IMMIGRAZIONE: chi è il vero ricco?

in #ita6 years ago

Un argomento molto particolare e scottante a livello politico negli ultimi tempi è stato il tema immigrazione.
La Lega Nord di Salvini ha sfruttato moto questa linea di condotta e di pensiero per portare avanti la propria politica e sotto certi aspetti per molti opinionisti è riuscita ad accaparrarsi il volere di molti elettori anche per questa linea politica. Combattere a spada tratta l'immigrazione clandestina è un tema appunto scottante ancora adesso e se escludiamo il disastroso fatto avvenuto a Genova alcuni giorni fa, è stato il tema cardine durante questa estate (quasi come fosse il problema principale di un'Italia che da troppo tempo sta solcando le ali del declino).

Ma oggi non voglio trattare un argomento prettamente politico, ma sfruttare questo incipit per introdurre una completa differenza di mentalità che ho trovato a Lampedusa nell'ultima mia vacanza estiva, conclusasi ormai solo alcuni giorni fa.
Qui ho avuto modo di dialogare con Abele il proprietario dell'appartamento presso il quale ho soggiornato una settimna, il quale da 60 anni abita sull'isola per tutto l'anno e fa parte di quei circa 6000 residenti fissi.

In un dialogo, che sotto vari punti di vista potrebbe sembrare molto un'intervista, mi è piaciuto comprendere come un uomo ed un'isola potessero convivere e sopravvivere al grande afflusso di migranti di cui i mass-media parlano molto. Una testimonianza diretta di quella che è ed è stato effettivamente uno stile di vita su un'isola che vive essenzialmente di due cose: mare e turismo.

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CC2 Creative Commons

Iniziamo dal principio: una volta che sono arrivato sull'isola di Lampedusa, uno spicchio di terra di appena 20Km2 girando in lungo ed in largo da levante a ponente, da nord a sud, mi sono reso conto come effettivamente non esistessero strutture abitate dai così detti "profughi". Molte strutture militari alle quali era espressamente e chiaramente vietato fare foto, ma nessuna delle quali predisposte a contenere i migranti, per lo meno in grandi quantità come descritto e letto in ogni dove.
Per le strade di africani neppure l'ombra: che fossero tunisini, marocchini o senegalesi. Niente di niente.
Ed allora mi sono iniziati a nascere dei dubbi: esistono veramente questi migranti sull'isola?
Così l'ultimo giorno prima di partire incontro Abele e tra una chiacchera e l'altra riguardo il nostro soggiorno sull'isola, gli chiedo effettivamente dove risiedano questi migranti. Egli mi risponde con una domanda secca che mi spiazza:

Tu li hai visti questi migranti?

Ovviamente rimango un po' allibito e destabilizzato dalla sua risposta interrogatoria.

Su quest'isola di migranti non ce ne sono. O per lo meno, sono solo una piccola parte rispetto a quella che i mass-media descrivono. Ci hanno annientato a livello mediatico ed hanno distrutto il turismo che è "impaurito dalla piaga dei migranti". Come tu tesso hai potuto vedere non ci sono profughi a piede libero.

Quei pochi, mi dice, risiedono nella zona dell'aereoporto, ma il loro tempo di soggiorno qui è molto breve, dato che sostano molto poco a Lampedusa e sono portati in poche ore o giorni in Sicilia.
Abele però dialogando all'ombra di un ficus mi confessa anche che questo problema è stato molto più pressante e duro per i lampedusani alcuni anni fa (circa 30), quando i migranti sostavano per molto tempo sull'isola. Erano arrivati anche ad essere oltre 10000 e quindi quasi il doppio della popolazione autoctona dell'isola.
I problemi derivanti durante quegli anni furono enormi per Lampedusa: i migranti senza nulla si ritrovavano a vagare tra le case, chiedendo soccorso ai lampedusani stessi. Purtroppo l'isola divenne in breve tempo, continua Abele, una latrina a cielo aperto con tutti questi profughi lasciati a se stessi.
I lampedusani però non furono da meno ed anche loro si ritrovarono ben bresto a doversi confrontare con questa massa di migranti lasciati dallo Stato allo sbaraglio. Uno Stato che delegava ogni tipo di responsabilità e rischio ad una misera popolazione di appena 6000 persone.

Un giorno mi sono ritrovato due tunisini che vagavano nel mio orto. Bussarono alla mia porta e mi fecero pena. Li accolsi in casa, li detti un pasto e li regalai alcune coperte, visto che si trattava di ottobre, ed anche se l'isola è piuttosto a sud, incominciava a fare freddo. Ero il massimo che gli potessi dare, ma lo feci con piacere.

Le parole di Abele sono piene di pietas e mi fanno capire subito come la mentalità lampedusana sia profondamente distante dalla mia, più nordica, in cui le influenze dei giornali e dei Tg mi avrebbe spinto immediatamente a chiudere la porta in faccia a due ragazzi tunisini che fossero venuti fin sotto casa a chiedermi un aiuto. Probabilmente qualcuno lo riconoscerebbe più come razzismo, ma non penso di riconoscermi come tale, anzi penso di essere proprio l'opposto, visto che ho molti amici di altre etnie e dai vari colori della pelle. La mia reazione sarebbe stata figlia di un timore fomentato da linee di pensiero molto distanti da quella lampedusana di cui mi ha parlato Abele.
Provo a parlare di ciò proprio al mio interlocutore isolano, il quale mi risponde schiettamente:

Vedi, Lampedusa è da sempre un'isola che è vissuta grazie al mare. La professione qui è quella del pescatore. Il mare è quindi creatore e grazie ad esso noi, i miei genitori ed i genitori dei miei genitori sono potuti sopravvivere. Il mare però deve essere rispettato, sempre e comunque. Lo devi rispettare quando ti dona il pesce, soprattutto quando non ti dona nulla ed anche quando ti dona persone bisognose di aiuto.
Nessuno si imbarcherebbe in mare senza una destinazione certa, senza sapere quale sia la destinazione, senza sapere se un giorno possa riappoggiare i piedi sulla terra. A meno che questa non sia l'ultima speranza che gli sia rimasta. L'ultima possibilità che implichi lasciare tutto e sperare.
Sta a noi, che abbiamo qualcosa in più, ad offrirci in loro aiuto.

Le parole di Abele mi colpiscono molto e mi fanno capire come chi pur avendo poc, come la famiglia di Abele 30 anni fa, volesse aiutare e trovasse i giusti stimoli per supportare chi invece non avesse niente, a dispetto di chi invece, "noi dalla mentalità nordica", avendo molto e non faccia nulla, credendo che l'informazione sia sempre la cosa giusta e dica sempre il vero.
A Lampedusa, durante un viaggio mi sono reso conto di essere tornato più ricco. Questi sono i viaggi che mi piacciono e dove il concetto di conoscere l'atro ha una molteplice dimensione.
Sono tornato più ricco di un'umanità che non la si insegna, ma si impara.

Sort:  

sono molto soddisfatto e contento del tuo ottimo post d'altro canto so scegliermi le amicizie (se pur virtuali) grazie Guido!

Steemit è un mondo; probabilmente anche più grande del mondo reale. Incontrarsi comunque è piú facile di quanto si pensi.
Alla base di tutto vi è il dialogo ed un interesse reciproco che penso nella nostra conoscenza virtuale sia pienamente ricambiato.
Grazie del commento e del voto @armandosodano!

@moncia90 is back.
Questi sono gli articoli che mi piace leggere e a cui do un 100% di upvote istantaneo.
Mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia "confessAto" che la tua reazione sarebbe stata opposta a quella di Abele.
Molto autentica, cruda e onesta come analisi.
Il mare va rispettato.
La gente va rispettata.
Stupendo articolo.

Grazie mille Phil.
Questo è il post che avrei voluto mettere alcune settimane fa per il tuo contest. Peccato aver incontrato Abele solo alcuni giorni fa.
Grazie ancora per il tuo supporto!

Un post necessario. Thanks!

Grazie mille caro @sbarandelli.
Mi fa molto piacere leggere commenti simili sotto i miei post.

Adoro Lampedusa ❤️ Ce l’ho nel cuore.

Sono una persona molto attenta a leggere i commenti sotto i miei post
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Cara @profumodimare ti comunico che questo è solo il primo dei post con Lampedusa protagonista.
Prossimamente su questi schermi.

E SOPRATTUTTO con una bella memoria 😂 non vedo l’ora di leggerti Moncia caro!

Purtroppo i tg ed i giornali sono pilotati per farci credere quello che "loro"in quel momento vogliono che tutta l'Italia creda. Pensare che ho i parenti che gestisvono un residence a Lampedusa e non ci sono mai andata. Bel post!

Seriamente?
Mi sai dire il nome di questo residence?
Giusto per curiosità.

Mi spiace ma non lo so, non lo so se i miei genitori conoscano il nome non essendoci mai andati nemmeno loro, questa cugina e' venuta su a maggio, ma io non l'ho incontrata, chiedero' comunque.

Nel leggere questo post si rimane di stucco, come lo sei rimasto d'altra parte tu stesso li. Sembra quasi incredibile, ma ti credo perchè quante e quante volte i media hanno fruttato notizie ingigantendole a oltremodo solo per creare audience. Ti lasciano senza parole queste testimonianze, perchè davvero non sai più a cosa credere di quello che viene riportato dai media.

Grazie mille Fede per aver lasciato il tuo contributo, prezioso come sempre. Sono felice di aver ricevuto cosí tanti bei feedback da vari lettori, soprattutto per il valore del tema trattato.

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