Art - Damien Hirst

in #ita7 years ago (edited)



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Damien Hirst nelle sue opere mostra il frutto di un continuo“"stare nella vita e nella morte", sostare, affrontare, cercando di mettere in qualche modo in “scena-diretta”, ovvero in diretto contatto lo spettatore con la morte, con la vita che c’era, con il mistero più profondo di questo pianeta. Tutto ciò appare in pieno contrasto con le affermazioni dei critici di allora (l’artista era tra i partecipanti alla mostra Metropolis precedentemente citata). L’artista è evidentemente figlio delle Neo-avanguardie, in effetti tutta la sua formazione è negli anni ‘70 e anni ‘80, a cavallo tra Neo-avanguardie e Post-modernismo.


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Ha una formazione canonica si laurea in arte a Londra nei tempi giusti e subito dopo, senza perdere tempo inizia la sua rapida ascesa. Anzi nel 1988, ultimo anno del suo
BA Fine Art Course al Goldsmith College, fonda insieme ad altri giovani artisti il gruppo YBAs,di cui lui sarà in qualche modo il leader, riuscendo ad attirare l’interesse del collezionista e pubblicitario Charles Saatchi, che li sostenne come loro mecenate e in particolare continuò a sostenere l’opera di Damien Hirst.

 “Art’s about life and it can’t really about anything else…there isn’t anything else”
- Damien Hirst 
Il gruppo, già allora teorizzò “shock tactics”, letteralmente tattica d’assalto, che puntava a scioccare lo spettatore, utilizzando immagini sconvolgenti. Come l’opera più nota di Damien Hirst, The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living, presentata nella mostra “Young British Artists 1” alla Saatchi Gallery del 1991.

Uno squalo tigre di oltre quattro metri, disposto in una teca e sospeso nella formaldeide, con la bocca aperta; in modo tale che lo spettatore, raggiungendo il lato dove è visibile la bocca spalancata dello squalo, possa avere la sensazione di trovarsi di fronte a un essere ancora potenzialmente vivo e pericoloso.


L’opera ha fatto talmente scalpore da essere utilizzata come copertina in innumerevoli pubblicazioni, al punto da diventare un’icona-simbolo nell’arte degli anni ‘90. Essa in realtà rappresenta più che altro la concretizzazione di un’idea, ovvero nell’atto pratico è il mero frutto di qualche telefonata, e l’invio di bonifici bancari, ciò che era necessario per comprare lo squalo da un pescatore australiano di pescecani e per “lavorarlo” e spedirlo.



Conclusione


In sostanza Damien Hirst e il gruppo inglese dimostrano di aver compreso la poetica del “sistema dell’arte”, ovvero che qualsiasi cosa poteva diventare arte a patto che il “sistema” fosse consenziente ad accoglierla, e infatti ne mettono in scena l’attualizzazione, concretizzando le opere che corrispondevano ai requisiti di questa nuova ideologia.

Tutte le foto e le illustrazioni appartengono all'autore
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Non conosco Damie Hirst ma mi sa che mi informerò.

fammi sapere :)

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