Art - Louise Bourgeois

in #ita7 years ago
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Louise Bourgeois, un’artista che personalmente considero apolide, con un linguaggio artistico che qualsiasi artista al mondo potrebbe condividere, nasce in Francia il 25 dicembre del 1911:
 “Nacqui il giorno di natale rovinando la festa a tutti quanti. Mentre erano intenti a gustare ostriche e champagne, ecco che arrivo io. Mi piantarono in asso. Oggi riesco a raffigurarmi quell’evento ridicolo… non accuso nessuno. E’ quindi un senso di sconfitta quello che motiva il mio lavoro, una volontà di rimediare al danno che è stato fatto…non di paura, ma del trauma di abbandono."
- Louise Bourgeois 
Non a tutte le donne sarà capitato di nascere il giorno di Natale, ma è certo che praticamente
a tutte è capitato di essere discriminate, di aver vissuto il trauma dell’abbandono, la mancanza di rispetto (nei migliori dei casi)ecc..
Perciò la vita di una donna in genere è indirizzata verso “la riparazione del danno”, e il genere femminile ha sviluppato tutta una cultura, anche medica, con queste prerogative e questo obbiettivo: Louise non è stata la prima né sarà l’ultima.

Preoccupandosi poco di relazionare la sua arte e di arrivare a mostrarla solo in età matura, dopo aver perso la bellezza, requisito spesso richiesto alla maggior parte delle donne che vogliono e “pretendono” di dialogare con il mondo diventando personaggi pubblici; la Bourgeois ha la sua prima personale all’età di 44 anni e inizia ad insegnare nelle più prestigiose università di New York (dove si era trasferita sposandosi). Tutto questo lo realizzerà praticamente in età pensionabile, nel 1973 dopo la morte del marito.

Le opere

La riparazione del danno è un modo per preservare la vita, esattamente come le opere dei “maghi” della mostra del Beaubourg. Louise ha però un vantaggio: ha in più gli strumenti di una formazione e di un linguaggio artistico occidentale, ma non solo, ha l’esigenza di impiegarli verso un obbiettivo solido, vitale, primordiale, e questo rende le sue opere “forti” da ogni punto di vista. Ma a questo risultato è arrivata in età matura, dopo aver espletato tutti i ruoli femminili che in genere occupano interamente la vita di una donna, allevato ed educato dei figli, accudito un marito ecc..
Ovviamente tutto ciò ha rappresentato un percorso che ha poi riempito di sale, di significato e di contenuti le sue opere. Ciò che a volte manca ai suoi colleghi uomini, più indaffarati spesso e semplicemente a “ingrandire” la loro immagine.
E dunque forte di queste esperienze, Louise Bourgeois, a differenza della maggior parte delle donne che si limitano semplicemente a viverle, riesce a trasporre le sue esperienze in arte e a trasformarle in forma, e dunque a comunicarle al mondo.

Le sue opere raccontano il suo difficile rapporto con il padre, e dunque un rapporto con la prepotenza, con l’imperio del comando, con la mancanza di rispetto e l’orribile e conseguente sensazione di impotenza e di crescita della disistima di se stessa; generando ad esempio un ciclo di opere significative come "The destruction of the father".

Nelle sue opere traspare anche l’intensa relazione avuta con la madre, e la sua forte partecipazione e condivisione delle gravi responsabilità che pesano spesso esclusivamente sulle madri: di protezione e di educazione dei figli, di inserimento di questi ultimi nel sociale e della creazione di un nido dove essi possano crescere “sicuri”, riparando perciò in continuazione tutti i “danni” familiari. Per poter trasformarsi in una “riparatrice” occorre superare i propri “danni”, cancellandoli, nascondendoli, facendo anche finta quindi, di non sapere dei continui tradimenti del marito, di essere inconsapevole della sua immaturità, nascondendo il suo dolore per non creare traumi.

L’artista associa la figura materna, e se stessa, all’aracnide, alla tessitrice per eccellenza: Aracne, trasformata in ragno dall’invidia di una dea. L’artista non cede di un passo, ma anzi si fa scudo della bruttezza del ragno e la trasforma in forza.
Nelle sue opere si sente incredibilmente la trasformazione del “brutto” in valore, e l’opera diventa espressione e bellezza della forza, della abilità, della generosità e crudeltà coese e unite insieme. La forza di questa compartecipazione e condivisione con la figura materna affiora nel suo ciclo di opere "Maman".

Opere che si trovano ormai collocate nei maggiori musei del mondo e che comunicano tutta la primordiale forza, terrore, crudeltà, tenerezza e immensa generosità, e infine commistione di vita e morte presente nella maternità e nell’atto di generare.
Spazzando via quell’immagine edulcorata, falsa e prettamente maschile che è stata imposta dall’immaginario maschile-religioso, terrorizzato e impotente di fronte a un atto e a un mistero che rimane e rimarrà per sempre al di fuori della sua portata.

Esposizioni

Alla mostra dei “maghi della terra” Louise Bourgeois ha esposto Articulated lair del 1986, un’installazione ambientale, una sorta di labirinto di paraventi di acciaio dipinto, dai quali pendevano delle inquietanti sacche di caucciù. I nidi e i covi, tali sembravano, figuravano nascosti, protetti da luoghi impervi e di non facile passaggio.
In quelle sacche, nascosti alla vista, avrebbero potuto esserci delle creature orribili, ma sempre preziose per una madre, che non ha lo stesso concetto del bello della gente comune.
Il bello è ciò che è vivo, sano nel senso vitale del termine, e soprattutto capace di comunicare affettività, a qualsiasi categoria di essere vivente appartenga.


Louise Bourgeois muore a 98 anni dopo aver insegnato arte nelle più prestigiose università, dopo aver lasciato opere insigni e aver avuto i più alti riconoscimenti, ma soprattutto dopo aver degnamente onorato la vita propria e quella dei suoi cari.

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