RINVASO BONSAI

in #ita5 years ago (edited)

L'arte bonsai è costellata di varie tecniche, grazie alle quali si ha la possibilità di far crescere le nostre piante in vasi di piccola e media grandezza. Con il tempo ovviamente ogni vegetale (non solo i bonsai) contenuto in un vaso cresce ed allo stesso tempo anche il proprio apparato radicale tende a rimpire l'intero contenitore, il quale quindi diventa saturo. I bonsaisti così periodicamente e nel periodo migliore (solitamente a marzo, quando la pianta è ormai prossima al risveglio vegetativo) operano un rinvaso.
Nell'episodio di oggi vorrei quindi proporvi una serie di fotografie di un rivaso che ho personalmente operato su un mio bonsai: in questo caso si è trattato di un cotoneaster microphyllus che posseggo ormai da 10 anni e che possiamo per certi versi considerare anche "finito", se mai un bonsai, in quanto essere vivente ed in continua crescita, lo si possa considerare "finito".

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Cotoneaster Microphyllus appena rinvasato Immagine dell'autore

GLI ATTREZZI DEL MESTIERE

Per quanto riguarda gli attrezzi del mestiere nel dettaglio rimando a questo post, dove ho elencato e descritto le varie tipologie di attrezzi che possono servire per coltivare un bonsai ed in particolar modo per il rinvaso: in questo caso necessiteremo di un rastrellino o di un bastoncino robusto (anche quelli del giapponese vanno benissimo!) per districare le radici, un paio di forbici da radici, un paio di pinze e delle tanaglie per tagliare il filo di alluminio con il quale legheremo la pianta al vaso.

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Gli attrezzi necessari per il rinvaso Immagine dell'autore

Ci servirà inoltre anche il composto di terriccio (che poi terriccio non è; per chi se lo fosse perso rimando a questo post in cui ho descritto l'importanza dei vari terricci nel bonsai) che in questo caso è stato 50% akadama e 50% pomice. In entrambi i casi di granolumetria fine, trattandosi di un bonsai di piccole dimensioni con poco spazio per le radici.

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Mix di akadama e pomice Immagine dell'autore

PASSIAMO AL RINVASO

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Cotoneaster prima del rinvaso Immagine dell'autore

Il bonsai si presentava così al rinvaso: la terra molto compatta e ricca di radici aveva trasmesso a me, bonsaista, l'impresione che fosse arrivato il momento giusto per il rinvaso. Importante, e lo si deduce anche dalla foto, che il terreno debba essere secco, così da facilitare il districamento delle radici.

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Zoom sul terreno e dettaglio dei fili di ancoraggio Immagine dell'autore

Il bonsai è fondamentale che venga ancorato al vaso, così che non possa muoversi durante la sua permanenza nel contenitore, che si protrarrà anche per alcuni anni. E' importante quindi legarlo al vaso con dei fili, che come vedremo più avanti verranno fatti passare dai fori di drenaggio, elementi imprescindibili in un vaso per la sopravvivenza del bonsai o delle piante in generale, così da salvaguardarlo dal marciume radicale.
Si opera così come primo passo al taglio dei fili di fissaggio per liberare la pianta, che viene estreatta.

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Le radici del Cotoneaster Immagine dell'autore

Il bonsai in questo caso è piccolo e di conseguenza il quantitativo di radici non è (e non deve essere) troppo eccessivo, altrimenti la pianta avrà trascorso un periodo di sofferenza. In questo caso le radici avevano riempito a sufficienza il vaso ed il momento del rinvaso era corretto; inoltre si può capire anche se la pianta nelle stagioni passate sia cresciuta bene. In questo caso direi di sì!
Particolare da notare come intorno alle aree dei fori di dreanggio le radici non si fossero sviluppate molto.

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Il vaso pronto Immagine dell'autore

Solitamente, prima di operare sul bonsai, mi dedico al vaso, così che sia già pronto una volta conclusa l'operazione di districamento radici. Come si nota dalla foto i fori di dreanggio molto grandi (proprio per evitare il rischio di marciume radicale) devono essere coperti da una rete in plastica, così da evitare che il terriccio fuoriesca dal vaso. Per ancorarle sono necessari due filini di fissaggio. Dai due fori poi si fa passare anche il filo di ancoraggio del bonsai al vaso: io preferisco di solito usarne due, uno sul fronte ed uno sul retro (come vedremo più avanti) così da avere una tenuta più stabile.

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Fili di fissaggio sotto il vaso Immagine dell'autore

Nella fase successiva con il bastoncino o con un rastrellino si tenterà di districare le radici: non abbiate paura ed anzi, siate energici nel districare la maggior parte delle radici. I capillari dobbiamo ricordarci che sono la tipologia di radice che dobbiamo preservare, mentre le radici fittonanti devono essere tagliate in modo tale da interromperne la crescita.
In questo caso il bonsai è coltivato da diversi anni e quindi il numero di radici fittonanti è scarso, mentre erano moltissimi i capillari, come si vede dalla foto successiva.

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Le radici appena districate Immagine dell'autore

L'operazione seguente è quella di tagliare le radici troppo lunghe: in gergo poco tecnico e molto "hobbistico" noi bonsaisti siamo soliti dire che "facciamo i capelli al bonsai".
La riduzione della quantità di radici deve essere di circa 1/3 del totale iniziale e dovremo concentrarci soprattutto sui lati e nella parte sottostante.
Questo il risultato.

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Il pane radicale appena ridotto di volume Immagine dell'autore

A questo punto, con il bonsai ormai pronto, predispongo il vaso che il terriccio sul fondo. Solitamente il posizionamento della pianta deve essere leggermente decentrato su un lato, così da dare un'idea di bilanciamento con il movimento del tronco: verso sinistra rispetto alla linea centrale del vaso se la pianta si sposta da sinistra a destra o viceversa.
Si cercherà inoltre di posizionare una buona quantità di terreno per bonsai sotto il centro della pianta, così da evitare che restino sacche di aria sottostanti.

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777 Immagine dell'autore

Una volta posizionato il bonsai sul terriccio lo smuoviamo un po' tenendolo per la base, così che si possa assestare bene. Dopo uniamo i fili di fissaggio sopra il pane radicale e li leghiamo assieme. ATTENZIONE: non possiamo collegare due estremità di fili diversi, ma sempre gli stessi fili.
Poi con una tecnica di trazione ed avvolgimento fissiamo definitivamente la pianta al vaso, così che non possa muoversi.

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Cotoneaster fissato al vaso Immagine dell'autore

Giunti a questo punto non ci resta che aggiungere il terriccio mancante e facendo uso dello stesso bastoncino impiegato per il districamento delle radici cercheremo di assestare i vari sassolini l'uno contro l'altro. Questo passaggio è forse il più noioso e lungo, ma sicuramente uno dei più importanti, poiché permette di posizionare ogni sassolino al proprio posto ed eliminare le varie sacche d'aria.

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Il vaso riempito del terriccio mancante Immagine dell'autore

Il lavoro è ormai ultimato. Non ci resta che innaffiare il terreno delicatamente, così da non dilavare troppo la terra nuova. Sarà importante dare molta acqua al bonsai, in quanto il secco patito prima del rinvaso per far asciugare bene la terra e durante la lunga operazione di rinvaso venga placato.

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Il terriccio come appare una volta innaffiato Immagine dell'autore

Concluso il rinvaso sarà premura del bonsaista tenere il bonsai riparato dal sole, dato che per circa un mese le radici non saranno attive completamente e l'evaporazione dell'acqua attraverso le foglie potrebbe essere un forte pericolo per il bonsai. Anche per quanto riguarda le concimazioni sarà importante attendere almeno un mese prima della successiva somministrazione: questo per due motivi, in quanto il terreno è comunque già ricco di materiale organico ed inoltre le radici sono ancora deboli.

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nice post!!!

!dramatoken

Grazie RaN!
Molto gentile anche x il token 😊👍

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Questo post è stato condiviso e votato dal team di curatori di discovery-it.

Grazie!!!😊👍

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beautiful... Thanks for share.

Ma qui le cose serie allora! Veramente bello!! il cotoneaster microphyllus l'ho piantato qualche anno fa su in montagna, tollera benissimo il freddo, non pensavo si potesse indirizzare in questo modo, mi hai messo unbel pallino in testa, devo provare, immagino che bello quando fa le bacche rosse!
Belli anche gli attrezzi, sempre piaciuti...

Accidenti quante cose in un solo commento!
Partiamo dall'inizio: l'essenza, essendo da fiore e da frutto, raggiunge il top tra un mesetto quando mette i fiori ed in autunno con le bacche rosse, di cui parli.
Vorrei fare proprio un post dedicato agli attrezzi.
Per quanto riguarda il rinvaso ed il districamento della parte centrale: ormai di parte organica ce ne è ben poca, visto che sono ormai solo radici. La pianta è con me da 7-8 anni ed in quel caso da almeno 4. Quando il pane radicale è formato cosí si tende a tenere sotto controllo le radici fittonanti e "tagliare i capelli" laterali.
Un saluto!👋

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Aspetto altri articoli a riguardo!!

Ne arriveranno certamente!
La primavera poi è anche ottima per trovare nuovi stimoli.
A presto allora

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