La classica stronza - 3° parte

in #ita6 years ago (edited)


Immagine CC0 creative commons

La ragazza aprì il portone di casa, e Dario non la appoggiò a terra, anzi, prese direttamente le scale che portavano al piano di sopra, dove c'era la cameretta di Marina.
Una volta entrati nella sua stanza, la depose delicatamente sul letto, ed attese istruzioni da lei, che arrivarono prontamente.

"Per favore, vai nel bagno, nel mobiletto che il termometro, lo dovresti vedere abbastanza bene, ma prima aiutami a spogliarmi, che mi infilo sotto le coperte."

Dario pensava di essere in un sogno, anche se per uno speciale bisogno, era nella stanza di Marina, della ragazza che nel profondo del suo cuore amava alla follia, e lei voleva che lui la aiutasse a svestirla, era tutto particolare.
La giornata era giunta quasi al termine, il tramonto ormai stava lasciando il posto alla notte vera e propria, e nella fioca luce della abat-jour Marina si era già liberata del montone di Dario e della shirt, mentre i jeans molto stretti erano difficili da abbassare: aveva un gran male nelle ossa, a causa della temperatura certamente molto elevata, per cui Dario, con grande piacere, si affrettò a dare una mano per liberarla dagli stretti indumenti inferiori, ma qualcosa non andava per il verso giusto.

"Ohhh, scusa, nella fretta ti ho tolto anche gli slip, giuro non l'ho fatto apposta", si giustificò il ragazzo trovandosi il favoloso sedere a poco meno di mezzo metro dal viso.

"No, vai tranquillo, ma non ti dovevi preoccupare, se c'era nulla di male, non sto bene, e sei il mio infermiere in questo momento, ma le mutandine comunque sono al loro posto."

Mutandine, sì, si fa per dire, gli slip che Marina indussava erano minuscoli anteriormente, mentre posteriormente un filo interdentale era amabilmente e perfettamente imprigionato dalle meravigliose e scultoree chiappe della ragazza, e Dario semplicemente non lo aveva visto perché usciva fuori nella parte superiore dello spacco del culetto, quasi invisibile perché color carne.

Dario trovò molto rapidamente il termometro, tornò nella stanza e lo porse a Marina.

Lei nel frattempo si era infilata sotto le coperte, tremava dai brividi del freddo, ma la stanza era calda, era lei che non stava bene, per cui Dario si appoggiò alle sue spalle, per cercare di riscaldarla più in fretta.

Dopo qualche minuto, Marina tolse il termometro e lo porse a Dario, che quasi sobbalzò per lo stupore della temperatura rilevata....

"Cazzo!!! 40 e 4, hai davvero un febbrone da cavallo!!!", esclamò spaventato.

"Non avere paura, ogni tanto mi prendono questi malanni, probabilmente dovrei vestirmi di più in pieno inverno, ma sono fatta così, ascolta, ritorna nel mobiletto, dovrebbe esserci qualcosa per abbassare la febbre."

Dario si fiondò in bagno, e l'unica cosa che trovò furono delle supposte per gli stati influenzali.

"Sì, sì, portami una supposta, che agisce più in fretta", confermò la ragazza.

Dario staccò una supposta dalla confezione e ritornò in camera, e fece per porgerla alla ragazza.

"Aspetta, non scappare, dai, ho bisogno di te, non ti scandalizzare, rimani qui, apri l'involucro, che faccio fatica, e se non ci riesco, dovrai mettermela tu."

Così dicendo, la ragazza sollevò il piumone del letto, spostò il perizoma di lato con la mano sinistra, allargando quanto basta con due dita le natiche, in modo tale da portare in evidenza il pertugio anale, ed allungando la mano destra, prese la supposta dalla mano di Dario, che quasi non respirava, e in un attimo la supposta venne rapidamente risucchiata dalla cavità rettale.

L'imprevisto spettacolo aveva scatenato mille emozioni nella mente di Dario, che non sapeva cosa fare, ma nella poca lucidità rimasta, fu Marina a chiedere un'ulteriore cortesia al servizievole e gentile ragazzo.

"Dario, perdonami, soprattutto per il nostro passato un po' burrascoso, e ti prometto che in futuro non sarò più la stessa di prima, ma vorrei chiedere un altro favore, se posso e se non sei impegnato."

"Dimmi pure, non ci sono problemi, chiedi tranquillamente, stai malissimo e ci mancherebbe altro, sono qui per darti una mano", rispose amabilmente il ragazzo.

"Non è che avresti voglia di infilarti sotto le coperte e riscaldarmi, almeno per un po', ho veramente freddo, mi faresti una grossa cortesia."

"Ma proprio sotto le coperte?"

"Sì, certo, se non hai problemi tu, io non ne ho, non pensare a cose strane, ho le ossa rotte dal male, semplicemente mi scaldi un po' la schiena ed i piedi, che sono di ghiaccio."

"Va bene, ok, però non ti vengo vicino vicino", disse scusandosi il ragazzo.

"Dai, togliti in pantaloni e vieni qui sotto, almeno finché non mi addormento, non farti pregare più..."

L'unico vero problema era quella cosina che sta tra le gambe degli uomini, che in seguito alla visione celestiale dell'opera d'arte rappresentata dal culetto di Marina, si era alquanto agitata, producendo un'erezione di dimensioni bibliche, e Dario non voleva fare la figura del maiale con lei, per cui si tolse di spalle i pantaloni e la camicia, ed in mutande e t-shirt si infilò sotto le coperte.
Si appoggiò alla schiena di Marina, che infilò subito i piedi tra le sue gambe, e contemporaneamente provò a francobollarsi a lui, che si spostò un po' indietro, non voleva mostrarle i segni della sua eccitazione.

"Cos'hai, perché vai indietro e non mi abbracci un po', dai, non succede niente, mi coccoli un po', sei stato così gentile, penso che faccia piacere anche a te, mi piacciono le tue braccia e come ti sei preso cura di me, non significa nulla, è solo una piacevole sensazione, per quello che mi riguarda, se non ti dispiace.."

"No, no, non mi dispiace affatto, è solo che proprio perché non mi dispiace che.....", e proprio in quel momento, mentre Dario era impegnato a parlare con Marina ed essendosi distratto, l'ennesimo movimento a ritroso della ragazza portò il suo sedere a contatto con il membro di Dario, e solo i suoi slip impedivano lo sfregamento pelle contro pelle.

"Se è lui il problema non ti devi preoccupare, anzi, se così non fosse, potrei quasi risentirmi, vorrebbe dire che non ti è piaciuto quello che hai visto, stai tranquillo, è una cosa naturale, abbracciami completamente, avvolgimi con il tuo corpo, ho bisogno del tuo calore, è davvero molto piacevole", e così dicevo si accucciò totalmente contro il corpo di Dario, con buona pace sua, e del suo lui, che era a strettissima distanza dalle parti intime di Marina.

Lui la abbracciò dolcemente, passando il braccio destro sul suo addome, e lei appoggiò il suo braccio sul suo, prendendogli il dorso della mano.

Dario assaporò ogni momento di quel contatto, e quando sentì il respiro della ragazza farsi più pesante, provò ad alzarsi, ma Marina mugolò qualcosa, come di restare ancora un po', ed allora decise di assecondarla fino in fondo, avrebbe aspettato il ritorno della madre, il tempo ormai era volato, ed erano le 20 passate, per cui risaldò la presa sulla ragazza, e si assopì a sua volta, con l'idea di andarsene quando sarebbe arrivata la madre, che nel frattempo era stata avvertita della sua presenza e dello stato di salute della figlia.

To be continued

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ho atteso apposta il terzo episodio.
ora posso andare a riposare.
quindi salta a lunedi?

Sì, caro Eugenio, praticamente nella nottata di domenica che sconfina qualche minuto dopo la mezzanotte, salvo imprevisti, altrimenti sicuramente nella mattinata di lunedì, ma penso di essere puntuale.
Grazie della lettura e del supporto

Tra l'altro diversi di noi potrebbero essere Dario a questo punto - io l'ho vissuto al contrario 😂

E' stata una storia che ha sconfinato nell'assurdo, in certi momenti, ma non voglio rovinarvi il prosieguo, che spero vi piaccia.
Grazie mille del commento e del passaggio, caro @etn0

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