Dolci ricordi

in #ita6 years ago


Immagine CC0 creative commons

Mi è venuta voglia, vista la mia ripresa sportiva, associata a questo meteo assolutamente inclemente, di rinfrescare questi particolarissimi ricordi, non troppo distanti nella memoria, che hanno lasciato una traccia incancellabile nella mia mente, per le tante suggestioni che sono stati in grado di produrre, anche a distanza ormai di diversi anni, mi sto riferendo al caldo pomeriggio di un sabato di fine maggio in cui io e la mia compagna partimmo da Firenze, nell'impresa di "scavallare" gli Appennini, per cercare di raggiungere il traguardo nella romagnola Faenza ed ultimare la celeberrima 100 km del Passatore, Ultramaratona nota anche come Firenze-Faenza.

Motivazioni

Perché presi questa decisione, apparentemente all'opposto delle mie inclinazioni, in quanto le mie distanze preferite in termini di gare oscillavano tra i 10 ed i 15 km??
Semplice, perché non ne potevo più dell'insistenza della mia dolce metà, che era da quando aveva iniziato a correre che cullava questo sogno nel cassetto: prima iniziò a rompere le scatole con la maratona, e dopo soli 5 mesi ed una vita passata a fumare portò a terminare la sua prima 42,195 km, e poi, una volta rotto il ghiaccio, incominciò la pressione per la 100 km.
"Dai, perché non facciamo la 100?" "Pensa che emozione sarebbe arrivare al traguardo.." "Perché non ci proviamo??", queste ed altre frasi analoghe erano da diversi mesi sulla sua bocca, e dopo qualche anno decisi di accontentarla, e ci iscrivemmo alla 100 km del Passatore.

Preparazione

Il nostro avvicinamento a questa peculiare Ultramaratona fu funestato da un infortunio a testa, per cui la preparazione non era assolutamente all'altezza di una prova così impegnativa.
Non riuscimmo a fare un "lungo" oltre i 50 km, e nemmeno una maratona entro i 2 mesi precedenti la data di partenza, a causa di impegni lavorativi, la maggior distanza percorsa fu un allenamento di 28 km, posto in essere tre settimane esatte prima del fatidico e temuto start.
Ormai purtroppo avevamo sparso troppo la voce, ed oltrettutto ci eravamo pure iscritti alla manifestazione con largo anticipo, e la parola andava rispettata, a tutti i costi, non ci si poteva più tirare indietro.

Racconto della gara

Ero perfettamente cosciente che non avevamo nelle gambe più di 5 ore di corsa, e decisi di spalmare questa disponibilità teorica lungo il percorso della 100 km, decidendo di camminare per lunghi tratti le salite, così come pure i tratti pianeggianti, alternando un po' di corsa a parecchia strada fatto al ritmo della camminata veloce, e questa gestione si rivelò fondamentale, almeno per permetterci di ultimare la gara.
Un sabato pomeriggio di fine maggio, alle 15 precise, venne dato lo start, eravamo circa 1500 partecipanti a prendere il via alla volta di Faenza, c'erano la "bellezza" di 32° centigradi a Firenze, per cui come la strada iniziò a salire dopo pochi km, iniziammo a camminare, ed essendo nelle retrovie del plotone dei partenti, eravamo in buona compagnia, perché la quasi totalità degli atleti vicino a noi camminavano essi stessi.

I km scorrevano leggeri nelle fasi iniziali, il principale obiettivo era quello di non stancarsi eccessivamente, e di risparmiare le energie.
Borgo San Lorenzo, al 35 km, fu raggiunto facilmente, poco dopo sarebbe iniziato il più alto e duro spezzone di gara, l'ascesa al Passo della Colla, la cui sommità era posta a poco più di 900 metri sul livello del mare.
Camminammo per lunghissimi tratti durante questa impegnativa salita, in compagnia di una coppia di Carabinieri, uno che prestava la sua opera a Palermo e l'altro a Napoli, tra discorsi di malavita, crimini e rapine, quasi non ci accorgemmo di essere giunti alla sommità del passo, posto a 48 km dalla partenza.

A questo punto me approfittammo per cambiarci gli indumenti sudati, grazie alla macchina di supporto che ci seguiva, mettendo anche un antivento smanicato per proteggere il tronco durante la discesa (dai 32° della partenza eravamo scesi a soli 7°!!!!!), e partimmo di buon grado per la discesa, percorsa interamente correndo senza mai camminare.

Crisi totale

Tutto procedeva a meraviglia, ed il traguardo si avvicinava sempre più, ma un grande problema stava per manifestarsi, rendendo estremamente problematici l'ultimazione degli ultimi 15 km di gara.
I ristori di questa Ultramaratona erano posti ogni 5 km, così pure come la segnalazione del kilometraggio svolto, ed all'85 km mi resi conto che qualcosa stava andando per il verso sbagliato: durante la sosta per rinfocillarci, avvertii una brutta sensazione, cercando di mangiare una fetta biscottata con della marmellata (io sono abituato a mangiare anche durante una maratona, figuriamo in una gara lunga quasi 2,5 volte di più), sentii arrivare una nausea pazzesca, e conati di vomito.

Ero giunto al capolinea, lo stomaco non riceveva più a causa dell'esaurimento delle energie fisiche, e sarebbe stata durissima giungere al traguardo.
Iniziammo a camminare, senza correre un solo metro, e giungemmo al ristoro del 90° km, ed impiegammo ben 55 minuti per percorrere i 5 km di distanza fra l'85° ed il 90 km, tappandomi il naso, provai ad ingerire del succo di frutta, ma non riuscii a buttarne giù più di mezzo dito, un nulla.

Il ritmo dei successivi 5 km fu di poco inferiore ai precedenti, 53 minuti complessivamente, ma ci regalarono la bellissima sensazione di aver ormai passato il punto critico, e che il traguardo era veramente alla nostra portata. Ricordo che iniziai a guardare con insistenza il cronometro, e quando vidi il cartello dell'ultimo km, l'emozione incominciava a scorrere nelle nostre vene, e mano a mano che il tanto fatidico e sospirato ingresso nella piazza di arrivo a Faenza si avvicinava, la gioia ed un senso di leggerezza innata si stavano impadronendo dei nostri corpi e delle nostre menti, rendendo gli ultimi minuti di quella lunghissima avventura estremamente stimolanti e gradevoli di essere vissuti.

Gli ultimi metri ringraziai il cielo di essere stato benevolo nei miei confronti, perché per come si era messa la situazione all'85° km, lo spettro di un triste e deprimente ritiro stava lentamente ma inesorabilmente avanzando alle mie spalle, ma riuscii a respingerlo negli inferi da dove era venuto, tagliando finalmente il traguardo di una delle più belle e suggestive Ultramatone del mondo, la 100 km del Passatore era finalmente nostra.

Sort:  

Hai avuto un bel coraggio Mad, al solo pensiero di correre così tanto svengo 😂
Bravo, sei riuscito a tenere a bada il corpo e a finire questa bella esperienza. Sono soddisfazioni!
Bel post!

Grazie del gradito commento, @acquarius30, vedi, come ho scritto da un'altra parte, ho ancora uno Zero nella casella dei ritiri, anche se in questa 100 km me la sono vista davvero brutta, la crisi era molto grossa, ma con la determinazione l'ho respinta.
Sì, alla fine è stata una bella soddisfazione riuscire a tagliare il traguardo

Che emozione!!! Incredibile...e io che pensavo di essere bravo a chiudere la maratona!!! Sei forte Marco!

Grazie, carissimo Dave, ma è stata una follia che ho fatto tanto tempo fa, anche se il ricordo rimarrà indelebile, magari tra qualche tempo, chissà, se riesco a far quadrare un po' di cose, un po' molte cose, potrei riavvicinarmi alla maratona, la voglia ci sarebbe anche, ma ci vuole molta costanza, intanto continuiamo a correre.
Felice di averti trovato da queste parti!!

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