto simili alle pietre montagna, in questo caso però il profilo del suiseki, pur richiamando un promontorio, ricorda un'isola: si tratta precisamente di come l'appassionato scelga di esporla. In questo caso infatti non si utilizza il daiza, ma un suiban ovvero un vassoio, solitamente di colore azzurro, celeste o blu, proprio per richiamare l'acqua. In alcuni casi si aggiunge anche l'acqua stessa nel vassoio.
Solitamente la pietra isola viene preferita durante il periodo estivo o tardo primaverile, quando la presenza dell'acqua richiama alla freschezza: nella foto seguente è particolare l'abbinamento con la piantina da compagnia (shitakusa) che è un bambù nano. Nella tradizione nipponica questa essenza è legata per antonomasia all'acqua che ritroviamo nel suiseki stesso, come in un filone che inizia dalla pietra, va alla shitakusa e torna al suiseki.
PIETRA CASCATA
In questo caso la pietra presenta una componente bianca, costituita probabilmente da quarzo, che ricorda la cascata. Pur sembrando un tipo di suiseki banale, anche in questo caso ci sono alcune regole che richiedono che la pietra abbia una forma ben precisa: è importante che non si veda palesemente la partenza della cascata, ma quasi sembri che l'acqua fuoriesca da dentro la pietra.
Abbinamento suiseki / bonsai
PIETRE ANTROPOMORFE
Anche l'uomo è figlio della Natura e come tale è concepito nel mondo bonsai. In questo caso però la limpidezza nel richiamare una determinata postura non è così chiara nel suiseki: certe volte in questo tipo di pietre infatti è necessario usare molta fantasia ed in alcuni casi non si arriva ad una conclusione affine a quella del proprietario stesso. E' bello infatti, di fronte a questi suiseki, interrogarsi su cosa una persona ci veda ed insieme agli altri discuterne. La forma del daiza di questa tipologia di pietre è diverso da quelli visti precedentemente: più grande e strutturato, anche per dare una sicurezza di stabilità.
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