La nascita del mio primo figlio

in #ita6 years ago
Credo che la nascita del primo figlio sia, per una coppia, l'evento più strabiliante ed importante nella loro vita. Quello che vorrei raccontare è, non tanto la gravidanza, andata bene, senza nessun intoppo, ma la nascita di mio figlio, che non è stata altrettanto facile.


Foto dell'autore

Come dicevo, i miei mesi gestazionali sono trascorsi ottimamente, ero in salute, gli esami sempre a posto, un piccolo spavento per l'ureaplasma urealyticum (un infezione batterica che risultava in seguito ad un tampone vaginale), ma che si è risolto con due ovuli antibatterici in una settimana. Ho lavorato fino all'ultimo, siamo stati in Canada quando mi trovavo al sesto mese, insomma non mi sono fatta mancare nulla, quindi speravo che il parto, che mi terrorizzava, passasse in fretta tra i miei ricordi.

25 Dicembre 2009:

Sono a scadenza delle 40 settimane, mi sento bene, ma il mio piccolino non ne vuole proprio sapere di uscire!
Inizio l'indomani con i consueti "tracciati", presso il reparto di ostetricia, nell'attesa che qualcosa si smuova, altrimenti, allo scadere della quarantunesima settimana, verrò comunque ricoverata, per procedere con l'induzione al parto.

31 Dicembre 2009:

Mi presento la mattina in ospedale, come di consuetudine negli ultimi giorni ma, prima del tracciato, mi misurano la pressione, 150/90, troppo alta, decidono di ricoverarmi con un giorno di anticipo, per tenermi sotto controllo.
La giornata trascorre con diversi tracciati che durano all'infinito, mi fanno l'induzione vaginale verso le 12.00 e nel frattempo inizia a prendermi un forte prurito alle gambe. E' sera ormai, orario di visita, passano i miei genitori a farci un saluto, mentre si apprestano a festeggiare il Capodanno a casa di amici.
Io mi sento bene, qualche piccolissima e indolore contrazione risulta dai tracciati, quindi spero a questo punto, che mio figlio resista ancora qualche ora e nasca nell'anno nuovo.

ore 23:30:

Avviene il cambio turno del personale e di conseguenza, anche dell'ostetrica che mi aveva tenuto sotto controllo fino a quel momento. Arriva a visionarmi una giovane ostetrica, dai lunghi capelli ricci e neri, la ricordo ancora molto bene. Da un occhiata al mio tracciato e dall'espressione del viso, capisco che qualcosa non sta andando per il verso giusto, ma in quel momento non dice nulla, stacca il lungo foglio con i battiti del cuore del mio bambino e mi invita a seguirla in sala visite. Non capisco cosa stia succedendo, per fortuna, in quell'ospedale, lasciavano i mariti 24 ore con la moglie ricoverata ed è stato un gran bene poterlo avere accanto.

ore 00:00 - 01 Gennaio 2010:

Raggiungo la sala visite e l'ostetrica molto carinamente, mi spiega che i battiti del mio bimbo non sono regolari, qualcosa non va, è necessario intervenire immediatamente con un cesareo.
L'ora che seguirà, sarà la più turbolenta che abbia mai vissuto in vita mia. Fuori sento i botti dei fuochi d'artificio, stanno tutti festeggiando il 2010, io forse non avrò nulla da festeggiare.
E' il panico totale per noi, io avevo una paura folle di arrivare a dover fare un cesareo, volevo che nascesse in modo naturale, come fanno la maggior parte delle mamme, mi sembrava di aver fallito in qualche modo come madre, pensavo che non fosse "normale" nascere in seguito ad un intervento chirurgico.
Dall'altra parte mio marito cercava di tranquillizzarmi, nel giro di un ora o forse due, avremmo finalmente conosciuto il nostro piccolino.

ore 0:30:

Nel giro di pochissimo avevo non so quante infermiere intorno, non capivo più nulla, mi davano camice, cuffia, mi mettevano il catetere, mi infilavano le calze anti-trombo, mi facevano domande. Finalmente sono pronta, un saluto velocissimo a mio marito e ci allontaniamo nel corridoio e poi giù in ascensore, le sale operatorie sono sotterranee, mi sembra di raggiungere il centro della terra o peggio ancora l'obitorio.

ore 0:50:

Arriva l'anestesista, alita odore di spumante! Fino ad un attimo prima, probabilmente, stava brindando con i colleghi, non pensando ad un imminente urgenza! Aiuto, sarò in buone mani? Mi fa due domande veloci di routine, per firmare la liberatoria per l'anestesia, io tremo per l'agitazione ed il gelo della sala operatoria e faccio uno scarabocchio che non sembra nemmeno la mia scrittura.

ore 1:05:

Ci siamo, sono seduta sul tavolo operatorio con le mani sulla testa e la spingo verso il petto, per farmi fare l'epidurale. Per fortuna riesce al primo tentativo, non c'è tempo da perdere! Mi sdraiano, coprono la visuale sulla mia pancia con un telo, mi portano un lenzuolo perché ho freddo. L'anestesista si siede dietro la mia testa e mi accarezza tranquillizzandomi, mentre io sento tirare e spingere sulla pancia e a tratti mi manca il respiro.

ore 1:22:

Eccolo, l'hanno tirato fuori, sento che lo dicono, perché non vedo, il chirurgo si affaccia e mi dice:

Aveva due giri di cordone intorno al collo, si stava strozzando!

Non era ancora finita, non lo sentivo piangere come fanno tutti i neonati quando vengono al mondo, infatti, ecco che mi accorgo che lo distendono su un tavolo sul mio lato destro, lo vedo a malapena, ma noto che sono in due i dottori che lo massaggiano e lo chiamano:

Alessandro! Dai forza!

Ma niente, non piange. A quel punto decido che non voglio più guardare, so già cosa mi diranno da lì a pochi istanti e cerco di prepararmi alla brutta notizia, ma è impossibile. Invece, quando mi chiamano, mi giro ed eccolo lì, davanti ai miei occhi, vedo solo metà viso perché avvolto in un lenzuolo, ma ha gli occhioni ben aperti, sembra abbia capito che sono lì, anche se non piange, sembra andare tutto bene, riesco a dargli un bacino veloce sulla fronte e me lo portano via per accertamenti.

Purtroppo, nel soffocarsi con il cordone, aveva emesso il meconio (la prima pupù da neonato) ancora dentro la pancia, pertanto, dovevano verificare se l'avesse ingerita o meno.
Dopo qualche ora arrivò la pediatra del nido, l'avevano messo in incubatrice sotto osservazione perché, anche se per fortuna non aveva ingerito il meconio, dai primi esami, risultava una sepsi neonatale anomala, la PCR (proteina C reattiva) era molto alta, sintomo appunto di un infezione, diciamo che il valore soglia in un neonato è pari a 5, lui aveva 105!

Con l'aiuto di una sedia a rotelle, fino alla mattina del 02 gennaio, non riuscii ad incontrare mio figlio. Ero triste, vedere tutte le altre mamme fare ritorno dalla sala parto con il loro bambino, mi sconfortava ancora di più, era come se io non ce l'avessi. Ho pianto non so quanto in quelle 36 ore, in attesa di poterlo vedere e toccare. Venivano a trovarmi i parenti e mi dicevano:

Non sei contenta? E' il primo nato dell'anno, siete finiti sul giornale!

Io rispondevo a tutti che non mi importava, avrei solo voluto averlo lì accanto a me, come le altre mamme e che stesse bene.
La pediatra continuava a dirmi che me lo avrebbero portato presto in camera, invece non arrivava mai.

4 Gennaio 2010:

Era mattina presto, scende la pediatra e ci comunica che Alessandro ha ancora questo valore alto, non è sceso, non sapendo più cosa fargli, non avendo un reparto adeguato a questo tipo di emergenza, avevano deciso di trasferirlo con un ambulanza, presso il Regina Margherita di Torino (a circa 40 km da lì) e mentre ce lo stava spiegando, lui era già partito!
Assurdo, potevano almeno dircelo un po' prima, io o mio marito, saremmo saliti sull'ambulanza insieme a lui!
Nel giro di dieci minuti nemmeno, stavo raccogliendo la mia roba, firmavo per uscire e di corsa partivamo per Torino.
Arrivammo lì poco dopo di lui, parlammo con i dottori e ci dissero che spesso accade che i neonati, senza un motivo preciso, nascano con una sepsi significativa, l'avrebbero curato, ma in quel momento aveva solo il 50% di possibilità di sopravvivere. Nel caso estremo gli avrebbero somministrato immunoglobuline.
Aveva la flebo, era chiuso nell'incubatrice, non potevamo stare lì con lui, era in terapia intensiva, un ora al mattino ed una al pomeriggio, entrando uno per volta, indossando camice, cuffia e copri-scarpe, lavandoci accuratamente le mani con il disinfettante, per poter toccargli una mano 10 minuti.
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Foto dell'autore

Era frustrante per me, mi sentivo inutile, era andato tutto perfettamente fino a scadenza, perché ci era successa una cosa del genere? Per fortuna mia suocera vive a Torino e rimanemmo a casa sua per essere vicini all'ospedale, sempre a guardare il telefono con la paura che ci chiamassero per qualche complicazione. E io tiravo il latte dato che ne avevo da vendere, lo surgelavo e lo portavamo all'ospedale alla banca del latte, in modo che potessero somministrargli il mio, per dargli anticorpi, forza ed aumentare le difese immunitarie e probabilmente, insieme ad una buona dose di fortuna, funzionò.

12 Gennaio 2010:

Finalmente viene trasferito nella stanza accanto, dove non è più nudo con la flebo in incubatrice, ma con una tutina in una culla. Adesso possiamo prenderlo in braccio e fargli sentire che mamma e papà sono lì con lui. L'infezione così come è venuta se ne è andata (non sapremo mai cosa l'avesse causata). Se entro qualche giorno cresce di peso, in seguito al calo fisiologico, lo possiamo portare finalmente a casa.

18 Gennaio 2010:

Oggi è come se fosse rinato una seconda volta, non ci sembra vero quando ci dicono:

Oggi lo dimettiamo, andate a casa!

Mai stati così felici!
Nel pomeriggio lo portammo finalmente a casa, finalmente insieme. Adesso potevamo appendere il fiocco azzurro fuori dalla porta, adesso sì!
Mi ci è voluto molto, moltissimo tempo per superare emotivamente questo momento, mi spaventavo quando vedevo una donna incinta a termine, avevo il terrore che le succedesse quello che era accaduto a me e non lo avrei augurato a nessun'altro al mondo. Poi il tempo aiuta e cancella, infatti sono arrivati poi altri due fratelli, ma questa è un'altra storia.

Alessandro adesso ha 8 anni, è cresciuto sanissimo, non ha riportato alcun danno ne a livello fisico ne cerebrale. A quattro anni e mezzo ha imparato a leggere da solo, a scuola è il primo della classe, ha tutti 10, tanto che la maestra a due settimane dall'inizio della prima elementare, ci propose, di fargli dare l'esame per saltare subito all'anno successivo, viste le enormi capacità intellettive mai viste, secondo lei, in trent'anni d'esperienza. Ovviamente non abbiamo accettato, farà il suo percorso come gli altri bambini, con certamente un vantaggio in più e avrà modo di eccellere in altre occasioni della sua vita
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Il mio piccolo ometto oggi, foto dell'autore

Sort:  

Che bello che è Alessandro, e che vita elettrizzante ha vissuto dal primo momento.
Storia veramente emozionante che per fortuna si è risolta con quello splendido lieto fine che si vede in foto :)

Ti ringrazio di cuore per i complimenti mi ha fatto veramente piacere che la mia esperienza yi abbia emozionato.

Decisamente 😊
Diciamo che nel nostro caso tutto è stato facile e veloce per entrambi i figli, ma i ricordi che lasciano quei momenti sono impagabili

Meno male, sembra una cosa semplice il parto ma a volte non lo e', sei padre quindi mi capisci benissimo. Per i due successivi che ho avuto per fortuna, anche se sempre cesarei, posso dire che tutto e' filato liscio! Auguri x i tuoi bimbi!

Sono stata col groppo in gola fino alla fine... un abbraccio a te e al piccolo grande Alessandro che ha una gran bella voglia di vivere! 💙

Ti ringrazio moltissimo, si credo abbia avuto in quel momento la tempra giusta x poter sopravvivere. Ricambio l'abbraccio e grazie di aver letto!

Mamma mia, che storia...mi sono commosso!!
Da papà di un bimbo di 10 mesi, mi sono sentito davvero molto coinvolto, è fantastico che tutto sia andato per il meglio.
Vi auguro sempre tanta fortuna e un grandissimo abbraccio ad Alessandro!! 🤗

Grazie di cuore, io anche ripensando a quei momenti per descriverli ho versato ancora oggi qualche lacrima. Sei papà da poco e puoi capire benissimo gli stati d'animo, tantissimi auguroni per il tuo piccolo, che cresca sano e forte. Grazie davvero per aver letto e del bel commento!

Posso farti solo i COMPLIMENTI a te ed al tuo ragazzo!!!!

Davvero mille grazie!

Bellissimo racconto, emozionante, pieno di ansia e preoccupazione che la storia non dovesse finire bene, ma fortunatamente tutto si è risolto per il meglio, tralasciando il modo di fare quanto meno discutibile di trasferire di loro iniziativa il bimbo senza preventivamente avvisarvi, come se il figlio fosse il loro.
Sono felice che il vostro piccolo ometto sia un tranquillo e solare bimbetto, pieno di capacità cognitive, e vi auguro il meglio della vita, a lui ed a voi tutti, eccellente post, @misia1979

Ti ringrazio moltissimo per i complimenti. Si non è stato un comportamento accettabile, ma in quel momento volevamo solo seguirlo in fretta e abbiamo sorvolato, ma non si fa assolutamente. Non l'ho detto nel post ma ci hai preso è proprio un bimbo tranquillo e solare! Grazie di cuore per il bellissimo commento!

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