Cronaca di un "normale" risveglio

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Questa mattina era un po' particolare (venerdì mattina), in quanto si sarebbe aggiunta la pulizia di una seconda scala a quella che già facevamo in quella determinata via (alla faccia di chi dichiarò di aver "rifiutato" un lavoro di addetta alle pulizie... ;-)).

Mi sveglio un buon anticipo, gironzolo un po' nel bagno, e dopo un quarto d'ora chiamo la controparte, la mia spalla occasionale nelle pulizie, che voleva essere presente per questa nuova partenza.

Alla risposta "un minuto", la lascio altri cinque minuti, poi sento che incomincia a muoversi.

Ognuno ha le sue piccole manie del risveglio, chi scrive monologhi e poesie sulla tazza del wc, chi si trastulla con il caffè e FB, chi sonnecchia ed ascolta il radiogiornale mangiando qualcosa, io questa mattina avevo voglia di distendermi un attimo sul divano, il mio sedere ed il medesimo erano come due poli opposti che si attraevano terribilmente, un fascino difficilmente resistibile.

Sono praticamente pronto al contatto, quando arriva il primo monito....

"Guarda la tua gatta (mia...), guarda quanto pelo ha lasciato in giro, dai, prendi la scopa e dai una spazzatina, ci sono un'infinità di ciuffi in giro, e li hai sparsi tutti questa notte, perché ieri sera avevo pulito tutto".

Mmhhh, e prendiamo la scopa, e diamo questa spazzatina, così finalmente avrò il lasciapassare per il divano...

Ripongo la scopa e come faccio per toccare il divano...

"Che sole che c'è questa mattina, sta arrivando l'estate (proprio questa mattina, che coincidenza..), fai una cosa, non aprire tutti gli scuri (d'inverno li devo aprire subito come mi alzo...), perché il sole colpisce i vetri e riscalda la casa, chiudi un po' gli scuri e fai passare un po' d'aria dalla finestra."

E due, e chiudiamo anche gli scuri, qui il tempo inizia a scarseggiare, chissà se mi ricongiungerò con il tanto amato divano??

Finita l'operazione degli scuri, era ancora in bagno, ma eccola spuntare dalla porta, e diretta diretta, mi chiede se le faccio un caffè, perché la colazione vera e propria l'avrebbe fatta dopo le due scale, e c'era il tempo solo di un caffè al volo, era già ora di uscire di casa.

Tempeste e temporali, pioggia a diritto, tutte le perturbazioni passavano dalla mia testa, definitivamente sfumato il sogno del divano, e mentre la guardo sorseggiare il caffé, mi chiede con viso "falsamente angelico" cosa avessi fatto.

"Niente, volevo solo andare un attimo sul divano, ma te non sei stata zitta un secondo..."

Pamm, in un nanosecondo ho azzerato tutti i bonus accumulati con tanta fatica, e la risposta non poteva essere diversa....

"Sempre con il culo a strisciare quel divano, ormai ci avrai fatto la fossa!!!"

Saliamo in macchina, subito la sensazione del caldo, una bella incazzatura ormai aveva preso entrambi, io per un verso, lei per un altro, per cui mi viene subito da abbassare il finestrino, l'aria è ancora bella fresca, e mi godo il benefico impatto sulla mia pelle, ma la visione laterale del mio occhio destro rileva un movimento rotatorio del viso del "nemico" verso di me, è come un cartellino giallo calcistico, noto che si rigira in direzione frontale, ma passano non più di due secondi, secondo cartellino giallo, nuovo sguardo alla mia figura, scatta l'allarme e mi giro verso di lei.

Faccia scura, temporale in chiaro arrivo, e so già dove vuole andare a parare...

"Ok, lo tiro su un po' va bene, ti dà fastidio, ho capito, non c'è bisogno che dici niente, hai una faccia...."

"Possibile che hai già caldo alla mattina presto??"

"Ascolta, il ho il sangue, e quando mi girano le palle, circola in fretta e riscalda subito, te le palle non le hai, ed al posto del sangue hai l'acqua, per cui fai fatica ad andare in temperatura, semplice."

"Ecco, ha parlato il Dottor Bugnega, quell cl'ha scambié un busdecul per 'na piega."

E' un famoso detto delle nostre parti, chiaramente inventato dalla sagacia popolare, e questo fantomatico Dottor Bugnega, mai esistito realmente, si narra che scambiò, durante una visita, un buco del c..o per una piaga, e nel nostro dialetto suona molto bene, quando viene pronunciato correttamente, facendo anche rima, e quando ci viene appioppato questo appellativo, significa che siamo degli emeriti somari ed incapaci.

Della serie, "l'amore non è bello se non è litigherello...."