I BAMBINI, INSEGNANTI DI FELICITA'
Pochi giorni fa mi è capitato di leggere e di vedere nei tg una notizia che mi ha fatto quasi emozionare. Per chi non ne avesse sentito parlare, si tratta della storia di un bambino sardo di 5 anni che ha accompagnato in un lungo viaggio sua madre, recatasi a Milano per una visita di controllo dopo un lungo trattamento di chemioterapie. Il bambino, per ringraziare il dottore che aveva guarito la sua mamma, ha preso tutti i risparmi che aveva accumulato (pochi centesimi) e glieli ha consegnati mettendoli in una busta con tanto di letterina. Ma più che il dottore, il destinatario dei suoi soldini era la ricerca. Sì, avete capito bene. La maggior parte delle persone sarebbe stata contenta della guarigione del suo caro e al massimo avrebbe speso parole di elogio verso il dottore. Invece questo bambino di 5 anni, probabilmente rendendosi conto di quanto la madre avesse sofferto, ha deciso nel suo piccolo di dare una mano affinchè altre persone non patissero la stessa sofferenza.
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Ora non voglio stare qui a fare il moralista e a dire cose scontate, ma voi mi soffermate mai a pensare quanto i bambini ci possono insegnare? Io sì. Di fronte ad ogni loro gesto mi stupisco ogni volta sempre di più. I bambini sono senza filtri, limpidi, sinceri, generosi. Nessuno nasce assassino, stupratore, delinquente, ecc... Ciò che siamo da grandi è solo lo specchio di quello che abbiamo vissuto fino a quel momento.
Con i bambini si cresce insieme: tu aiuti loro e loro aiutano te. In realtà loro ci fanno ritrovare quei valori che troppo spesso perdiamo. Quei valori che la società ti porta a mettere da parte se vuoi fare strada nel mondo dei "grandi". Come ad esempio, in questo caso, un gesto semplicissimo: dire "grazie".
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Troppo spesso diamo per scontato le cose. Ci avventuriamo in cose complicate, ma non apprezziamo la bellezza di quelle semplici. A quanti di voi è capitato di perdere una persona nella propria vita, per motivi vari e di chiedersi "chissà se ha capito quanto ho apprezzato quello che ha fatto per me". Questo perchè solo quando si perde definitivamente una persona, si capisce di quello che si è fatto e di quello che si poteva fare nei suoi confronti. Perchè non siamo spontanei, perchè si ha paura di subire un rifiuto, di sbagliare, dei giudizi altrui. Tutte cose che non toccano minimamente i bambini.
Ora non dico di ritornare a quegli anni. Lo so, i problemi che si hanno a 3 anni sono ben diversi di quelli che si hanno a 40. Ma se avete dei bambini in casa, non trascurateli. Cercate di passare insieme quanto più tempo possibile, perchè spesso da loro si può imparare molto di più di quello che ci insegna il mondo dei "grandi".