ASSO E RE DI PICCHE - CONTEST (parte 4)

Dopo aver letto le spettacolari prime tre parti del racconto "ASSO E RE DI PICCHE", partecipo al contest di @moncia90 con molto piacere e concludo il racconto con la mia persoanle quarta parte.

Così finiva la parte 3

Entriamo!
Ogni sistema di sicurezza appare ormai sabotato. Il Nerd ha fatto il suo lavoro.
Io, Jason ed il Gordo ci separiamo.
Da adesso ognuno per conto suo.
Si entra in scena!
Lascio il borsone cadere a terra ed estraggo il kalashnikov.
QUESTA E' UNA RAPINA!

PARTE 4

Io sono incaricato di tenere a bada i presenti, farli stare calmi e tranquillizzarili.
-TUTTI A TERRA E RIUNITEVI IN QUELL'ANGOLO - continuo a urlare - SE SEGUITE I MIEI ORDINI TORNERETE A CASA SANI E SALVI -
Al contempo il Gordo e Jason prendono in ostaggio il presidente della banca e i vari dipendenti di essa. I miei due complici si dirigono verso il caveau seguiti dai loro ostaggi, loro hanno il compito di raccogliere tutto il denaro presente all'interno della banca, circa 10 Miliardi di dollari
In questo momento comincio a fantasticare su come la mia vita potrebbe cambiare con una parte di quel bottino, non penso più alla malaugurata possibilità che il colpo possa andare male, la tensione dentro di me diminuisce e mi rilasso.
Questa mia tranquillità viene subito minata da un forte rumore provocato da un colpo di pistola proveniente dal caveau. Corro, mi precipito da Jason e dal Gordo con il cuore in gola. Vedo Jason con una pistola in mano rivolta verso il presidente, ormai esanime, deposto su un lago di sangue.
Alla visione di tale scena rimango pietrificato, penso a quella maledetta coppia di 4 e alle due carte, tra le cinquantadue esistenti, che in questo momento odio di più, ASSO E RE DI PICCHE.
Instintivamente inizio a urlare contro il Gordo e Jeson - PERCHE' LO AVETE FATTO? ERAVAMO D'ACCORDO DI NON SPORCARCI LE MANI DI SANGUE - corro verso i civili per tranquillizzarli e ricordargli la mia promessa. Il presidente, a costo della sua vita non aveva voluto rivelare la combinazione di accesso al caveau.
Sono terrorizzato, voglio uscire da questo maledetto posto, non sono un deliquente. Comincio ad andare nel panico, penso a tutte le possibili ripercussioni che questa situazione avrà sulla mia vita. Sarà rovinata per sempre a causa di due sporche carte.
Il mio telefono squilla, è il Nerd, rispondo. Il ragazzo mi avvisa che, dopo aver sentito lo sparo, la polizia è entrata in allarme ed è pronta ad arrivare.
Avviso il Boss, sta raccogliendo, insieme al Gordo, il denaro rimasto; mancano circa 8miliardi da raccogliere. Voglio scappare. In lontananza si sentono le sirene che si avvicinano a noi. Sento rimbombare il battito del cuore in tutto il corpo.
Per la prima volta vedo in Jason un pizzico di debolezza, nemmeno lui sa come comportarsi ora; non riesco a trovare nulla a cui afferrarmi per trovare un minimo di sicurezza. Continuo a camminare su e giù nella sala principale.
La polizia è arrivata ed è pronta a irrompere; l'Italiano è pronto ad aspettarci con la vettura della fuga davanti ad un'uscita secondaria; il Nerd blocca l'accesso all'entrata principale tramite il sitema di sicurezza della banca.
Incarichiamo degli ostaggi di prendere i sacchi con il bottino, circa 2miliardi, e di seguirci verso la via di fuga. Io davanti a tutti corro per raggiungere la tanto amata salvezza.
La porta si apre, nemmeno il tempo di afferrare la mia arma che vedo un proiettile partire e dirigersi verso di me.

BUIO

Immagine CC0 creative commons

Apro gli occhi e vedo una luce, il soffitto di una stanza. Mi guardo in torno e vedo Jason, tutto sorridente che mi guarda chiedendomi come sto. Un po' frastornato non riesco a rispondergli.
Sento in sottofondo una canzone:

Questa mattina mi sono alzato
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
questa mattina mi sono alzato
ed ho trovato l’invasor.
O partigiano portami via
o bellla ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
bel partigiano portami via
che mi sento di morir.

Continuo a guardarmi attorno e a poco a poco capisco di essere disteso a terra nella casa del Boss, proprio dove avevamo giocato a poker l'ultima volta. Cerco di rialzarmi e vedo quelle due maledette carte, ASSO E RE DI PICCHE.
Credo che la maratona della "Casa di Carta" insieme ai troppi bicchieri di Wiskey bevuti questa sera mi abbiano fatto sentire male