TRA FRIZZI E LAZZI: ‘ntanagurà…

in #ita7 years ago (edited)

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‘ntanagurà è una recente espressione romanesca, particolarmente in voga nelle periferie ma nota a molti romani, che è la contrazione della frase “non te lo augurare”.

Non si capisce? Beh, perché a sua volta “non te lo augurare” è la sintesi di “non ti augurare che ti accada”. Che, detto meglio, vuol dire “augurati che non ti accada mai”.

Ma il significato della frase è più ampio, è include implicitamente anche chi la pronuncia: “auguriamoci che (quella cosa) non ci debba mai accadere”.

Tutto qui? No, di certo. Perché la fantasia dei romani non ha limiti è l’utilizzo di questa frase, come incipit di un discorso o come chiusa, ha mille facce.

Utilizzo classico, come risposta:
“Me sa che viè a ppiove…”
“Uuhmm… ‘ntanagurà…”

Traduzione:
“Uuhmm, ho paura che pioverà.”
“Speriamo di no.”

Usato come incipit:
“’ntanagurà se vviè a ppiove…”

Traduzione:
“Mamma mia, sembra proprio che pioverà. Con tutti i danni che fa la pioggia negli ultimi tempi, sai che disastro!”

Utilizzato per accentuare la descrizione di un fatto negativo:
“’ntanagurà che m’ha potuto fa cò quell’ago…”

Traduzione:
“Non puoi capire quanto sia stata dolorosa quell’iniezione.”

Per mettere in guardia:
“’ntanagurà d’annà a le poste a ffine mese…”

Traduzione:
“Evita di recarti all’ufficio postale a fine mese perché c’è una fila incredibile di persone che ritirano la pensione o pagano i bollettini in scadenza e puoi passarci delle ore.”

Ma (e qui lo spirito romano raggiunge l’apoteosi) la frase può essere utilizzata anche con il significato completamente opposto: in positivo!

Soddisfazione e orgoglio:
“’ntanagurà che gol ch’ha fatto ieri Totti…”

Traduzione:
_“Non puoi capire che bel goal che ha fatto ieri Totti!”.

In risposta all’amico che va in vacanza a Sharm:
“’ntanagurà si vvengo anch’io…”

Traduzione:
“Ho chiesto le ferie e non so ancora se me le danno. Ma, se me le danno, vengo anche io e, porca miseria, mare, sole, donne: mamma mia quanto ci possiamo divertire!”

Da notare che tutte le frasi tradotte finiscono con un punto o con un punto esclamativo.
La frase in romanesco no. La frase in romanesco finisce coi puntini… Perché, non tanto la frase, quanto il pensiero romano, è un sistema aperto. Che allude sempre a qualcos’altro. Che apre a prospettive inimmaginabili. Che serve a sognare e fa sognare…

Tutto qui? No, certo che no!
Ci sono anche il gioco delle mani e l’espressione del viso!

Il gesto è sempre quello: la frase va detta alzando la mano, aperta ma morbida, all’altezza della spalla, con il palmo rivolto all’interlocutore e va oscillata a pendolo da sinistra a destra e da destra a sinistra, senza esagerare. Per tutto il tempo in cui si dice la parola ‘ntanagurà. In sincrono. Può iniziare, magari, un mezzo secondo prima, ma finisce con la fine della parola. ‘ntanagurà. Stop.

L’espressione del viso, invece, cambia. Cambia in funzione della posizione di ‘ntanagurà all’interno della frase, del fatto che si intenda sottolineare un evento negativo o positivo, o della sua gravità o importanza. È fondamentale!
Riprendiamo dunque le frasi sin qui prese ad esempio ed associamogli il gesto…

“Me sa che viè a ppiove…”
“’ntanagurà…”
Si spalancano gli occhi e le labbra si stringono leggermente come a esprimere un sentimento tra stupore e dubbio. Compiacente, verso l'interlocutore. La mano, intanto, oscilla…

“’ntanagurà se vviè a ppiove…”
Qua è necessario calcare la mano: devi avvertire e convincere l’interlocutore del pericolo. Gli occhi restano senza espressione (annichiliti dal terrore che si possa verificare il peggio) e le labbra, anche in questo caso strette, assumono una leggera piega all’ingiù, come quando il siciliano dice “neente vidi! neente saccio!".
La mano oscilla e, in questo caso, effettivamente, può prolungare il movimento di un tantino anche dopo il termine della parola ‘ntanagurà.

“’ntanagurà che m’ha potuto fa cò quell’ago…”
Per esprimere il dolore gli occhi si chiudono, quasi strizzati, le labbra (sempre strette ma leggermente spinte in avanti, a beccuccio) assumono l’espressione del disgusto e la testa, mentre si dice la parola ‘ntanagurà, ruota leggermente da un lato come a segnalare la voglia di allontanarsi da quel pensiero. Poi, mentre si conclude la frase, con la testa ormai leggermente voltata, si fa no, no, con leggere rotazioni da destra a sinistra e da sinistra a destra. Il sincrono con l’oscillazione della mano va evitato. Sarebbe lezioso e toglierebbe di credibilità al tutto.

“’ntanagurà d’annà a le poste a ffine mese…”
Si chiudono gli occhi, ma senza strizzarli e le labbra, come per la frase precedente, assumono la posizione del disgusto. Ma più velato. Meno marcato. Il tutto deve dare l’idea che si sta per piangere al pensiero. Ma con un filo d’ironia, perché la cosa, oltre che spiacevole, è in qualche modo anche ridicola (nel 2015 ancora la fila alle poste, ma dai…!). La testa, intanto, ruota leggermente da un lato (ma appena appena) e, contemporaneamente, va un po’ all’indietro. Non vuole segnalare, come prima, che ci si vuole allontanare da quel pensiero, ma che quel pensiero fa schifo.

“’ntanagurà che gol ch’ha fatto ieri Totti…”
Qui va simulato un finto pianto: un pianto di contentezza. Occhi strizzati ma aperti, narici leggermente spalancate, labbra leggermente strette e all’ingiù. Piangi per non ridere…
Le oscillazioni della mano sono più accentuate.

La stessa cosa vale anche per l’altra frase volta al positivo: “’ntanagurà si vvengo anch’io…”

”Si, vabbè, ma allora…?!”

_”Fermatee… ma che sei scemo?! ‘ntanagurà si je chiedi pure la conclusione der raggionamento…”

Traduzione:
”Zitto, per carità, non chiedere ulteriori spiegazioni. Considerato quanto è stato capace di scrivere sin qui, se gli si chiede di andare avanti e spiegare dove volesse arrivare con tutta questa disquisizione, è assai probabile che non la finisca più!”

Buona domenica!

Sort:  

eheh bellissimo :D da noi si dice "nun ta ittari" ... non te la buttare, sottinteso la sfortuna
PS. neente vidi! neente sacciU e poi più E neeeeente vidi neeeeente sacciU :DXD

il bot sotto, non sa che noi abbiamo gli angeli custodi... che passano di sera

Noi abbiamo "Tu sai chi"... 😉

Ricordo di Anna 😍

??!...
Giovannino, vorrai dire...

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