Le “MILLE & UNA VOGLIA”, i capricci di un milionario. (@Kork75)
Le “MILLE & UNA VOGLIA”, i capricci di un milionario.
Mark stava addobbando l’enorme albero di tre metri, che il magnate dei diamanti, il texano Oliver Davidson, aveva piazzato nell'atrio del suo lussuoso appartamento di Manhattan. Mark Santambrogio era l’assistente del Signor Davidson, sia nella vita privata sia negli affari. Davidson era un anziano iperattivo. Capelli lunghi, barba bianca, in sovrappeso e di statura bassa. Vedovo e senza figli, a sedici anni già lavorava nella gioielleria di famiglia, pur avendo un’istruzione limitata, riuscì a diventare un uomo ricco e di successo. L’anziano aveva conoscenze politiche importanti, negli anni novanta fu anche governatore del Texas. Mark era un tipo riflessivo e sereno. Capelli corti e neri; alto e palestrato. Divorziato, con una figlia di tre anni che non vedeva quasi mai. Neo laureato in economia, quello fu il suo primo vero lavoro. Anche se apparentemente diversi avevano alcuni aspetti in comune. Entrambi, permalosi, vendicativi e cinici, come richiede il mondo degli affari; amavano le donne, le auto veloci, le barche di lusso, i viaggi e la bella vita. Inoltre all'epoca erano accaniti giocatori di Texas Hold’em e temerari scommettitori.
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Mark in bilico sulla scala, cercò di sporgersi il più possibile per mettere le ultime decorazioni, quando una voce da dietro rischiò di farlo cadere, “Mark, ti sei superato, fa proprio schifo!”. Il giovane si voltò con lo sguardo minaccioso e rispose, “Signore, in effetti, questa non è propria una delle cose che mi riesce meglio. Poi mi chiedo, ma a lei del Natale che cosa gli interessa? Diceva che era un giorno come gli altri o sbaglio?”. “Mark, sì, però è proprio a Natale che si fanno gli affari migliori. Tutti che corrono a fare regali e i miei gioielli vendono che è un piacere. A proposito, entro stasera lo devi finire. Abbiamo ospiti importanti e dobbiamo chiudere con gli australiani, se no, ciao Sydney per l’ultimo dell’anno. Sono grandi giocatori di poker e una partitina con loro il 31 dicembre me la farei volentieri. L’ultima volta che siamo andati in Australia?A giugno, giusto?Ti ricordi quel bel night sul mare? Ho promesso a una biondina che sarei tornato. Ne vuoi uno?”. “Di diamante?”. “Mark, di questi! Sono buonissimi!”. Davidson alzò in aria un vassoio carico di omini di panpepato, appena sfornati dalla cuoca di casa. “No grazie, non sono un grande amante dei biscotti di Natale e dei dolci in generale.” .“Mark ma che italiano sei? Non mangi i dolci?”. Il giovane scese dalla scala e cercò il puntale dentro la scatola degli addobbi e rispose all'uomo, “A parte che non sono italiano, sono nato e cresciuto a New York e oltre alla pizza non mangio cibo italiano. Ah eccolo il puntale, ora finiamo questo schifo.”.“Mark Santanbrogio, se non è italiano Santambrogio! E poi lo sanno tutti che in Italia fanno dei dolci buonissimi, ma che comunque non possono competere con quelli americani. Assaggia! Poi in cucina ci sono anche torte di mele e crostate.”. Mark intanto sali sulla scalinata che portava al primo piano, si sporse dal corrimano e piazzò il puntale. “Allora, il mio bisnonno era italiano penso del nord Italia. Di più non so.”. “Mark, la facciamo una scommessa?” . Alla parola scommessa il giovane, si fermò a meta scala. “Che tipo di scommessa? E poi che cosa scommettiamo il solito lascia o raddoppia?”.“Mark sì. Lascia o raddoppia. Scommetto che in Italia a Natale non fate dolci cosi buoni. Se vinco io questa settimana, non ti pago e non vieni a Sydney, se vinci te hai il doppio della paga, vieni a Sydney e ti lascio guidare la mia Ferrari, per tutto il prossimo anno.” . L’assistente a parte i cannoli, non conosceva nessun dolce italiano. Siccome è risaputo che la cucina italiana è una delle migliori al mondo, sfrontato rispose. “Sfida accettata! Dove la troviamo una pasticceria italiana a New York?” .“Mark, ma che New York, si va a Milano! Non te lo detto prima perché non ne ero sicuro. Si vola in Olanda ad Amsterdam e poi da lì in Italia, dove ho un paio d’affari da sbrigare. Poi scalo negli emirati, una sosta a Singapore per passare il Natale e infine a Sydney.”.“Non capisco e se perdo? Come torno a casa da Milano?”. “Mark, allora sarà il caso che non perdi e che cerchi una pasticceria buona. In alternativa chiami i tuoi parenti in Italia, per passare il Natale in famiglia.”.E ridendo di gusto con la bocca piena di biscotti, Davidson sali le scale e se ne andò nel suo studio.
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In soli due giorni, Mark organizzò il trasporto dei gioielli, prese contatto con gli acquirenti, con i venditori, con gli orefici, con i produttori di orologi e trovò aziende interessate ai diamanti di Davidson. Un’agenda fitta d’impegni, in cui trovare spazio per i night club e i casinò diventò un problema. Bisognava inoltre confermare l’iscrizione al torneo di poker di Singapore e a quello di Sydney, in tutto questo, cercare una pasticceria milanese. Doveva farcela, se voleva passare l’ultimo dell’anno brindando ai suoi guadagni su una spiaggia australiana.“Pasticceria le MILLE & UNA VOGLIA, desidera?”. “Ah, buongiorno, scusi se il mio italiano non è perfetto, qualcuno parla inglese?”. “Sì, le passo mio figlio Martino, attenda in linea.”. Dopo una chiacchierata di due ore, Mark riuscì a spiegare al proprietario di cosa aveva bisogno. Voleva qualcosa di unico, che mettesse alla prova la maestria della migliore pasticceria del capoluogo lombardo e per ottenerlo non badava a spese. L’americano, per provare che non stava scherzando, fece un bonifico di seimila euro, aggiungendo che questo, era solo un anticipo. L’obiettivo era di preparare per la mattina di sabato 22 dicembre, un viaggio culinario da nord a sud della penisola, con tutti i dolci natalizi italiani. La scommessa era aperta. Dopo la lunga telefonata, sali sulla Ferrari e corse all'aeroporto dal comandante del jet privato di Davidson, anche il piano di volo era pronto. Arrivati ad Amsterdam il mercoledì, i due passarono il pomeriggio del giorno dopo alla “borsa dei diamanti”. La vitalità dell’anziano texano mise a dura prova i nervi di Mark. Il venerdì 21 dicembre, in sole otto ore, avevano visitato laboratori, incontrato rappresentanti di famosi marchi e firmato importanti contratti, il tutto sempre in stretto contatto telefonico con le miniere di Davidson in Africa e la sede centrale di New York. La serata, la passarono al De Wallen, il quartiere a luci rosse.
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Alle quattro di mattina atterrarono a Milano, era sabato 22 dicembre. Il taxi che li portava in albergo attraversò gran parte della città ancora addormentata. Lungo i viali alberati, i due osservarono incuriositi le scintillanti luminarie. Passarono davanti all'Arco della Pace con i suoi giochi di colore. Giunti all'altezza Corso Buenos Aires, illuminata a giorno con le sue sfere dorate e frange in stile liberty, Davidson chiese al tassista di aspettarli lì che avrebbero fatto un giro a piedi. La galleria Vittorio Emanuele risplendeva nella notte con i suoi led blu, creando un effetto magico della cupola. Il trionfo di luci dell’imponente Duomo lasciò a bocca spalancata i due americani. Tirata fuori la sua reflex, Mark immortalò alcuni scatti di Oliver Davidson sotto l’enorme albero sfavillante, che si trovava nel mezzo della piazza. Con i bar che aprivano e l’odore dei cornetti e del caffè espresso che inebriava l’aria, i due camminarono per più di un ora guardando la città che ricominciava a vivere. Seguendo un viale con lampadari a forma di caramelle e bastoncini di zucchero e costeggiarono porticati decorati con archi di pino, fermandosi incuriositi a sbirciare tra le vetrine della via della moda, addobbate con variopinte decorazioni natalizie, arrivarono sui navigli. Le case con le luci, gli alberi e presepi sui balconi rendevano l’atmosfera magica, creando bellissimi riflessi sullo specchio d’acqua della Darsena. Quando i due arrivarono in hotel, erano le nove del mattino, giusto una doccia e un cambio d’abiti.
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Martino li aspettava per le dieci, alla ormai famosa pasticceria MILLE & UNA VOGLIA, pronto a soddisfare tutta la loro golosità. L’aver preso contatto con il gotha della pasticceria italiana, aveva suscitato un alone di mistero intorno alle creazioni dolciarie della pasticceria MILLE & UNA VOGLIA. Per giorni l’attenzione dei media e la curiosità della gente era puntata sulla laboratorio di dolciumi della zona delle Cinque Vie, tanto che Martino fu costretto a rendere pubblica l’esposizione dei dolci natalizi. Questa decisione fu presa in accordo con i due contendenti, che da uomini d’affari incoraggiarono il pasticciere milanese, a crearne un evento che potesse anche portargli un vantaggio economico. Lungo le vie e nelle piccole piazze furono allestiti stand gastronomici, dove i più grandi maestri e aspiranti pasticceri illustravano e spiegavano a una folla sempre più numerosa i segreti e i trucchi per preparare dolci a regola d’arte. I vari banchi gastronomici erano addobbati e decorati con i colori del Natale, tra degustazioni guidate e assaggi di materie prime, si creò un’atmosfera che metteva tutti di buon umore. Con una stretta di mano potente Martino salutò Davidson e si rivolse al giovane, “Signor Santambrogio! Benvenuto, grazie per aver avuto questa brillante idea e aver contribuito alla sua realizzazione.”. “ Sono contento. Poi ho visto che il ricavato è dato in beneficenza, questo ti fa onore. Anche se io mi sarei speso tutto a sciare a Cortina o alle Maldive.”. I tre scoppiarono in una fragorosa risata. “Mark, allora da dove cominciamo? Ho proprio voglia di assaggiare qualcosa. Ci guida lei Martino?”. “ Certo Signor Davidson, mi segua tra gli stand.”.
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Il pasticciere spiegò che ogni regione italiana ha le sue tradizioni in materia di dolciumi natalizi, facendosi strada tra famiglie con bambini festanti, incominciarono gli assaggi. S’iniziò con la Toscana, con Il senese “Panforte” con la sua fama e notorietà anche internazionale, sulle tavole natalizie, viaggia spesso accompagnato dal “Panpepato”, un dolce di origine medioevale. E poi tutti gli altri a seguire. L’Umbria è il “Torciglione”, un serpente in pasta di mandorle, cotto al forno, sulla superficie, pinoli, una ciliegia come bocca e due chicchi di caffè per gli occhi. In Liguria a Genova il “Pandolce” la fa da padrone, è basso, farcito d'uvetta e pinoli, meno morbido del panettone. In Campania, i napoletanissimi “Struffoli” compaiono a ogni occasione che meriti di essere festeggiata. Ma è a Natale che queste palline fritte di pasta dolce, con miele, conoscono il trionfo. L’ Abruzzo con il “Pan Rozzo”, un pandolce friabile, basso e senza troppi ingredienti. L’Emilia Romagna è Il “Certosino”, un ciambellone al miele, ripieno di pezze di cioccolato e frutta secca d'ogni tipo. La pasticcerìa siciliana è tra le più famose, a Natale, si assiste a una vera e propria cascata di cannoli, cassate e “Pietrafendole” (croccante alle mandorle). Ma i più diffusi, come vuole la tradizione, sono i “Mostaccioli”, biscotti molto duri ricoperti da una velata di zucchero soffiato, che disegna immagini sacre. Alla fine del pranzo natalizio, ad Aosta servono le “castagne flambées”, cotte nel latte, immerse nel miele e irrorate abbondantemente di grappa. A Trieste, la “Pupizza” è cotta al forno, è una torta bassa, molto semplice, a base di farina, latte, uova, burro e zucchero. La Sardegna con il “Pane di Famiglia”, una pizza dolce con ammoniaca al posto del lievito. Per l'Epifania però, arriva “Sa focosa deis Tres Urreis” (focaccia dei Re Magi), un pane dolce decorato con una fava, un cecio e un fagiolo. In Trentino, un impasto di farina, uova, pinoli, uva passa, mandorle, fichi, noci e zucchero, poi nel forno, questo è il “Felten”. Tra i più tipici del Piemonte la “Tira”, una focaccia dolce dell'Astigiano. E poi loro due, i principi dei dolci natalizi italiani, il pandoro e il panettone. Il “Pandoro” è un tipico dolce veronese. Deriva dal nome in lingua veneta “pan de oro”. La pasta è soffice e di colore dorato. La forma è a tronco, con rilievi a forma di stella, di solito a otto punte. Gli ingredienti sono, farina, zucchero, uova e lievito. La tecnica di preparazione è complessa e prevede molte fasi di lavorazione. Arrivati davanti al negozio MILLE & UNA VOGLIA con orgoglio, il pasticciere mostra il suo dolce, il “Panetùn” in dialetto milanese. Ha una base cilindrica che termina in una forma a cupola. È ottenuto da un impasto lievitato a base di acqua, farina, burro, uova, alle quali si aggiungono frutta candita, scorzette di arancio e cedro in parti e uvetta. Si serve a fette tagliate verticalmente, accompagnato con del vino dolce, o con delle bevande calde come caffè e cioccolato.
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Soddisfatti e appagati, si sedettero all'interno della pasticceria e ordinarono tre caffè. Davidson si rivolse al pasticciere, “Una manifestazione ben organizzata e riuscita alla grande, le do un consiglio la potrebbe proporre tutti gli anni.”. “Grazie, ma mi è costata energie e fatica, ma l’ho fatto volentieri nella speranza di aiutare i bisognosi. Vedremo in futuro se rifarla. Vi fermate a Milano per Natale?”. Intervenne Mark che in un tavolino affianco, aiutava la bambina del pasticciere a colorare un album di disegni, “No, l’intenzione è di partire stasera, anche se devo dire che qui mi sono trovato veramente bene. E ti faccio i complimenti perché non era facile soddisfare i capricci golosi di un eccentrico, scorbutico come il Signor Davidson. Bravo!”. Nel momento dei saluti Oliver Davidson prese da parte il suo assistente, “Mark, la scommessa l’hai vinta a mani basse, ti ho già caricato sul tuo conto una bella sommetta. Ho visto come guardavi la bambina, hai voglia di vedere tua figlia e lo capisco. Facciamo cosi, torna a casa, proseguo il viaggio da solo e ci rivediamo tra quindici giorni a New York.”. “ Signore è sicuro?”. “ Certo, ho già chiamato l’ambasciatore americano qua in Italia, è un vecchio amico texano, mi doveva un po’ di favori. Il suo volo per Washington parte tra sei ore, vai!”. Mark ringraziandolo usci' di corsa, portandosi via un panettone. “Martino, grazie ancora. Come pattuito le ho fatto il secondo bonifico. E quest’altro assegno è per raccolta fondi. Le auguro buone feste.” .Oliver Davidson chiamò un taxi e se ne andò. La sorpresa fu tanta, quando il pasticciere apri la busta e vide l’assegno a sei zeri che il magnate dei diamanti aveva donato in beneficenza, alla domanda della madre chi era quell'uomo con la barba e capelli bianchi, Martino rispose, Babbo Natale.
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Con questo racconto partecipo al contest Theneverendingcontest n.13 S3-P3-/1
Il tema e l'ambientazione sono quelli proposti da @piumadoro
Tema: Capricci
Ambientazione: un negozio di dolci
Saluti @kork75
Una bella storia!
Grazie! Saluti @Kork75.
Belissimo! Anche i cuori più duri e cinici si sciolgono a Natale..veramente una bella storia! :)
😂🎄🎅Grazie.Saluti Kork75 🤗
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Veramente bella storia, fuori dalle solite scenate dei bambini! Direi che potrebbe essere il prossimo film natalizio, no?
Grazie😅🎄Si, però come film bisognerebbe che sia comico,con tanta....,insomma un bel "cinepanettone" ingnorante😅Saluti Kork75🙆