Q: un libro non per tutti

in #ita7 years ago

INTRODUZIONE


Sono da sempre un amante dei libri storici.
Quei libri che rievocano epoche passate. Il Medio-Evo ed il Rinascimento sono per me le epoche più belle ed affascinanti.
Forse sono anche intriganti e misteriose.

Il mio interesse è sicuramente condizionato e probabilmente nasce dal fatto che vivendo in una città come Siena che in questi periodi storici seppe svilupparsi ed ottenere grande prestigio a livello territoriale e culturale.
E' affascinante e coinvolgente la bellezza del Rinascimento con l'usanza del mecenatismo alle corte dei nobili, che vollero esaltare le grandi doti artistiche dei grandi maestri (Donatello, Brunelleschi) , le grandi scoperte degli inventori (Leonardo Da Vinci) e le grande opere letterarie di famosissimi scrittori (Erasmo da Rotterdam). Tutto coadiuvato però da tanti angoli bui di quell'epoca: le tante guerre che incombevano in Europa erano fonte di distruzione e morte, come lo erano anche le epidemie (la peste).
In tutto questo le battaglie per i diritti umani e religiosi erano grandissimi protagonisti. Il più grande di tutti, grande rivoluzionario del post-medioevo, fu sicuramente Martin Lutero: con la sua riforma protestante causò nel nord-Europa inizialmente ed in seguito in tutto il Vecchio Continente grande scompiglio. La Chiesa cattolica vittima della Riforma portata avanti dal teologo tedesco dovette difendere con "le buone e le cattive" il proprio credo.
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CC1 creative Commons
Ritratto di Martin Lutero

Il libro di cui parlerò oggi si fonda proprio su quest'ultimo aspetto del Rinascimento.
Mi rendo conto che libri storici a sfondo religioso-politico possono essere per molti fonte di noia e confusione, ma spero oggi di incuriosirvi nelle righe che seguono e convincervi, magari, del contrario.
Vorrei premettere che si tratta di un libro complesso, che mi ha richiesto molteplici letture per conoscere e capire a fondo il significato finale.

Q

LUTHER BLISSETT


Frankenhausen, 1525
Questo libro inizia qui, in una città della Turingia, una regione centrale della Germania (caratteristica peculiare del romanzo è il fatto che luoghi e date cambiano continuamente lasciando il lettore, almeno inizialmente, disorientato).
Il libro viene raccontato in prima persona da uno dei seguaci della Riforma Protestante inaugurata da Martin Lutero, ma portata avanti da Thomas Müntzer. In effetti il grande rivoluzionario tedesco Lutero viene più volte bistrattato, esaltando invece le grandi doti del Magister Müntzer, il quale nel libro viene descritto così:

[...]spesso sembra più Lutero di Lutero stesso.

Martin Lutero lascia uno strascico di delusione dietro di sé e Thomas Müntzer, populista radicale protestante, prende la riforma come occasione per rivoltare la plebe contro i più ricchi. Infatti il suo spirito è politico più che religioso. Ma la scintilla che muove tutto sono ovviamente i diritti religiosi a cui si appella lo stesso Müntzer.
Gli anni '20 saranno teatro di un'alternanza tra grandi scontri e discorsi tenuti dal radicale tedesco, che comporteranno l'aggregazione e il supporto alla causa di moltissimi contadini e gente povera: il motivo eplicito sarà sempre uno scontro rivoluzionario con base religiosa, ma implicitamente a muovere tutto sarà sempre il malcontento sociale generale.

Il potere, il clero e gli eserciti dei reggenti cattolici non ci stanno a farsi sottrarre il potere dalle mani di un ciarlatano, come considerano il Magister Müntzer. Il risultato è una disfatta nella piana di Frankenhausen, in cui il protagonista narratore però riesce a non essere catturato dalle autorità. Sorte diversa invece toccherà in seguito a Thomas Müntzer, l'idolo del popolo. Torturato ed ucciso insieme ai suoi compagni di rivolta in piazza dall'esercito.
Il messaggio che passa ai rivoltosi è duplice ed intimidatorio: questa è la fine che fanno i protestanti e Thomas Müntzer è un uomo vile, che in punto di morte ha rinnegato tutti i propri principi (la realtà è tutt'altro che questa, ma questo è il messaggio che il "potere" vuol far arrivare al popolo). Magister Thomas muore, ma le sue ultime parole sono molto significative:

Omnia sunt communia

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CC1 Creative Commons
Thomas Münzer durante uno dei suoi tanti discorsi al popolo rivoltoso



Il secondo capitolo ritrova il nostro narratore ad Anversa, ancora al centro di aggregazioni rivoluzionarie: questa città è sotto il controllo spagnolo, importante impero cattolico.
La storia anche qui cambia poco: la relazione con le autorità spagnole per il protagonista non sono delle migliori, ma viene spesso salvato da compagni.
Il primario obiettivo resta e comunque lo scontro a fini religiosi: il protagonista trova molti alleati lungo il suo cammino. Uno di questi è Jan Matthys, prima sostenitore poi capo (violento) del movimento degli anabattisti: essi ripercorrono il credo di Thomas Müntzer, rinnegando la Santa Sede e rinnegando il loro credo per il battesimo dei neonati, in quanto questi privi di volontà.
Grazie ai finanziamenti che i mercanti fiamminghi (acerrimi nemici dei cattolici spagnoli) forniscono agli anabattisti, la rivolta può crescere nell'ombra.
Ma come spesso accade in gruppi rivoluzionari guidati dall'anarchia, scontri interni destabilizzano la struttura interna degli anabattisti: Matthys insieme al protagonista si scindono dal nucleo centrale anabattista ed iniziano a muoversi in cerca di nuovi adepti. Giungono a Munster, città al confine tra Olanda e Germania, dove incontrano Rothmann, capo degli anabattisti in città. Qui i cattolici sostenuti dal vescovo e dal re Carlo si mischiano ad i luterani (quei mercanti che controllano il Consiglio Cittadino).
L'equilibrio si rompe quando il vescovo cittadino viene violentemente scacciato: il potere adesso in ballo viene mal gestito da Matthys ed i principi che lo avevano contraddistinto fino a quel momento vengono a mancare. I risultati sono devastanti e gli scontri che ne derivano ancora peggio.
Il protagonista si trova costretto a lasciare la scena, convinto e frustrato sempre maggiormente che i suoi ideali siano troppo utopici ed irrealizzabili.



Nella terza sezione i principi che guidano il protagonista rimangono essenzialmente gli stessi, ma questa volta si aggiunge un nuovo obiettivo: colpire il potere da un punto di vista finanziario.
Lo scopo chiave sarà quello di contraffare delle cambiali, le più potenti di quel tempo: le lettere di credito rilasciate dai Fugger. Il sistema capitalista è visto come fonte primaria di ogni male e per questo deve essere sovvertito ed annientato.
A convincere il protagonista di questa truffa è un agente dei Fugger ad Augusta dato per morto. Sarà il loro capo e complice in questo arduo compito.
La notizie e la fitta trama di spie portano però il protagonista ed i suoi compagni ad essere scoperti alcuni anni prima della metà del 1500 dalla famiglia dei Fugger, i quali richiedono al vescovo italiano Gian Piero Carafa di intraprendere una dura repressione inquisitoria nei confronti dei truffatori. Costui, sempre con un potere crescente nel clero italiano (diventerà di lì a poco Papa Paolo IV) si trova costretto ad intervenire in favore dei Fugger, poiché loro custodiscono gran parte del patrimonio della Chiesa Cristiana Cattolica.

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CC1 Creative CommonsPietro Carafa diventerà nel 1555 Papa Paolo IV

Nel mentre entra in scena uno strumento a cui anni prima Müntzer non aveva pensato, o che probabilmente un decennio prima non era ancora sufficientemente sviluppato, e che aiuterà il protagonista nella diffusione delle proprie ideologie: la stampa a caratteri mobili. Grazie a questa tecnica la diffusione di idee sarà molto più rapida ed efficace. Di contro a mettere i bastoni tra le ruote al movimento rivoluzionario c'è la censura imposta da Carafa sotto richiesta dei Fugger. Non tutti i libri possono essere duplicati.
Questo aspetto complica non poco i programmi del protagonista, il quale si trova spesso in serio pericolo, trasportando copie di libri "vietati".
Il viaggio arriva in Italia, a Venezia: tra i canali il protagonista spera di trovare la bottega di colui che lo aiuterà nella stampa del Beneficio di Cristo, che il Concilio di Trento ha vietato e censurato.
Carafa cercherà di ostacolare la stampa del libro, cercando di cacciare gli ebrei, alleati del protagonista, dalla città lagunare: il cambio continuo di scenario implica una grande attenzione e comprensione da parte del lettore.

Il finale, molto romanzesco ed avvincente non voglio rovinarlo con anticipazioni. Mi esprimo soltanto sottolineando che negli ultimi paragrafi avverrà il fatidico incontro tra il nostro protagonista e Q.

Vi starete chiedendo: chi è questo fantomatico Q???

Ebbene sì. Vi ho tenuto nascosto fino ad ora uno dei dettagli più importanti del libro. La presenza di un antagonista centrale in tutto il romanzo.
E' la spia. L'uomo che si muove nell'ombra e scrive missive da ogni luogo d'Europa. Si muove in tutto il Vecchio Continente e resta sempre, fino alla fine, l'acerrimo nemico del nostro protagonista principale.
Lavora ed è la longa manus di Pietro Carafa nel percorso che porta continuamente a minare i piani rivoluzionari della riforma protestante prima e della truffa ai danni dei Fugger poi. Tutto con lo scopo di proteggere la Santa Sede e il credo cattolico.
Q è l'iniziale di Quolet, un'interpretazione pessimistica della Bibbia della vita terrena: non è nient'altro ciò che spinge l'antagonista fanatico ad agire con lo scopo di ritrovare nella vita post-mortem la beatitudine, frutto del suo modo di agire in vita.
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Foto dell'autore / Tutti i diritti riservati
La copertina del mio libro

Ma chi è il protagonista???

Siamo arrivati alla fine del post e questa domanda è ancora più doverosa della precedente.
Diciamo che in una visione pirandelliana lo potremmo definire:

Uno, Nessuno e Centomila

Ed in realtà è proprio così.
Il lettore non conosce mai il vero nome del protagonista. Con l'evolversi del romanzo tende a conoscere però i mille pseudonimi che calza o che gli vengono dati: Gert "dal pozzo", Lienhard Jost, Lot...
Non abbiamo quindi l'opportunità di identificare chiaramente chi sia il personaggio centrale della storia, così da soffermarci maggiormente sulla persona, i suoi pensieri, i suoi dolori ed il suo credo.



Due precisazioni finali: non esiste biografia di questo post, in quanto è tutto "farina del mio sacco" e frutto dei miei tanti appunti presi durante le varie letture del libro;
il secondo aspetto è quello in cui vorrei ringraziare @fulviaperillo per avermi dato con il suo contest l'opportunità di proporre questo libro, che per me rimane tra i migliori romanzi storici di sempre!

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Eccomi, finalmente sono riuscita a passare e leggere il tuo post, come promesso! 😉
Innanzitutto condivido con te la passione per lo stesso periodo storico, lo trovo molto affascinante.
Seconda cosa, non ho mai letto il libro ma mi ha molto incuriosita, credo che presto lo comprerò!
Mi piacciono le persone che combattono per quello in cui credono e quel velo di mistero nel non sapere la vera identità del protagonista mi attira molto!
Bravo, aspetto altre tue recensioni!

Grazie per esserti sorbita tutta la recensione!
Spero arrivino nuove recensioni presto..... magari un po' più leggerine!

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