Mi ha fatto ricordare un aneddoto, con il tuo dipinto e soprattutto con le tue descrizioni, che ti racconto brevemente....

Eravamo di ritorno dall'Umbria, io e la mia compagna, all'epoca frequentavamo sovente questa regione, con il nostro stand itinerante domenicale di vendita di prodotti per il running, andavamo direttamente alle gare podistiche, come da diversi anni è in uso fare...

Eravamo stati a cena da una coppia di amici, avevamo stretto ottimi rapporti che andavano oltre il classico discorso cliente/negoziante, e con calma riprendemmo la via del ritorno.

Era da poco passata la mezzanotte, lei si era sopita, la sveglia di quella giornata era stata alle 4, io ero abbastanza lucido per poter guidare senza problemi il furgone della ditta, un veicolo a tetto rialzato e passo medio, alto circa 2,3 metri e lungo poco più di 5, tutto carico di merce che con calma avremmo scaricato nella tarda mattinata....

All'uscita da un tornante in salita, con il furgone in seconda marcia che lentamente saliva di giri, mi distrassi un attimo a guardare una cosa che era caduta per terra, era un cuscino, lo raccolsi, non c'erano, apparentemente, pericoli di sorta, c'eravamo solo noi a quell'ora in giro, ma quando ritornai in posizione perfettamente eretta di guida, qualcosa attirò la mia attenzione, mi girai alla mia sinistra, verso il mio finestrino, e mi si gelò il sangue....

Un occhio vitreo, all'altezza della mia testa, mi guardava a pochi centimetri di distanza, realizzai, sempre trattenendo il respiro e con la strizza al culo, che era un cavallo dal manto nero, apparso improvvisamente dai campi circostanti, e il panico per un paio di istanti mi assalì, senza motivo, perché era al mio fianco e non davanti a me, per cui mi poteva solamente toccare di lato, ma si scatenò comunque un'imprevista corsa, perché il quadrupede provò addirittura a sorpassarmi, ed inconsciamente ma prontamente schiacciai il pedale dell'acceleratore, il furgone arrancava ma il motore turbodiesel saliva progressivamente di giri e di velocità, sembrava fermo eppure l'ago del tachigrafo salì, 25.....28....30.....35.....40....., e buttai una terza marcia di rabbia, il furgone ruggì per la brusca cambiatura ricevuta, guardai lo specchietto retrovisore e il muso del cavallo era quasi dietro al vano posteriore del furgone, continuai a far quasi urlare il motore per un paio di centinaia di metri, era un punto dove salivo tra la seconda e la terza marcia, sui 40 km/h circa, ma toccai i 50-55 km/h, a scanso di equivoci.

La mattina seguente telefonai ai Carabinieri e alla Forestale, parlai con un funzionario di quest'ultima, che mi disse che non era la prima volta che questi cavalli scorazzavano di notte, che quella era una strada dove erano soliti transitare, fino a dirmi una notte del tipo..."ma lei a quell'ora deve proprio passare da quelle parti??"

Respirai un paio di secondi, e con calma gli disse questo:

"Non so a che titolo lei mi dice una frase del genere, ma le dico una sola cosa, tra poco più di un mese ripasserò di notte su quella strada, e in mia compagnia (era un bluff ma lui non poteva saperlo..) ci sarà un fucile da caccia carico, come lo vedo faccio tutte bistecche".

Sarò passato almeno un'altra ventina di volte in quella strada, nelle medesime condizioni e orari, ma dei cavalli non ci fu nessuna traccia....