Alcune considerazioni personali su "Steemit" e sulla "Steem-blockchain".

in #ita6 years ago (edited)
Image Credit to @lebedev

A questo punto, dopo gli ultimi rumors sul definitivo abbandono del progetto social Goole+ da parte di Google ho deciso di appoggiarmi definitivamente sulla Steem-blockchain per quello che riguarda le mie pubblicazioni social. Ecco, diciamo che forse l'ho presa un po larga, magari avrei dovuto dire "...ho deciso di usare Steemit come mio principale (e forse unico) canale di pubblicazione social". In effetti la questione ha una sua complessità. Bisogna sapere che quando ci si registra su Steemit.Com (o su un'altra skin quali ad esempio busy.org, dmania.lol o finallycomments.com) non ci si iscrive semplicemente ad un social-network ma si aderisce (di fatto) ad un più ampio progetto, in questo caso quello della Steem-blockchain (in seguito SBCH)[1]. In effetti se partiamo dal presupposto che mettere in piedi un (serio) protocollo blockchain comporta degli sforzi organizzativi e un impiego di risorse non indifferenti è chiaro che creare sto popò di roba semplicemente per costruirci sopra una piattaforma di blogging sarebbe un vero spreco, quindi la pletora di applicazioni e servizi che si possono appoggiare sulla SBCH in teoria è enorme. Sotto questo punto di vista una importantissima caratteristica della SBCH è quella di essere "open", nel senso che è letteralmente "aperta a tutti". Chiunque infatti, con le adeguate competenze tecniche, può creare applicazioni (compresa una web-skin di pubblicazione di contenuti concorrenziale rispetto Steemit.Com) che interagiscano con la SBCH. Qui su https://steemprojects.com/, per esempio, una lista abbastanza completa. Addirittura è (ovviamente) possibile "scrivere" direttamente sulla SBCH bypassando qualsiasi applicazione o servizio di terze parti.

Fatta questa breve premessa è chiaro che la prima cosa che un utente (diciamo... medio) nota o da cui è immediatamente colpito è il fatto che si possa guadagnare criptovaluta dai propri post. Ora, non è che ci si faccia ricchi con Steemit o che ci si paghi l'affitto pubblicando dei post magari di scarsa qualità o saltuariamente, ma il fatto che il ritorno economico generato dal traffico delle pubblicazioni vada in qualche modo a coloro che questi contenuti li creano è sicuramente una bella cosa. Inoltre secondo me ci stanno pure ben altre caratteristiche che segnano la distanza tra questo #SocialNetwork e un Facebook qualsiasi: il layout di pubblicazione dei post è pulito ed elegante, non sovrapopolato di banneroni bannerini e pop-up pubblicitari, e non si va ad infestare i dispositivi dei visitatori con ad/spy/mal-ware di ogni sorta. Per non parlare infine... dulcis in fundo della (praticamente) Non Censurabilità Dei Contenuti. #FreeSPEECH

[1] Di seguito il link ad un interessante articolo motivazionale che spiega l'importanza di aderire e credere in questo progetto attraverso un interessante parallellismo con l'Impero Romano: https://steemit.com/steemit/@arthuradamson/rome-and-steemit-was-not-built-in-a-day-the-rise-and-fall-of-rome-and-how-steemit-can-learn-from-this-story

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