25 Aprile- Arrendersi o perire!

in #ita6 years ago (edited)

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Foto: CC0 License - Pixabay.com

Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.
Sandro Pertini proclama lo sciopero generale, Milano, 25 aprile 1945



Oggi, 25 aprile, ricorre l'anniversario della liberazione del nostro Paese. E' un giorno di fondamentale importanza dato che rappresenta il simbolo della lotta vittoriosa contro il governo fascista (e l'occupazione nazista) attuata durante la seconda guerra mondiale dalle forze partigiane.

La data del 25 aprile venne scelta perchè in quel giorno venne proclamata l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. Al grido di <<arrendersi o perire!>> la nostra Nazione fu liberata e si posero le basi per l'inizio di un percorso democratico che avrebbe avuto il culmine con il referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, con la nascita della nostra Repubblica e la scrittura della Carta Costituzionale.

Per me il 25 aprile è un giorno importante!
Rappresenta il giorno in cui il martirio di donne e uomini ha permesso di liberare il nostro Paese.

Non fraintendetemi: non ne faccio un problema di "colore politico". La guerra porta sempre dolore e distruzione e i suoi martiri vanno sempre lodati e ricordati: sono morti per un ideale!

Ed è proprio di ideali che vi voglio parlare oggi.
Amiamo davvero la nostra Nazione? Saremmo disposti a morire pur di difenderla?

Qualcuno di voi sta già ridendo...
Morire per l'Italia? Il nostro Belpaese allo sbando? la nostra terra bistrattata da una classe politica incompetente? La nostra Nazione che si ricorda di noi solo quando ci sono le tasse da pagare o quando chiede il nostro voto?
Ma non scherziamo!
Un polentone che dovrebbe morire per un terrone? Vi immaginate un napoletano che si immola per salvare la vita ad un milanese. Dai... siamo seri!

Eppure solo settantanni fa non avremmo affatto riso.
C'era una Patria da difendere! Una Nazione da ricostruire. Donne e giovani offrivano in sacrificio la propria vita per un ideale condiviso da nord a sud: quello di liberare la propria terra!

Ogni anno, in questo giorno, pubblico alcune lettere scritte dai condannati a morte poco prima di presentarsi davanti al plotone di esecuzione nazi-fascista. Lo faccio per tenere vivo il ricordo delle loro gesta e per far capire ai più piccoli che le libertà di cui oggi godono sono il frutto di dolore e sacrificio di fratelli italiani che, con sprezzo della morte, hanno offerto la loro vita per una nobile causa.

Ve ne riporto alcune. Leggetele con rispetto ed apprezzatene la compostezza e la fierezza con cui sono state proferite. Parole in cui la rassegnazione viene sopraffatta dall'orgoglio e dalla voglia di dare al nostro Paese un futuro migliore.

La memoria è l'unica arma che abbiamo. Facciamone buon uso!



Mamma adorata,
quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere Mamma, il mio sangue non si verserà invano e l'Italia sarà di nuovo grande. Da Dita Marasli di Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni.
Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l'Italia. Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivedremo nella gloria celeste.
Viva l'Italia libera!
Achille

Achille Barilatti di Macerata - anni 22. Catturato all'alba del 22 marzo 1944, nel corso di un rastrellamento effettuato da tedeschi e fascisti nella zona di Montalto - mentre 26 dei suoi sono fucilati immediatamente sul posto e 5 vengono salvati grazie al suo intervento, egli viene trasportato a Muccia (Macerata) ed interrogato da un ufficiale tedesco ed uno fascista -. Fucilato senza processo alle ore 18,25 del 23 marzo I944, contro la cinta del cimitero di Muccía Medaglia d'Oro al Valor Militare.



Cari compagni, ora tocca a noi.
Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia.
Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.
Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.
Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.
Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.

Giordano Cavestro di Parma - anni 18. Catturato il 7 aprile 1944 a Montagnana (Parma), nel corso di un rastrellamento operato da tedeschi e fascisti - tradotto nelle carceri di Parma -. Processato il 14 aprile 1944 dal Tribunale Militare di Parma - condannato a morte, quindi graziato condizionalmente e trattenuto come ostaggio -. Fucilato il 4 maggio 1944 nei pressi di Bardi (Parma), in rappresaglia all'uccisione di quattro militi, con Raimondo Pelinghelli, Vito Salmi, Nello Venturini ed Erasmo Venusti.



Ai miei cari famigliari e agli amici e compagni tutti,
vada in questa triste ora il mio piú caro saluto e l'augurio migliore per l'agognato "avvenire". Non piangete e ricordatemi. Questo è il solo premio a cui ambisco.
Ricordate che l'Italia sarà tanto più grande quanto più sangue il suo popolo verserà serenamente.
Mandoli Rino

Rino Mandoli di Genova - anni 31. Fucilato in seguito all'attentato al Cinema Odeon di Genova, il 19 maggio 1944, nei pressi del Colle del Turchino, con Valerio Bavassano, altri quindici partigiani e quarantadue prigionieri politici-. Medaglia d'Argento al Valor Militare.



Mia adorata Pally, sono gli ultimi istanti della mia vita. Pally adorata ti dico a te saluta e bacia tutti quelli che mi ricorderanno. Credimi non ho mai fatto nessuna cosa che potesse offendere il nostro nome. Ho sentito il richiamo della Patria per la quale ho combattuto, ora sono qui... fra poco non sarò più, muoio sicura di aver fatto quanto mi era possibile affinché la libertà trionfasse.
Baci e baci dal tuo e vostro Paggetto
Vorrei essere seppellita a Sestola.

Irma Marchiani di Firenze - anni 33. Catturata mentre tenta di far ricoverare in ospedale un partigiano ferito, è seviziata, tradotta nel campo di concentramento di Corticelli (Bologna), condannata a morte, poi alla deportazione in Germania - riesce a fuggire - rientra nella sua formazione di cui è nominata commissario, poi vice-comandante - infermiera, propagandista e combattente, è fra i protagonisti di numerose azioni nel Modenese, fra cui quelle di Monte Penna, Bertoceli e Benedello -. L'11 novembre 1944, mentre con la formazione ridotta senza munizioni tenta di attraversare le linee, è catturata, con la staffetta "Balilla", da pattuglia tedesca in perlustrazione e condotta a Rocca Cometa, poi a Pavullo nel Frignano (Modena) -. Processata il 26 novembre I944, a Pavullo, da ufficiali tedeschi del Comando di Bologna -. Fucilata alle ore 17 dello stesso 26 novembre 1944, da plotone tedesco, nei pressi delle carceri di Pavullo, con Renzo Costi, Domenico Guidani e Gaetano Ruggeri "Balilla") -. Medaglia d'Oro al Valor Militare.


Bibliografia:
Wikipedia
Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945) - Giovanni Pirelli - Giulio Einaudi Editore

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Grazie di averlo ricordato e di averlo fatto in questo modo commovente.

È doveroso ricordare. Lo dobbiamo a chi si è sacrificato per noi.

Complimenti per il post @marcuz !!!

Sono pagine che non vanno mai dimenticate, ma il passare dei decenni sta notevolmete affievolendo quei ricordi, la memoria non deve mai spegnersi, più queste cose si dicono e si diranno è meglio sarà.
Ottimo post @marcuz, complimenti per questo tuo corposo ed utile componimento

Grazie @mad-runner. Hai proprio ragione. L'unica arma che abbiamo è la memoria. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare la nostra storia!

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