La prima donna della nostra vita. "Chiamate l'ostetrica!"

in #ita7 years ago (edited)

Sono stata a Salerno, giusto qualche giorno fa.

Che poi uno dice: “ma a Salerno perché?”, che Salerno non è Milano, dove vai per lavorare, e nemmeno Taormina, dove vai in vacanza, anche se fingi che devi partecipare a un convegno.

Salerno è un po’ la versione in miniatura del porto di Genova, la versione calma del colore di Napoli e la versione Jumbo del vento di Trieste.

E ci sono stata per lavoro. Sì, perché mi occupo di bambini e ho partecipato a un congresso di ostetriche.

Proprio su questo canale, or non è molto, si è parlato della violenza ostetrica, e assai se ne parla anche altrove. Su social meno smart di questo, sui giornali, nelle comunicazioni retoriche dei politici nostrani di ogni provenienza.

E si fa bene a parlarne. Perché la violenza ostetrica esiste. E’ una fattispecie odiosa della più ampia violenza contro le donne, è una versione sessista della diffusa violazione dei più elementari diritti di cittadini e cittadine ricoverate.

E ci sarebbe da discutere su come affrontare questo fenomeno: dalla giustizia ordinaria, alle azioni civiche fino alla più complicata e duratura rivoluzione dell’etica pubblica e delle relazioni sociali.

Ma oggi è stata una giornataccia, è lunedì e per di più ho mal di testa.

Quindi mi piacerebbe dividere con voi il mio sentimento migliore, la mia tenerezza, il mio trasporto per queste signore ostetriche, per l’epos del loro lavoro antico. Forse il lavoro più antico che esista, anche più antico di quello antico per antonomasia, la puttana.


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Tutti voi avete incontrato un’ostetrica, ancora prima di incontrare vostra madre.

La mia amica e collega @pataxis mi correggerà, ma, a quanto mi consta, l’ostetrica è colei che ob-sta, sta davanti, sta di fronte. È la prima persona che vede la tua brutta faccia quando esci a fatica dal grembo di tua madre. E sta di fronte a tua madre, la incoraggia, la guida, la conforta in quei momenti in cui magari anche la più orgogliosa femmina della specie si chiede se non sarebbe stato meglio nascere maschio.

L’ostetrica è femmina, per definizione è femmina, anche se ormai molti giovani maschi hanno intrapreso questo percorso. Ed è una forza della natura.

Le ho guardate a lungo queste ostetriche. Alcune belle, altre sfasciate, alcune giovanissime.

Ed erano tante, tutte insieme, una montagna di energia e volontà. L’unico corpo armato senza armi che resiste a due giorni di congresso senza fare la consueta vita di corridoio dei congressi, sedute, in ascolto, senza “sciusciotage”, senza cellulare spianato, senza “vado, timbro e riesco”. Un gruppo di scatenate signore e signorine che dopo una giornata di lavoro estenuante si riversa dopo cena a cantare in un ristorante e a ballare come non ci fosse un domani.

Allora, oggi vi faccio assaggiare un piccolo sorso di questo magico mondo, il mondo delle persone che accompagnano le donne quando si accorgono di aspettare un bambino (o una bambina, ovviamente).

Perché aspettare un figlio non è una cosa normale.
Perché ti cambia l’esistenza stabilendo l’unica vera soluzione di continuità della tua identità. Un prima e un dopo.
Perché ti senti sola anche quando non lo sei.
Perché il tuo corpo assume una forma suggestiva e morbida, ma anche molto scomoda.
Perché il tuo organismo all’inizio è diffidente verso la creatura, “the thing”, e si ribella con una nausea orrenda.
Perché la creatura pesa, si muove, familiarizza, gioca, nuota dentro di te, ma tu non sai come rispondere.


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E lei è là, l’ostetrica, quella strana creatura a metà tra un sofisticato tecnico della riproduzione e uno stregone, una mamma sapiente e un’amica d’infanzia.

E ti accompagna, sta al tuo fianco, ti spiega, ti asciuga il sudore, ti dà ordini drastici e ti premia con encomi esagerati per una piccola spinta.

L’ostetrica lavora con le mani, come una lavandaia, con un tocco sapiente e una capacità di trovare il punto dove ti fa male.

L'ostetrica sa come accompagnare il tuo respiro, può farti scoprire un filo di solidarietà in un momento di solitudine, può essere quel laccio che ti collega alla specie umana e alle femmine che, proprio come te, per milioni di anni, hanno sperimentato un’accelerazione dei ritmi vitali, un’alterazione irreversibile del loro spazio e del loro tempo. Un'avventura struggente, perchè è al tempo stesso personale e universale.

E quando ti guardano tu sai che vedono se e quanto il giro dei tuoi fianchi ti darà problemi a partorire e ti intimorisce l’occhiata con cui sembrano traguardare il di dentro dei tuoi segreti più nascosti.

Le trovi ovunque, anche mimetizzate tra i medici militari che sovrintendono gli screening anti-scabbia delle interminabili file silenziose di migranti che caracollano fuori dai barconi. Perché non c’è sbarco dove non ci sia una donna incinta, non c’è sbarco dove non ci siano neonati imbevuti di acqua e benzina.


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Ma va detto che le ostetriche possono essere anche delle terribili stronze.

Ricordo che dopo una lunga notte di solitaria sofferenza, tra dolori e brevi pause di sollievo, intontita dalla paura dell’ignoto, in un’alba incerta di febbraio, ho incontrato per la prima volta mio figlio. Anzi LEI, prima di me, lo ha incontrato. Lo ha sfilato con maestria, lo ha guardato con amore, manco fosse il suo, lo ha pulito con un garbo impensabile per la mole da camionista che si trascinava dietro, mentre io, devastata di stanchezza mi torcevo alla ricerca di una risposta alle mille domande mute che mi frullavano in testa. Terminati i suoi doveri, finalmente, mi ha lanciato un’occhiata condiscendente e calda. Mi ha sorriso e, con un vocione tonante, mi ha detto: “è bellissimo, non le somiglia per niente!”

qualche anno dopo

ove non specificato, le immagini sono miei scatti

Sort:  

Sì, l'ostetrica è colei che ci "sta davanti" o, meglio, "che ci viene incontro". Bellissimo nome, in latino. In greco erano le donne come la madre si Socrate, da cui lui diceva di aver imparato l'arte della maieutica, quella che aiuta gli altri a far uscire il meglio di sé.
E poi le chiamano lingue morte.

Godo nell'averlo ricordato. 💚

Proud of you, darling.

Clap, clap, clap...

...pensavo nessuno più facesse figli in Italia. Cosa ne pensi Marta?

In effetti nel 2016 siamo scesi sotto i 500 mila. Del resto noi donne degli anni 60 figlie del baby boom siamo fuori dell'età fertile, e le donne in grado di fare figli sono poche. Ma soprattutto non proprio incoraggiate dal contesto 🤤

In effetti questa doppia natura dell'ostetrica, grande cuore ma anche molto autoritaria e decisa, a volte stronza...spaventa un po'!

Ostetriche streghe...😊

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