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RE: Facciamo fatica a venirne fuori

in #ita6 years ago

Care personcine che partecipate a questa discussione. Mi sembra che abbiate inserito temi di grande interesse. Mi permetto di prendere parola solo per mettere sul fuoco un altro piccolo pezzetto di ciccia.
Postit, a differenza del predecessore Podium, che come ricorderete aveva nel sottotitolo "I migliori post del ...pubblicati da Steempostitalia ", non è un podio che si conquista grazie alla qualità del prodotto. Si tratta di una rivista che raccoglie una selezione di post, identificati in base a molteplici criteri e con numerosi obiettivi: far crescere la voglia di scrivere, creare un'interazione tra gliautori, lasciare qualche spazio anche ai più deboli (in termini di SPI e non solo), mettere via un sistema ragionato di contenuti originali (non è che rompiamo tanto le palle sulle fonti o sul plagio solo per divertimento). Cioè, diciamo che dietro la logica di Postit c'è qualcosa di più del meccanismo premiale che pure scatta quando un post appare nel numero e un altro no.
Quindi, anche per chi cura, seleziona, decide, impagina, ci sono molti criteri che cerchiamo di far valere: la promozione di nuovi autori, il riconoscimento di quelli che presentano doti indubbie, la varietà degli argomenti del numero, la originalità e bellezza di immagini e disegni, la creatività e anche la capacità di relazionarsi per piccoli progetti comuni o articoli a due mani.
Insomma cerchiamo di farne uno strumento vivo piuttosto che semplicemente una bacheca di premiati. Anche la decisione di limitare il numero di premi per settimana ha dei pro e dei contro. Limita la possibilità di dare visibilità a dei begli articoli. Ma offre la possibilità di liberare spazio per articoli che meriterebbero ma che sono sempre in una posizione di "eccesso" rispetto alle prime scelte. Ma anche quelli meritano di essere sostenuti, perchè si migliora anche con il sostegno. E migliorare, cioè avere sempre più autori di prima fascia è sicuramente un vantaggio per tutti, in una logica di community.
Insomma credo che dovremmo anche misurarci con una logica leggermente più ampia, quella della rivista come strumento di animazione e sostegno del gruppo di persone di SPI. In questa logica ci può anche stare che - magari per un periodo - si crea la necessità di "azioni positive", come quelle che prevedono le quote rosa o per le minoranze etniche. Io in quel caso sono sempre molto perplessa, ma debbo dire che spesso quando si fanno azioni positive, cioè forzature rispetto all'inerzia del sistema, si producono effetti di miglioramento generale. Ma staremo a vedere. Per fortuna, come diceva uno dei commenti, siamo in un ambiente in cui la governance prevede ampi margini di interlocuzione e confronto. Ciao a tutt@

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