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RE: Dettagli urbani tra il caldo e il freddo
Effettivamente l'ottimizzazione dei costi di manutenzione solo utilizzando colori diversi era una genialata...
Bellissimo post, è una analisi interessante. Perché ritieni "apparente" il risparmio nelle costruzioni moderne?
Ti ringrazio perché leggere i tuoi commenti osservando le foto ha avuto due effetti su di me.
- Farmi apprezzare particolari e sfumature a cui da solo non avrei mai fatto caso.
- farmi notare che, probabilmente, nella fretta della vita quotidiana, ogni tanto fermarsi ad osservare il particolare e non il generale può aprire tante riflessioni interessanti che spesso ci sfuggono.
Grazie del commento @meeplecomposer! Il discorso è un po' lungo, perché è inerente sia al "micro" che al "macro", all'"oggetto edificio", al suo ciclo di vita dalla costruzione al mantenimento, fino alla sua "morte", al territorio nel suo complesso, all'ambiente.
Alla ricaduta economica che ha comportato la perdita di tanti mestieri, nel passaggio da un mondo che si serviva di manodopere altamente specializzate (il confine tra l'artista e il mastro muratore di un tempo era labile) a quello di oggi in cui questa cultura è venuta a mancare, non solo nelle maestranze ma anche tra gli architetti.
All'indotto turistico dato dal saper prendersi cura e conservare con criterio, un patrimonio edilizio storico di valore inestimabile proprio del Vecchio continente in generale, e dell'Italia in particolare.
Volevo intendere infatti risparmio apparente sia nelle costruzioni moderne che in tanti interventi di recupero effettuati oggi, quelli che sviliscono gli edifici unificando colori, tecniche e materiali: una bella mano di grigio o di giallo su tutto e via...
Il primo risparmio, su base "micro" è quello che già citavo, riferito ai costi di manutenzione, ma non solo.
Il modo di costruire "medio" dell'edilizia moderna (intendo dal secondo dopoguerra ad oggi, escludendo gli edifici contemporanei in "classe A") si basano su scelte volte al "meno": meno varietà di materiali, meno quantità di materiali, meno colori, meno manodopera, meno tecniche costruttive, meno decorazioni, e così via, cercando un appiattimento ed una standardizzazione basata sostanzialmente sul laterocemento e sui materiali plastici.
In realtà quello che si è ottenuto sono edifici con scarsissima inerzia termica (quella data dai "muri spessi" di un tempo, quelli dove ancora oggi entrando in piena estate trovi sollievo anche se non è acceso nessun condizionatore), dalla "pelle sottile" (gli intonaci che un tempo erano a tre strati ed ora al massimo due), con una grande quantità di componenti sintetiche. Tanti sistemi compensativi (e costosi) per ottenere quello che prima "veniva da sé". Non possiamo stupirci se il clima è cambiato, se ogni anno la bolletta elettrica cresce, se le città sono sempre più calde, visto che praticamente non esiste casa moderna in cui non si fa andare a balla il condizionatore, per dirne una...
Molto chiaro... probabilmente l'attenzione all'abbassamento dei costi era molto più elevata rispetto all'attenzione verso gli aspetti climatici. Ora che mi ci fai pensare, lo studio nel quale lavoro si trova in un bel palazzo degli anni '30 e non abbiamo quasi mai bisogno di accendere condizionatore o pompe di calore. E' caldo d'inverno e fresco d'estate. Adesso forse le cose stanno cambiando... Spero che con tutta questa attenzione all'ecosistema, al riciclo, la progettazione contemporanea si avvierà (o sarà obbligata ad avviarsi) verso una maggior attenzione a molti degli aspetti da te citati.