Gibellula pulchra: un fungo che nessuno si aspetterebbe mai

in #ita5 years ago (edited)
Tra le varie modalità di simbiosi, la natura ci riserva il parassitoidismo. Contrariamente al parassita che vive all'interno dell'ospite senza ucciderlo, il parassitoide tende invece a predare e uccidere lentamente la vittima nel corso del tempo. Su Wikipedia è scritto:

La principale differenza tra un parassitoide e un parassita propriamente detto consiste nell'evoluzione del rapporto trofico. Il parassitismo s'identifica in una forma particolare di simbiosi in cui uno solo degli organismi trae vantaggio; il parassita infatti sfrutta funzioni vitali dell'ospite sottraendogli risorse e, per questo, danneggiandolo, ma senza provocarne la morte. Il parassitoide instaura con l'ospite un rapporto trofico del tutto indipendente dalla fisiologia dell'ospite, nutrendosi indifferentemente dei suoi tessuti. Questo rapporto ha analogie con la predazione e si esaurisce di fatto con la morte della vittima, quasi sempre prima che questa abbia raggiunto il completo sviluppo.

In natura esistono svariati esempi di insetti parassitoidi, ad esempio molti depongono le loro uova nel corpo dell'animale per permettere alle larve ormai schiuse di potersene nutrire.

Mi sono dunque chiesto:

"Esiste un essere vivente, che non appartenga al regno Animalia, in grado di uccidere un essere vivente per riprodursi?"

Nonostante mi sono posto la domanda non ho mai approfondito l'argomento, finché lo scorso weekend mi sono visto con @Cooltivar per lavorare ad un progetto. Era prevista un'uscita fotografica lungo un torrente della Sabina, ed è qui che ho potuto rispondere al mio quesito.


Armati di calosce, ci siamo calati all'interno del torrente percorrendolo verso la foce. Ad un certo punto, lungo il tragitto, ci fermiamo davanti ad una felce (Asplenium scolopendrium, ex Phyllitis scolopendrium) per vederne le spore in via di maturazione e parlare del modo in cui si riproduce.
Proprio qui, girando la lamina fogliare, facciamo un incontro alquanto affascinante: uno strano "insetto" quasi completamente fagocitato da un corpo esterno.





In quel momento le ipotesi erano molte, ma da subito avevamo il presentimento di trovarci davanti a un fungo veramente incredibile, come il Cordiceps sp. (un fungo parassitoide).


Tornati a casa, cominciamo ad informarci sul possibile genere trovato, notando però che si discostava da questo. Una ricerca più approfondita infatti ci rivela che si tratta di Gibellula pulchra.


Facendo ricerche su internet non compare nulla che dia informazioni precise sulla specie in questione, se non una parte di un vecchio libro in formato digitale del 1973 (per chi volesse vederlo metto il link qui) su cui è scritto che G. pulchra è sinonimo di G. aranearum (nella vecchia nomenclatura era classificato con questo nome) e che si tratta di un fungo appartenente alla famiglia Cordycipitaceae (pubblicata per la prima volta nel 1969 e quindi anche abbastanza recente) che si evolve come parassita solo sui ragni.


Non essendo riusciti a trovare nulla sul modo di riprodursi di questo organismo, iniziamo a ragionare paragonandolo ad altri generi appartenenti a questa famiglia e ad altre specie appartenenti al primo deducendo quanto segue.


Le spore del micete entrano nei polmoni a libro degli aracnidi e, una volta che sono all'interno, le ife riempiono il corpo della vittima provocando un disfacimento dei tessuti e delle fibre che lo compongono, compromettendone la libera mobilità. Arrivato all'encefalo il fungo spinge la vittima a trovare un luogo ideale per compiere l'ultimo passo del suo ciclo vitale: l'emissione del corpo fruttifero e il rilascio di nuove spore.
Raggiunto il luogo idoneo, temperature e umidità costanti provocano lo sviluppo progressivo delle ife che, impossessatesi del ragno, fanno fuoriuscire il corpo fruttifero del fungo (tallo) che una volta maturo inizierà a liberare le spore e compierà nuovamente il suo ciclo vitale, determinandone la morte dell'animale.




In foto è possibile vedere il fungo più da vicino


Quindi, quello che si vede nella foto in alto è il corpo fruttifero di questo fungo che esce dall'aracnide solo una volta che ha finito di svilupparsi all'interno di esso. Le ife, solitamente all'interno del terreno nel mondo dei funghi, in questo caso si trovano nel corpo dell'animale. Inoltre, come detto, ha portato il ragno in un posto a lui ideale per completare il ciclo biologico, difatti lo abbiamo trovato lungo la riva di un ruscello ove le elevate temperature estive e l'umidità sono favorevoli per questo tipo di riproduzione.


Interessante è vedere come i miceti operino in qualche modo sulla selezione dei più forti. Sono state trovate numerose specie di funghi parassitoidi che predano esclusivamente il phylum Arthropoda, comprendente i 5/6 delle specie animali fino ad ora classificate.

La natura può essere alquanto macabra


Tutte le foto sono di mia proprietà

Articolo scritto in collaborazione con @Cooltivar


Fonti

https://ascomycete.org/Journal/Article/art-0174
http://www.bcrc.firdi.org.tw/fungi/fungal_detail.jsp?id=FU200802250011
https://it.wikipedia.org/wiki/Ophiocordyceps_unilateralis

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Proprio ieri ho sentito una storia sul ragno violino, che mi ha fatto accapponare la pelle perché non è stato subito capito che si trattasse di un morso di questo aracnide, vedere quest'altro ragnetto mi fa venire solo un'idea in testa.....

Purtroppo il veleno del ragno violino causa ulcere, nonostante questo è considerato un aracnide potenzialmente mortale

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lorenzo non saprei se l'effetto minore sia solo causare ulcere...so che è davvero molto pericoloso ma vorrei capire se il suo morso porta solo ad ulcere o in casi peggiori a morte

Avendo un veleno citotossico, crea arrossamenti e lesioni. In rari casi queste ultime diventano necrotiche e quindi necessitano di cure mediche. Molto dipende dall'età e dalla salute del soggetto.


Questo che vedi in foto lo avevo preso in mano (con attenzione, essendo sempre un ragno dal veleno abbastanza importante) e la prima cosa che ha fatto è stata fuggire: sono tendenzialmente aracnidi di natura schiva.

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