La VITA : dalle Società primitive a quella contemporanea
Excursus sulla vita, da come era percepita dalle società primitive fino alla società moderna attraverso riflessioni su di una tematica studiata nel corso del tempo da numerosi filosofi, autori e scrittori.
La Vita può essere definita come condizione, ma può essere anche intesa come quello spazio temporale compreso tra la nascita e la morte nel quale ogni persona ha uno sviluppo, una presa di coscienza di ciò che è, un'attività intellettuale e prova sentimenti di ogni tipo verso sé stesso, verso gli altri aumentando o diminuendo il proprio grado di soddisfazione della propria vita.
Fin dalle origini la vita era importantissima, nell'uomo primitivo l'istinto lo portava a sopravvivere, a procacciarsi cibo, a moltiplicarsi. Lo sviluppo mentale ha fatto sì che l'uomo abbia iniziato ad ingegnerizzarsi utilizzando le mani, costruendo armi più sofisticate per cacciare e ha anche cominciato a dipingere nelle grotte le proprie giornate, sia per un discorso strategico, sia per rivivere per esempio un'importante giornata di caccia.
La rappresentazione di ciò che avveniva ogni giorno non fa altro che dare valore alla vita anche a quell'uomo semplice e primitivo che viveva ancora di istinti, che non sapeva ancora a quale sviluppo andava incontro. In ogni epoca successiva la vita aveva un valore, un valore che differiva da epoca ad epoca, da persona a persona.
Gli Antichi Romani facevano della propria vita un'espansione territoriale e la forza, che ha spinto questo popolo a creare addirittura un vastissimo Impero che comprendeva l'intera Europa, era grandissima: combattere e lottare per essere grandi, per sentirsi fieri, pieni di vita.
Al contrario gli Scozzesi che vivevano semplicemente la propria esistenza hanno mostrato un fortissimo sentimento di appartenenza alla Patria nella lotta contro gli Inglesi i quali volevano impadronirsi del loro territorio.
Gli Scozzesi, molto religiosi, erano felici di vivere nella propria terra e quest'amore immenso per essa li ha portati a combattere duramente per rivendicare le proprie origini e dare addirittura la vita in cambio della libertà.
Tutto ciò spiega come l'uomo ha vissuto e vive la propria vita insieme alle proprie emozioni, convinzioni, credenze, tradizioni e si muove, si attiva per vivere. L'attività contaddistingue ogni persona e secondo Erich Fromm
"l'attività spontanea" è quell'attività creativa che può operare nelle proprie esperienze emotive, intellettuali, sensuali e anche nella propria stessa volontà, quella volontà che ci spinge a crescere e ad essere attivi.
Entra quindi in gioco il valore che ognuno di noi dà alla propria vita, il benessere viene raggiunto nel momento in cui la persona riesce a raggiungere i propri obiettivi, sentimentalmente prova emozioni forti, tutto ciò che lo circonda è "magico".
Per alcuni la vita è un malessere perché siamo coscienti di vivere come ad esempio Luigi Pirandello che sosteneva:
la vita è un flusso continuo che noi cerchiamo di arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, fuori e dentro di noi, forme che si muovono in mezzo ad altre immobili.
Questo flusso è la nostra anima che spinge, che non ci fa fermare; alcuni rimangono terrorizzati da questo flusso e cercano di bloccarlo pur essendo coscienti che non riescono a controllarlo.
Questo perché ci guardiamo fuori e non dentro, abbiamo paura e ciò porta all'illusione della vita, alle maschere di Pirandello: fingere per paura di mostrare sé stessi agli altri.
Quest'anima, questa voglia, questo desiderio di muoversi e di svilupparsi ha destato la curiosità di alcuni filosofi di cercare una risposta alla continua dissoluzione delle forme nelle quali la vita prende di volta in volta corpo e da cui nasce alla fine del XIX secolo la Filosofia della Vita.
Diverse teorie, nei contenuti e nelle idee, hanno arricchito questa ricerca sul valore della nostra vita, ai motivi per i quali è fondamentale sapere che la è l'essenza, la fondamentale peculiarità che ci accomuna.
Nietzsche sosteneva che
la vita non è,
neppure in senso biologico o come voleva il darwinismo,
conservazione e adattabilità all'ambiente in cui l'uomo vive.
Senza crescita, sviluppo il declino è sicuro e le certezze come le scienze, la religione, la morale e tutta la cultura non fanno altro che allontanare l'uomo dalla vita, una vita che secondo Dilthey
non è né entità metafisica né un semplice concetto biologico: vita è ciò che entro l'orizzonte di ciascuna epoca storica allude a una pienezza per la quale quell'orizzonte è ancora insufficiente.
In base a queste forme storiche Simmel sostiene che
l'essenza della vita è quella di trascendere le forme storiche nelle quali essa si è via via manifestata.
Tali forme, nella loro natura finita, non possono esaurire infatti il contenuto vitale, la cui inarrestabile esigenza non è solo quella di essere, comesosteneva Nietzsche, "più vita", ma addirittura essere "più che vita".
Grazie a questi filosofi e ai loro studi ognuno di noi potrebbe fare migliaia di riflessioni e, perché no, verificare con la propria per scoprire quanto dobbiamo a questo grande dono e quanto siamo in grado di sperimentare, provare, vedere, sentire tutto ciò che ci circonda.
Nella società odierna la vita è veramente frenetica, è una corsa contro il tempo, e sappiamo bene che per noi questo tempo non è infinito.
L'uomo è però dotato di una forza interiore che nemmeno si immagina: ognuno di noi è padrone della propria vita e se ci fermassimo un attimo potremmo renderci conto che la nostra strada è un continuo passo avanti, giorno dopo giorno. Lo sviluppo della nostra mente in simbiosi con la nostra anima non ha fine.
Quotidianamente ci troviamo di fronte ad eventi nuovi e ricchi di spunti, le persone intorno a noi ci comunicano sempre qualcosa ed è importantissimo fonderci assieme a loro per migliorarci. La comunicazione fa parte della nostra vita, le relazioni con gli altri non fanno altro che accrescere in noi la voglia di andare avanti e di scoprire e imparare qualcosa che ci riempie di certezze, sentimenti, emozioni.
La vita ci rende presenti ed esistenti in qualunque luogo ci troviamo; quante volte ognuno di noi pensa " sì ci sono anch'io, posso parlare, ascoltare, riflettere". Ci permette di fare ciò che la nostra mente pensa ed agiamo secondo coscienza.
Naturalmente la qualità della nostra vita cresce o decresce a seconda del grado di soddisfazione di ciò che siamo e che facciamo.
L'uomo contemporaneo si accontenta, è verissimo, e dovrebbe scavare nelle proprie radici per trovare la fonte, per ritrovare la forza di accrescere la propria soddisfazione e la propria autostima. In questo modo non potrà che continuare a mantenersi equilibrato e cercare di migliorare verso l'eccellenza.
Tutti abbiamo in comune questo grande dono, poi si diversifica per ognuno, perché la conduzione della vita è personale, siamo liberi di condurla liberamente, siamo noi i diretti responsabili della nostra esistenza.
Quanto ci fa sorridere poi, aprire gli occhi ogni mattina e sapere che una nuova giornata ci aspetta, che incontreremo persone che vediamo tutti i giorni, che conosceremo nuove persone e che relazioneremo con loro.
Se fossimo delle macchine non ci accorgeremmo di niente ma siamo esseri umani capaci di provare sempre qualcosa di nuovo, di diverso, ogni volta in una proiezione diversa.
Se pensassimo profondamente ci accorgeremmo che le giornate non sono tutte uguali come sembrano e forse, rielaborando e concludendo con Fromm, la nostra anima ci spinge a muoverci, a sentire una spinta da dentro che apre verso una visione, di ogni singolo istante, differente, nuova, carica di forza che ci permette e ci permetterà di apprezzare noi stessi, gli altri e la nostra incantevole vita.
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