Ritorno a Kasiha (Capitolo Sesto) by @kork75
Ritorno a Kasiha
Capitolo Sesto
Chi era Jo Thompson?
“Ammiraglio posso chiamarla John?”, esordì lo psicologo.
“Faccia come crede. Ora pure con uno strizzacervelli mi tocca parlare”, brontolò Jo.
Harris ignorò il termine dispregiativo e i modi usati da Jo; sistemandosi gli occhiali sul naso e aprendo la sua agenda, cominciò con una domanda, con fare pacato e sicuro:
“John, oltre alla commissione medica del 47’, c’è qualcun altro al corrente di tutta questa storia?”
“Sally”, tagliò corto Jo senza ulteriori fronzoli.
“E chi sarebbe Sally?”, replicò il dottore.
Il suo depistaggio non funzionò.
“John che genere di droghe assume?”, insistette Harris.
“Caro dottore, qualche sigaretta di marijuana. Non è mai morto nessuno, sa?”
“Presumo da sempre, o sbaglio? Esaminando le sue ultime analisi che risalgono a cinque anni fa e che per altro sono praticamente uguali a quelle del 52’ quando fu reintegrato in servizio, sembrerebbe proprio così”
“Vede, per noi ragazzi, a quel tempo l’obiettivo da raggiungere fumando non era quello di propiziare un contatto con il divino come lo era per gli aborigeni, ma da adolescenti quali eravamo era quello dichiarato di trasgredire e di far incazzare i genitori, anche frequentando i “selvaggi”, come li chiamava mia madre”.
Incuriosito da sempre dalla misticità dei nativi, riprese la parola il funzionario del governo Taylor.
“Ammiraglio lei è credente?”
“Da giovane ero affascinato dalla cultura degli aborigeni e dalla loro adorazione al divino, come lo chiamano loro, ma io mi professo ateo e sono restio a tutte le religioni”, rispose Jo.
“Sulla sua scheda c’è scritto anglicano, però”, replicò secco Taylor.
Jo scoppiò in una fragorosa risata.
“Già, l’ho dichiarato per i miei genitori, pensi un po’”
“Si spieghi meglio per favore”
“Nel caso fossi deceduto in servizio. Quella religione me l’ha imposta mio padre da piccolo. A suon di bastonate mi obbligava a seguire quelle noiose funzioni domenicali. L’ho fatto per loro, almeno nel caso in cui avessi tirato le cuoia in battaglia non avrebbero pianto per la mia anima ma soltanto per la perdita di un figlio”, approfondì Jo.
“John, avresti voglia di raccontarci qualcosa di te? Chi era John Thompson prima di entrare in marina?”
Prima che Jo potesse rispondere alla domanda dello psicologo, intervenne l’ammiraglio Edison.
“Harris scusi un attimo. Ammiraglio Thompson ci deve scusare se andiamo così sul personale, ma queste domande e le sue dichiarazioni sono utili per raccogliere il maggior numero d’informazioni da girare al team di studio che sta cercando di capire qualcosa in più su queste creature; i Masika hanno bisogno di lei John”
Jo era sempre più infastidito dalla situazione. Come d’istinto si tolse l'orologio dal polso sinistro, un bellissimo Zenith svizzero regalatogli da Smith per la sua promozione a capitano di vascello. Lo portava solamente nelle occasioni realmente speciali in cui era richiesto un certo decoro; in altre parole, in dieci anni lo aveva messo al polso due volte soltanto. Una al matrimonio dello sceriffo Miller e l’altra nell'aprile del 1956, quando ad Alyangula ricevette in visita il presidente del Territorio del Nord con tutto il suo entourage. Quella fu anche l’ultima volta, prima di quel pomeriggio, che indossò l’uniforme. Quella divisa adesso gli andava sempre più stretta, ci si sentiva soffocare dentro.
“Strizzacervelli vuoi sapere davvero chi era Jo Thompson? Scrivi pure. Un rompicoglioni”
Jo si rimise l’orologio al polso, sistemò la cravatta, si ricompose sulla sedia, appoggiò i gomiti sul tavolo, accese una sigaretta e si rivolse alle altre sette persone sedute al tavolo.
“Volete che vi racconti qualcosa su di me che non sia già riportato sui vostri documenti militari? Scoprirete che la mia Australia è un po’ diversa dalla vostra. Signori mettetevi comodi e portatemi gentilmente un altro scotch, anzi, portate pure tutta la bottiglia”
Con gli astanti ammutoliti, guardò dritto negli occhi l’ammiraglio Edison.
“Questa volta ammiraglio, vedrà che un goccio lo beve anche lei”
Continua...
Capitolo Secondo Groote Eylandt
Capitolo Terzo Il tempo non cancella il dolore
Sto qua dovrebbe essere un best-seller! Spettacolo di storia, m'incuriosisce di brutto!!
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Grazie... esagerato 😉. Sta diventando sempre più impegnativo stare dietro a Jo🤣.
Questa storia è molto molto buona!
Vai avanti...
Grazie😉
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