Quanto mi manchi, Italia.

in #ita6 years ago

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FOTO: CC0 License - PEXELS.COM

Tra qualche giorno il mondo pallonaro avrà il tanto desiderato Mondiale e l'Italia... si, gli azzurri... intendo la nostra nazionale... non ci sarà (avevo difficoltà a scriverlo).
E' passato qualche mese dalla disfatta italica contro la Svezia e avrei avuto tutto il tempo per accettare l'infausta situazione, ma... non ci riesco proprio... sigh...

Si, è vero, è un mondo corrotto: qualche valigia con contanti consegnata prima di qualche partita, rolex regalati agli arbitri, qualche innocuo passaporto falso, qualche scommessuccia qui e lì, qualche medicina sospetta somministrata... Ma cosa volete farci? Il calcio ce l'abbiamo dentro ed è difficile farne a meno.

Da quando siamo piccoli abbiamo avuto sempre accanto a noi, una bici ed un pallone. Che fosse un Mundial, un Santos o il leggerissimo Super Tele, è stato sempre il nostro inseparabile amico nei lunghi pomeriggi a giocare sull'asfalto. E poco importa se cadevamo sbucciandoci le ginocchia: un po' d'acqua sulla ferita e, grazie alla polvere dei campetti di periferia, il sangue si asciugava...

<<Si arriva a 10!>> era l'esclamazione che sanciva l'inizio della partita. Chi faceva 10 goal vinceva. Sarebbero seguite: rivincita, la "bella", rigori e tante altre sfide fino a quando le forze ti sorregevano o fino a quando tua madre ti urlava a squarciagola dal balcone che era ora di rientrare (urla che dovevano essere seguite da almeno altri tre richiami più minaccia di non farti uscire di casa per una settimana!)

Ovviamente ognuno di noi aveva la maglietta con dietro il nome del proprio beniamino. Oggi è più semplice: il duopolio Ronaldo-Messi accontenta un pò tutti. Ai miei tempi c'erano maglie di Baggio, Baresi, Schillaci, del principe Giannini, Maldini... Per gli esterofili: Van Basten, Rumenigge, Laudrup... solo per citarne alcuni.

Il mondiale serviva anche a questo: a far conoscere talenti fino allora sconosciuti. Oggi le pay per view ci permettono di esplorare ogni campionato del pianeta permettendoci, con presunzione, di sentirci tanti novelli Raiola. Conosciamo anche il panchinaro della squadra di metà classifica del campionato islandese.

Chiaro che si perda un pò di romanticismo... Volete mettere la sorpresa di scoprire ai Mondiali un giocatore sconosciuto del quale ammirare le gesta? Chiedete a qualcuno nato negli anni ottanta chi è Omam-Biyik... Vi racconterà di un calciatore sconosciuto, di un'incredibile elevazione, di un goal, di un risultato a sorpresa... Anche questo era il mondiale; il mondiale che immaginavamo noi, sconosciuti Omam-Biyik che sognavamo, un giorno, di poter essere protagonisti come lui.

Tra qualche giorno inizierà il mondiale. I tempi sono cambiati. Una breve ricerca in rete e possiamo conoscere tutto di ogni calciatore. Manca un pò quella sorpresa, la voglia di scoprire contro chi si andava a giocare...

Ma nonostante tutto non riesco ad immaginare un mondiale senza la nostra nazionale. Saranno pure fighettini, presuntuosi, anche antipatici, ma mi manca il colore azzurro delle loro maglie. Mi mancano i tifosi festanti sugli spalti, l'attesa dell'evento, la telecronaca, i replay e la palla che rotola in rete.

Sono cresciuto. Non ho emulato le gesta di Omam-Biyik, ma resto un inguaribile pallonaro.

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