El Clasico

Manca ormai poco alla partita dell'anno: quella partita che da noi in Spagna fa rima con El Clasico. Oggi sarà il giorno del grande match con il Real Madrid e da grande tifoso quale mi reputo del Barcellona non avrei potuto saltare una gara simile: fin da bambino non mi lascio sfuggire una gara in casa del Barça. Ogni settimana, ogni partita fin dall'età di 6 anni vado al Camp Nou con lo stesso entusiasmo che mi ha sempre caratterizzato e con la voglia di godermi il match dal primo all'ultimo momento fino al fischio finale.
La sfida con il Real ha sempre rappresentato grande pathos per me: scontrandoci con una delle società più blasonate d'Europa, dalla grande tradizione e per giunta anche spagnola, ha sempre rappresentato per la mia squadra e per me grande curiosità.
La partita di andata è sicuramente meno attesa della gara di ritorno, ma quest'anno, essendo ancora all'inizio del campionato, vogliamo vedere come risponderanno le due squadre sul campo e chi riuscirà a fare un leggero allungo sulle avversarie. Siamo ancora all'inizio, ma è sempre importante far capire agli avversari chi sia la squadra da battere quest'anno! Abbiamo già alcuni punti di vantaggio sul Real, anche se il campionato è lungo ed oggi si potrebbe ribaltare tutto.

Stiamo pranzando, quando mio figlio mi interrompe chiedendomi:
"Ehi babbo!!! Allora hai preso i biglietti per oggi?"

"Certo Carlos! Li ho presi questa mattina alla biglietteria. Siamo insieme a Josè e suo padre nei soliti posti." rispondo.

"Accidenti però...da così lontano non si vede niente!!! Non si riesce neppure a leggere i numeri sulle maglie! Non potevamo prenderli più vicini?" replica lui simulando una voce un po' frignante, mentre mia moglie di fronte a me se la sta ridendo tra un boccone e l'altro di paella.

"Erano finiti. Poi il padre di Josè, mi ha detto che saremmo dovuti andare da soli, visto che loro non sarebbero potuti venire." cerco di spiegare a mio figlio, il quale un po' dispiaciuto continua a girare il riso nel piatto. "Se incroceremo il Real in Copa del Rei ti prometto che cercherò di fare del mio meglio per trovare dei biglietti più vicini!"

"Dicesti così anche l'altra volta e per il mio compleanno mi promettesti che mi avresti fatto una sorpresa." sembra veramente dispiaciuto e non capisco se il pianto sia al limite della simulazione o un qualcosa di reale.

"Se vai a vedere in camera tua forse una piccola sorpresa la troverai sul letto!" concludo io. Il suo volto cambia immediatamente espressione e come un fulmine si getta su per le scale a chiocciola per raggiungere camera sua.

"Sei il solito furbetto!!!" mi dice mia moglie, guardandomi con uno sguardo un po' beffardo.

"Cosa?" domando io con aria titubante, ma con la consapevolezza che avrei potuto nascondere il mio segreto all'ingenuità di mio figlio, ma non a mia moglie, una donna con la quale ero cresciuto dall'età di 20 anni.

"Spero tu non abbia speso una cifra disumana per i biglietti nella tribuna centrale...comunque sia hai fatto la cosa migliore." ci sorridiamo, mentre Carlos alle mie spalle scende le scale con la stessa rapidità con la quale le aveva salite poco prima.

"MESSI MESSI...ALE' ALE' ALE'...MESSI MESSI..." canta a squarciagola con indosso la maglia del suo giocatore del cuore Lionel Messi, mentre agita le mani al cielo. Esaurite le forze viene verso di me e mi abbraccia: "Grazie babbo! Mille grazie per questo splendido regalo!"
"Prego figliolo" gli rispondo e poi portando la mia bocca ll'orecchio gli sussurro che forse sarebbe meglio adesso se torna a tavola per finire il pasto, così da non irritare troppo sua mamma, che a queste cose fa molta attenzione.
L'euforia ha contagiato tutti e tre e l'aria della nostra sala da pranzo si è rallegrata molto: Carlos continua a parlare senza sosta del Barça e della sfida di domani, di un Real che a vedere dalle prime gare di campionato non sarebbe mai riuscito a vincere El Clasico. Probabilmente senza Ronaldo la squadra madrilena non è più la stessa, ma il numero di campioni che la rosa dl Real vanta sicuramente non possono tranquillizzare noi tifosi blau-grana.

Leggo negli occhi di mio figlio tanta gioia.
Anche io da bambino vivevo allo stesso modo la vigilia di una partitona: fosse Liga o Champions League faceva poca differenza. Peccato di non aver mai potuto condividere con mio padre questa passione, essendo scomparso prima ancora che nascessi a causa di un incidente automobilistico. Una mancanza che io in quanto padre non voglio far conoscere a Carlos.
Mia madre mi ascoltava quando io, come mio figlio, parlavo all'impazzata di calcio di giocatori e di squadre: lei comprendeva la mia grande passione e la mia gioia era la sua gioia. L'amore dei genitori per i propri figli non ha eguali ed anche piccoli gesti, piccoli legami, permettono alla famiglia di stringersi sempre di più.

"Andiamo dai! Prepariamoci, che dobbiamo andare al Camp Nou, altrimenti rischiamo di fare tardi!" dico indicando a Carlos la sua stanza. Ci alziamo dal tavola ed iniziamo a prepararci.
Mi dirigo verso l'appendiabiti per mettermi la giacca per uscire. Nella tasca interna stringo i due biglietti. Sbircio come fossi un pokerista incallito: ogni volta che leggo le sigle su quel biglietto mi viene i brividi: FILA 1.

Non so se sia più felice io o Carlos. Sicuramente gli avrei regalato una bella sorpresa.

_{CC3 Creatove Commons}

_{Con questo post partecipo al contest settimanale di @spi-storychain, in cui le tematiche scelte dalla vincitrice della scorsa settimana, @noemilunastorta, sono:
Tema: Figli
Ambientazione: Barcellona}

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