Confessioni di una mamma maldestra.

in #ita7 years ago

Mentre siamo nel vortice di una riunione complicata una gragnuola di bip distrae la mia collega.

La guardo e lei mi fa un cenno con lo sguardo. A metà tra l'esasperazione e l'imbarazzo. Andiamo avanti, e si è guadagnata il centro dell'attenzione.

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Accavalla le gambe, poi si guarda intorno cercando di riprendere il filo. Ricomincia a parlare e il cellulare la interrompe nuovamente.

Forse dovresti vedere chi ti sta cercando, dico, magari è urgente.

No, risponde lei, sempre più a disagio. E' la chat di classe.

Voi sapete che cos'è una chat di classe? Io non lo sapevo. Non lo sapevo fino a qualche giorno fa. O meglio ne avevo avuto sentore, ma non avevo mai avuto l'occasione di vederla da vicino.

E' un concentrato di cupidigia materna (per lo più materna, con qualche eccezione di padri sprint) nei confronti del benessere dei propri bimbetti e delle proprie bimbette. A volte adolescenti, a volte alle superiori.

Monica, che è la mamma di Piero comunica che la professoressa d'italiano ha dato dei compiti impossibili. Lucrezia, la mamma di Annamaria, chiede che cosa c'è da studiare per il giorno dopo visto che la "bambina" (una sexy adolescente di 14 anni che campeggia sulla fotina dell'account wapp di sua madre) ha avuto mal di pancia e non è andata a scuola. Giovanna, mamma di Gianluca, risponde che non lo sa perchè suo figlio è ancora agli allenamenti di pallavolo e che si informerà non appena il malcapitato toccherà la terra domestica.

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Ma non finisce qui. Il professor Sogliola (nome di fantasia, naturalmente) ha deciso di trasferirsi a Frascati - suo Comune di residenza - perchè ha avuto un incarico nella scuola locale. Opzione decisamente più comoda per lui che ogni giorno deve sobbarcarsi un'ora e mezza di traffico sulla Tuscolana per andare a fare il suo dovere di insegnante.

Ma questa scelta ovvia del povero Sogliola diventa oggetto di un profluvio di giudizi critici da parte delle genitoresse della chat di classe.

Marilena ci è rimasta malissimo, a detta di sua madre Carmela, mentre, a quanto riportato da Elena, sua figlia Sofia ha addirittura pianto, mentre Cristian ha dichiarato ad Olga, sua madre, che non ha più intenzione di iscriversi alla facoltà di fisica perchè il suo insegnante gli ha così vergognosamente voltato le spalle.

Una chat di classe è l'ospedale psichiatrico degli affetti. La degenerazione dell'operetta familiare, il carnaio di genitori impiccioni e invadenti, il portierato del taglia e cuci dietro le quinte di una scuola disperata che cerca, spesso di malavoglia, e magari talvolta anche male, di fare il suo lavoro.

Ammetto che io per il lavoro di madre non ero proprio portata. Nel senso che nessuno lo sa fare, ma alcuni e alcune (e io tra queste) non hanno proprio la stoffa adatta, hanno magari anche quell'affetto confuso e coccolante con cui inondano i loro cuccioli, ma in realtà hanno un autentico rifiuto del senso di responsabiltà per la vita di un'altro essere umano, un'eterna adolescenza che ti spinge sul crinale dell'età adulta, ma al tempo stesso ti trascina indietro verso il casino senza ritmo dell'autoreferenzialità giovanile.

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Lo dico e lo ammetto, ora che è passato un trentennio dall'inizio della prima avventura materna, perchè credo di aver fatto un significativo numero di errori e di bestialità che oggi verrebbero stigmatizzate con la lettera scarlatta sulla mia fronte stanca.

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I figli li ho allattati poco, perchè quello era il mood dell'epoca. E sì li allattavo nel bagno dell'ufficio. E sì, all'epoca negli uffici si fumava. Un orrore a ripensarci.

La mia figlia femmina è nata all'inizio di agosto e alla fine di settembre lei, io e una mia cara amica e collega dell'epoca, ci siamo imbarcate a bordo della mia Fiat Tipo verso Pisa dove dovevo tenere una non meglio identificata relazione a un non meglio identificato convengno. E sì, sull'Aurelia la mia amica e collega guidava la macchina e sul sedile di dietro io allattavo la povera innocente.

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Ho svezzato mio figlio con il latte della centrale allungato con l'acqua; li portavo entrambi sul motorino: lui dietro e lei davanti in piedi. Solo per brevi tratti, ma un po' più che spesso. Quando hanno cominciato a mangiare a tavola con i grandi consentivamo a entrambi di intingere il dito nel bicchiere del vino e di mangiare un cucchiaino di zucchero con l'ultima goccia del caffè che il padre e io ci eravamo bevuti.

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Lavoravo senza sosta, spesso compresi i festivi. Guadagnavo a singhiozzo e facevo missioni di circa due settimane all'estero con una media annuale da record.

Le regole cambiavano facilmente. I Cavalieri dello zodiaco e Lady Oscar sì, ma l'Uomo tigre no. E' un cartone violento. A parte il giorno che dovevo uscire presto e allora per alleviare il malumore...vabbè, guardate pure l'Uomo tigre.

I genitori dei compagni di scuola? Oddio qualche volta li vedevo all'uscita (quando arrivavo in orario).

Con una mamma in verità sono anche andata al cinema. Perchè mio figlio aveva deciso che si doveva fidanzare con una compagna delle elementari.

Bene. Quindi "Mamma per favore comprami un fiore così quando esco da scuola glielo do".

Eseguo, perchè si sa: le mamme con i sensi di colpa eseguono. Compro una cosa non troppo vistosa, non troppo eclatante, non troppo romantica. Arrivo all'uscita della scuola in tempo.

Lui esce e mi dice "beh, mi vergogno, dalla alla sua mamma". Sbigottita eseguo anche questo ordine.

A quel punto la giovanissima coppia si presenta davanti a me e alla mamma della sposa e ci comunica che, siccome si sono fidanzati, il pomeriggio andranno al cinema insieme a vedere Aladin.

Io e la mamma della sposa ci guardiamo sorridenti per la splendida notizia. Il nostro pomeriggio aveva preso una piega inaspettata e noi ci saremmo dovute sedere vicino, in fondo al cinema, mentre i piccioncini, non ancora decenni, avrebbero tubato più avanti. Indimenticabile.

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E quindi lo confesso, non sono stata proprio un fenomeno di madre, e il pudore mi induce a risparmiarvi numerose altre inconfessabili vicende di una storia lunga e a suo modo divertente.

Certo, il padre di questi figlioli era un grande aiuto. Amorevole, presente, disponibile. E maldestro, come un po' tutti gli uomini di quella generazione. Tutti un po' maldestri e tutti interisti.

I nonni? Decimati dall'origine, ma, quelli rimasti, magnifici. Saggi, generosi, rompiscatole come si conviene.

Tutto normale, tutto un po' incasinato e tutto difficile.

Ma una chat dove verificare con le mie colleghe mamme come alitare meglio sul collo dei miei figli non ce l'ho avuta. E no, onestamente non mi è mancata. Non mi è mancata la segnalazione via chat delle assenze da scuola, non mi sono mancate nemmeno le cordate di genitori che dovevano protestare contro il sistema di valutazione dei compiti di greco.

E non è che non abbia sentito nel profondo di ogni fibra del mio essere la mostruosa necessità di sapere dove fossero i miei figli adolescenti. Ci sono stati periodi in cui la musica più elettrizzante era rappresentata dal ruomore delle loro chiavi di casa la notte quando rientravano.

Ho accolto a braccia aperte la rivoluzione tecnologica del virtuale, la leggerezza degli incontri social, l'impalpabilità degli Ebook, il fascino misterioso delle cryptovalute e l'emozione degli acquisti online...

Ma vi giuro che aver schivato la chat di classe mi rende felice. Non solo perchè sarei stata lenta e intempestiva, come sono su tutte le chat che bazzico ora, ma soprattutto perchè avrei ceduto alla tentazione di rimanere per sempre un fantasma curioso e invadente, azzerando le distanze, rinunciando al piacere sottile e doloroso di guardarli da lontano, spesso di guardarli senza capirli, per poi arrivare davvero ad amarli e a stimarli.

E lo so, non sono stata una grande madre, ma dopo tutto questo tempo, finalmente ci ho fatto veramente pace.

tutte le immagini sono di mia proprietà

Sort:  

Per fortuna non c'erano ancora smartphone e chat varia durante la mia adolescenza, che incubo sarebbe stato :).

sempre notevoli ed originali i tuoi post :D

Grazie Nicola sei sempre un grande

Che bello leggerti! Mi piace scoprire qualcosa di più su di te in ogni singolo post che produci. Sei un vero spasso 😁.
Ps. Da quel che ho compreso sei una madre meravigliosa.

Non saprei ma alla fine chi può dirlo? 😘

Volevo scriverti anche tu sei una bravissima mamma. Ma questo idiota di sistema mi impedisce di modificare il commento. Quindi ne aggiungo un altro. Sei fantastica@sarabelardo

😂😂😂 ma sei un tesoro!! 😘💙

I tuoi post spiccano sempre , complimenti.

Grazie mille@niccolini.

No, te prego!! Spero solo che quando mio figlio andrà a scuola queste cose saranno estinte!!! Non sopporterei una chat del genere! In verità non sopporto la chat in genere! Davvero meraviglioso il ricordo di tuo figlio e la fidanzata al cinema ❤️ Anche io sono nata ad agosto, il primo. Noi lenocini siamo i migliori modestamente 🦁😉😉😉
Sei una brava mamma!

Lei il 2 😘

Ho letto il post tutto d'un fiato e le tue parole mi hanno colpito. Non sarai una mamma perfetta (nessuno lo è veramente) ma hai dato ai tuoi figli quella fiducia che è necessaria per crescere in maniera sana! Complimenti

agree!

Tutti i genitori fanno errori, quindi non me ne farei un cruccio. Piuttosto mi hai terrorizzato con questa storia della chat di classe!
Essendo un genitore di una bambina che comincerà la sua carriera nella pubblica istruzione, questa idea mi lascia un pò perplesso..
Ai miei tempi si chiamava il compagno di classe per sapere che compiti erano stati dati, in caso di assenza. Non si andava oltre..

Già è questo che mi ha colpito infatti 🙄

Qualche minuti di lettura volato via con piacere, questo significa per me un bel post, le parole devono scivolare leggere!
Mi sono divertito!

Bellissima storia 😀. Riguardo alle chat di classe anch'io ne avevo una, ho un ricordo bruttissimo di essa. Complimenti 😊

Io la trovo tremenda mi ha proprio colpito 😊 grazie

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