Steve Gordon (un racconto by @kork75)

in #ita5 years ago

STEVE GORDON

Sulla banchina del porto di Marsiglia un veliero battente bandiera svedese era pronto a salpare. Poche ore prima della partenza, il Comandante si accorse che gli mancavano due uomini per completare l'equipaggio; preoccupato, incaricò a Gustafsson il nostromo di bordo di farsi un giro per tutte le bettole del porto, nella remota speranza di assoldare i due marinai che gli occorrevano. Gustafsson rassegnato a non trovare nessuno in così poco tempo, entrò nell’unica taverna, “Le marin”, dove era sicuro che avrebbe trincato dell’ottimo Cointreau prima della lunga traversata oceanica, con rotta New York. Il Nostromo ordinò una bottiglia, cercò un tavolo libero e si sedette in un angolo della angusta e maleodorante cantina. Il suo francese non era dei migliori, ma restò rapito dalle vecchie storie di navi e naviganti che alcuni marinai si raccontavano a suon di sguaiate risate e sonore pacche sulle spalle. La gioiosa atmosfera e l’alcol riscaldarono rapidamente il suo gelido cuore scandinavo, il biondo nostromo prese coraggio e si unì all’allegra combriccola raccontando divertito un paio d’aneddoti e cantando stornelli sconci d’osteria. Offrì volentieri a quei vecchi lupi di mare un sorso del suo liquore e ordinò cinque pinte di rossa, poi chiese a due di loro, quelli più giovani, se avessero bisogno di un imbarco ben retribuito, ricevendo come aveva previsto due secchi no grazie.
“Il mare ha tante cose da raccontare, e a starlo a sentire c'è da passare piacevolmente il tempo… Agli uomini di mare di tutto può succedere. Ora però cari amici devo andare, si è fatto tardi e il Nuovo Mondo mi attende. Merci les gars, au revoir. Sicuri, nessuno vuole venire? Ultima chiamata”, ribadì il Nostromo pagando l’oste e salutando i suoi nuovi amici.
Bérard, il più anziano dei francesi, ringraziandolo nuovamente per il giro di bevute, prendendolo in disparte gli confidò:
“Monsieur vede quei due marinai seduti al banco? Chieda a loro. Quello distinto, pulito, impeccabile: è un americano... Magari vuole tornare a casa. L'altro, barbuto, trasandato e scamiciato, è slavo o forse russo. Il primo è diventato famoso perché si è salvato da ben cinque o sei naufragi, almeno così dice lui; giù agli scali lo chiamano il “Mai Morto”, dicono che ha sette vite come i gatti. Il secondo, beh… Solo se proprio siete con l’acqua alla gola e non avete nessuno…”
“In che senso?” Domandò incuriosito Gustafsson.
Abbassando il tono della voce e portandosi una mano davanti alla bocca l’uomo concluse:
“È disposto a tutto pur di fuggire dalle catene della Gendarmeria. Dicono che sia un tagliagole, un poco di buono. Secondo me è come tutti noi qua dentro: bugiardo e un po’ spaccone, ma è comunque un marinaio esperto. Ho fatto un paio d’imbarchi con lui, bisogna solo saperlo prendere dal lato giusto”.
Il nostromo si avvicinò al bancone, squadrò l’uomo distinto e lanciò uno sguardo torvo allo Slavo. Si sedette vicino ai due e poi chiese all’Americano:
“Siete marinaio?”
“Yes, sir.”
“Anglosassone?”
“Americano… Mi chiamo Steve Gordon”, rispose l’uomo allungando la mano.
“Piacere Gordon, sono Arvid Gustafsson. La mia nave parte fra pochi minuti. Sono a corto di marinai, volete far parte dell'equipaggio?”
“Dove siete diretti?”
“In America… Interessa? Sembra di sì”, Incalzò il nostromo notando una luce di curiosità negli occhi del marinaio.
“Thank sir. of course. Ci tengo a farle sapere che sono un ottimo elemento. Sobrio, onesto e infaticabile”
L’Americano esibì un pacco di lettere di referenze di vari comandanti. Referenze straordinarie.
Il nostromo l’assunse. Squadrando lo Slavo pensò da subito che non fosse sicuramente quello il tipo di uomo che cercava il Comandante, ma date le circostanze domandò:
“Anche Lei marinaio?”
“Eh, si direbbe...”
Proprio nel momento che il Nostromo si rivolgeva allo Slavo entrarono nella bettola due gendarmi.
“Volete imbarcarvi subito? Immagino di sì”, disse Gustafsson osservando lo Slavo che cercava di nascondersi voltando le spalle ai due poliziotti.
“Beh, se vi va, ma io non salgo sulla stessa nave del Mai Morto… Questo yankee porta sfortuna, le ultime navi su cui si è imbarcato sono affondate. Pensandoci bene potrei anche cambiare idea”, concluse l’uomo osservando i gendarmi che discutevano con il vecchio Bérard.
“Avete delle referenze?” Chiese il Nostromo allo Slavo.
“Non cominciamo con solite storie... Se vi va, dovete prendermi come sono... Mi chiamo Igor”
“Ok, Igor… Ancora un paio di domande”
“Signor Gustafsson, le assicuro che sono un ottimo marinaio, non ha appena detto che dobbiamo salpare tra qualche minuto. E tu Mai Morto stammi lontano o alla prima occasione ti filo a mare. Capito?”
Il Nostromo fece una smorfia, ma poiché il tempo stringeva imbarcò anche lui e il veliero partì.



Immagine CC0 creative commons

Passarono due mesi da quando la nave svedese lasciò il Mediterraneo e una violenta tempesta la investì in pieno Oceano Atlantico. L'Aliseo che soffiò con estrema intensità per tutta la notte, mise in seria difficoltà la navigazione verso il Nord-America, e il veliero oltre a lottare con le furiose raffiche dovette vedersela con spaventose e pericolose onde. Il mattino seguente, i venti e le onde si placarono, e mentre i nostri due marinai stavano lavando il ponte il nostromo Gustafsson rimise la prora in direzione di New York. Il veliero all’improvviso sbandò a babordo. Una forte onda anomala investì la nave. Il Nostromo girando frettolosamente la ruota del timone mise il bastimento alla traversa del vento con la prua a sud-ovest: pericolo scampato.
Dopo alcuni minuti, il marinaio slavo, con assoluta calma e tranquillità discese nella cabina del Capitano, dove trovò anche il Nostromo intento a riportare la conta dei danni causati dalla violenta ondata. Igor bussò ed entrò.
“Signori posso disturbarvi? Si tratta del Mai Morto o forse Morto? Volevo dire del Signor Gordon”
“Igor non abbiamo tempo per le vostre discussioni con l’Americano, è da quando siamo partiti che non fate che lamentarvi di lui”, lo interruppe bruscamente il Nostromo.
“Dice di Gordon? Sentite!” Esclamò stizzito il Capitano.
“Non venite qui a fare dei pettegolezzi! È un marinaio eccellente e corretto il Signor Steve Gordon. Se voi aveste solo un quarto delle sue referenze”
“Beh”, ribatté il marinaio.
“Sarà corretto, avrà tutte le referenze che volete, ma dovreste sapere che un momento fa ha tagliato' la corda. E si è portato via il vostro secchio e la vostra scopa”
“Si spieghi meglio, in che senso ha tagliato la corda?” Domandò il Capitano rivolgendosi al Nostromo che impallidì.
“Ho capito! L’onda anomala, presto diamo l’allarme: Uomo a mare!” Rispose con irruenza Gustafsson, che poi notando il ghigno sornione sul volto dello Slavo lo ammonì:
“Preghi veramente che quell’uomo abbia sette vite come i gatti… Igor lei è una persona veramente spregevole”.



Immagine CC0 creative commons

Un anno dopo…
In una sera di pioggia Steve Gordon spinse il piccolo portone ed entrò alla taverna Le marin. Un mormorio di sorpresa si levò nella piccola sala affumicata.
“Ne è passato di tempo. Guarda chi si rivede”, gli gridarono i più vicini battendogli una mano sulla spalla.
“Come mai a Marsiglia? Ti credevo in America”, disse il vecchio Bérard allungandogli una sedia.
“Solita storia”, rispose Gordon.
“Oste porta da bere al mio amico… Quale solita storia Gordon?” Chiese curioso il vecchio marinaio.
“Sono naufragato Bérard”.
Tra una risata e una battuta sul suo soprannome “Mai Morto” i vecchi lupi di mare lo invitarono a raccontare.
“Non ne vale la pena è il più ridicolo naufragio che ho fatto in vita mia. Oramai sono vecchio e naufragi come una volta non ne faccio più… Sono al mio settimo naufragio e vi assicuro che mi vergogno”, rispose sospirando Gordon.
I marinai scoppiarono a ridere riempiendo a tappo il boccale dell’Americano invitandolo a bere.
“Raccontaci allora quale è stato il tuo migliore naufragio!”
“Sempre il settimo… L’ultimo”, disse Gordon, mentre una luce strana illuminava il suo sguardo.
"Che naufragio strano” Continuò sospirando.
“Ero in viaggio verso l’America, a bordo di un veliero svedese. In pieno oceano, un terribile ciclone si scatenò travolgendo la nave nella sua furia, ma la nave resistette. Il giorno dopo mi trovavo sul ponte a rassettare la coperta… E arrivò l’onda”
“Poi?” Domandò sorridendo un marinaio.
“Mi trovai in mare aperto aggrappato a un secchio e a una scopa”, i sorrisi si fecero risate.
“Fortunatamente era un secchio galleggiante. Se non fosse stato galleggiante saresti colato a picco con lui”, disse uno dei presenti.
“Silenzio! Non interrompete il signor Gordon!” Urlarono gli ascoltatori.
Gordon accennò di sì col capo e aggiunse:
“Fortunatamente era galleggiante e ringrazio Dio. Passai delle giornate terribili, così sperduto nell'immensità dell'Oceano, fra mare e cielo, senza un filo d'acqua né un pezzo di pane. Ma quello che più mi sconvolse fu l'assoluta uniformità dell'orizzonte. Da qualunque parte io volgessi lo sguardo non mi era possibile' trovare un punto di riferimento. Cielo e mare ovunque! Non sapevo se guardare davanti o di dietro, a destra o a sinistra. Continuavo a girare su me stesso ma sempre lo stesso orizzonte appariva davanti ai miei occhi. Come fare? Come sapere se l'orizzonte che avevo di fronte era davanti a me, o dietro, o da una parte piuttosto che dall'altra? Una grande angoscia mi prese. Decisi di starmene seduto sul secchio e di pagaiare con la scopa e di guardare da una parte sola: il cielo”.
Un brivido scosse gli ascoltatori.
Il signor Gordon si alzò, mise dei franchi sul tavolo per pagare il conto, strinse in un abbraccio il vecchio Bérard e si diresse alla porta, concludendo:
“Quella fu l'unica volta che non riuscii a salvarmi. Addio”, e non lo rividero mai più.


FINE

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