Riflessioni da un funerale: l’essere umano questo idiota.

in #ita6 years ago

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L’altro giorno sono stato al funerale del mio caro zio Giovanni, ex colonnello di Marina a La Spezia.
Questa situazione, oltre alla ovvia commozione e tristezza, ha stimolato un paio di riflessioni che si collegano alla mia costante evoluzione filosofica.

Fra i miei parenti è quasi scoppiata una lite per via di antichi e recenti rancori: attribuzioni di colpe, accuse di non aver fatto abbastanza per il povero zio morto.
Anche se queste accuse sono umanamente comprensibili a mio avviso non hanno nessun senso razionale ed è quello che continuavo a dire a tutti guadagnandomi invece la figura di quello che difende la colpevole. Cercavo di spiegare il mio punto di vista ovvero che non ha nessun senso attribuire colpe, che la colpa non esiste come non esiste il merito e la persona che secondo loro non fa abbastanza fa in realtà quello che può. La risposta allora tipica è che non è così perché lei, la persona che accusa l’altra è convinta di impegnarsi di più e che la persona che non fa abbastanza o che non vuole abbastanza bene o che è cattiva abbia per questo delle responsabilità perché appunto non si impegna oppure è cattiva. Ho provato a spiegare che tutti nasciamo in un certo modo, tutti cerchiamo il bene e se diventiamo cattivi non ha senso parlare di colpa ma semmai di malattia mentale o sfortuna. Ho detto che il povero zio morto - che era una persona pressoché perfetta - era fortunato ad avere le risorse per poter essere buono con tutti. Ho provato a dire che il cattivo non lo è per sua scelta ma per via di tanti fatti successi nella sua vita o anche magari per come è fatto il suo dna. Ripeto questi sono temi che non si possono esaurire a un breve post su un blog e se avrò tempo scriverò meglio di queste cose ma io sono straconvinto che la colpa e il merito siano totalmente inesistenti e invenzioni collegate ad un’altra fesseria: le credenze religiose. Chiedo scusa a chi crede, io ho rispetto per tutti e io stesso sono un povero umano imbecille con mille difetti e incoerenze, qui sto solo parlando di un aspetto sul quale credo di avere una visione più razionale di altri. Come mai a un cane non attribuiamo meriti o colpe? Perché lo vediamo per quello che è, un soggetto che è sottoposto a una certa storia, a determinate condizioni e che fa quel che può. Se un cane è cattivo non lo si mette in prigione e non gli si attribuisce una responsabilità per la sua cattiveria, semplicemente lo si limita perché non possa ferire e si pensa che quel cane avrà preso molte, troppe bastonate oppure è nato in un certo modo. Se invece un uomo prende tante bastonate o nasce in un certo modo ecco che si pensa che dovrebbe comunque essere buono, perché è un essere semidivino che può ergersi sopra la legge della causa e dell’effetto, che è cattivo, demoniaco, che va punito! Signori un cattivo va curato non punito, come è chiaro nei riguardi dei cani non lo è a riguardo delle persone e io credo anche per le credenze religiose che suppongono ad esempio l’esistenza del libero arbitrio, dell’anima, dell’aldilà. Infatti un cane secondo la religione cattolica non ha un’anima e non va in paradiso.

Io non credo di essere superiore ai miei simili ma mi rendo conto di come siamo creduloni a credere alle favole della religione, irrazionali nell’attribuire colpe o meriti, assolutamente distruttivi del pianeta su cui viviamo per il quale siamo un parassita che inevitabilmente arriverà a distruggere completamente l’organismo ospite.

L’essere umano è un idiota...

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