ASSO E RE DI PICCHE - CONTEST (parte 1)

INTRODUZINE

_{Questa idea mi è molto tempo fa, leggendo un post di @marcuz.
Il tema sarà essenzialmente lo stesso, ma sarà articolato in modo diverso e con temi diversi.
Prima di tutto sarà diviso su due articoli.
Per capire cosa intendo dire dovrete però aspettare la seconda parte che verrà proposta domani.
Vi consiglio di leggere attentamente il post in questione, fino alla fine.
Spero che il genere sia di vostro gradimento e quindi buona lettura.}

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ASSO E RE DI PICCHE

_{Bonnie Springs, Nevada 01:44 p.m.}

Siamo chiusi ormai da almeno una settimana in questa lurida stanza di motel.
Non ne posso più, il mio fegato si sta logorando. Non posso più aspettare.
Guardo l'orologio nervosamente.
Se una cosa va fatta, va fatta. Meglio togliersi subito il dente, anziché stare ad aspettare e rodersi il fegato.
La peggiore stanza di tutto il Nevada abbiamo scelto. Questo motel è orribile. Se tutto fosse andato secondo piani in un posto come questo non ci avrei mai messo piede.

_{CC0 Creative Commons}

Il caldo diventa insopportabile. Sudo non appena mi muovo; anzi, sudo senza fare niente. Le mosche qui dentro sono andate ad aumentare con i giorni, ma vengono fortunatamente stordite dalla fitta cappa di fumo che aleggia nell'aria.
Guardo il panino che ci hanno portato per pranzo. Che schifo!
Poi i miei occhi si spostano su Josè, il Gordo. E' seduto dal lato opposto del tavolo rispetto a me. Si sta abbuffando come un maiale: non solo la sua struttura fisica ricorda tale animale, ma in particolar modo il suono che esce dalla sua bocca continuamente, sia che sia ripiena di un boccone che vuota.
E' uno schifoso messicano clandestino senza scrupoli. Ad El Paso nella sua vita precedente ha fatto cose che non pensavo neppure fossero immaginabili. Ed invece persone del genere esistono. Forse il mio disgusto è dato anche da questo.
La sua maglietta sporca di sudore da diversi giorni me lo fa disprezzare ancora di più; in effetti saranno almeno 10 giorni che non ci laviamo. Probabilmente anche io sembro un maiale, ma meglio lasciar perdere!

Guardo Donato, l'Italiano. E' davanti alla finestra e come me è pieno di ansia.
Scosta continuamente la tenda per controllare la nostra macchina parcheggiata fuori. Lo fa ogni volta che le luci di qualche auto di passaggio illuminano il piazzale del motel. Dice che secondo lui abbiamo gli occhi della polizia addosso da diversi giorni. La sua opinione mi rende ancora più preoccupato.
I suoi genitori erano siciliani, ma lui è nato a San Francisco. Dice che facesse il pizzaiolo prima di finire qui. Così dice almeno. Dice anche di essersi guadagnato la fama di grande pilota di macchine sulle strada di San Francisco e nelle corse clandestine in giro per la California. Racconta sempre di non essere mai stato preso dalla polizia, ma i tanti tatuaggi sulle mani e sul collo mi fanno pensare ben altro: quelli sono i segni che ti lascia il carcere. Lui dovrebbe essere colui che ci porterà fuori dall'inferno fino alla Death Valley, ma secondo me se la svignerà via al suono delle prime sirene tra i palazzi.
Non ha le palle. E' un italiano!! Tu ti fideresti di uno come lui? Io no!
Guarda come è vestito: con quella tuta sintetica. Sudo solo a guardarlo! E poi con quelle collane al collo e tutti quegli anelli. Sembra un gangster del Bronx.

_{CC2 Creative Commons
La Death Valley}
Mi accendo una nuova sigaretta.
Controllo il pacchetto e mi accorgo che è l'ultima, ma è l'unica mia scialuppa, l'unica cosa che mi rilassi.
Almeno così dovrebbe essere. Ma tutto sommato trovo poca differenza tra il prima, il durante ed il dopo.
Controllo l'orologio. Ancora non è ora. Il tempo sembra si sia fermato.

Come non notare la fastidiosa tranquillità di Kris, il Nerd. Saranno 40 gradi e lui non curante di quest'aspetto con la sua camicina abbottonata fino al collo. Io sudo e lui neppure una goccia. Sarà la mia tensione. O forse lui è frutto di un esperimento cibernetico. Lui con quel suo fottutissimo computer. Maledetto!!! Cosa starà digitando su quella tastiera?!?! Forse il modo per salvarci il culo...lasciamolo lavorare.
Lui dovrebbe essere la persona che bloccherà ogni sistema di comunicazione tra la banca ed il resto del mondo. Lui ci isolerà. Sì, ma per quanto? 5-10 minuti? Come possiamo fidarci di uno studente di appena 20 anni di Philadelphia. E' normale che non sia preoccupato. Lui in quella banca nemmeno ci entrerà mai. Se la godrà dal secondo piano del Kennedy Hotel. Che rischi corre? Qualsiasi cosa faccia mi infastidisce, anche quando si rincalza gli occhiali che gli scivolano su quel naso brufoloso da ventenne. Perché dovrei rischiare la pelle anche per lui?
"Ognuno ha il suo ruolo" penso.

Ma io cosa ci faccio in mezzo a questi delinquenti? Io che sono cresciuto con i videogiochi e la Xbox, io che andavo a scuola e mi prendevo sempre buoni voti, io che sono stato all'università. Cosa ci faccio qui? Forse non ci volevo neppure venire; forse sì. Forse me la sono cercata. Me la sono cercata quella sera.
Mai fidarsi del poker. Le carte sono state per me la rovina.
3 mesi fa è iniziato il mio calvario. ASSO e RE di PICCHE.

_{CC0 Creative CommonsCC0 Creative Commons}

_{La seconda parte della storia la proporrò domani.
Spero la prima parte sia risultata a voi piacevole.
Vi sarete resi conto che le regole del contest e tutto il resto non sono in questo post.
L'apputanamento è fissato per domani.
Un saluto da moncia90}