Impatti

in #ita7 years ago

Non pensavo che universitario di merda si nascesse, ma il mio primo impatto all'università dice la cosa opposta. Cosa che ha fatto mutare il mio pensiero sull'università e soprattutto su di ME all'università.



Era il giorno del test di ingresso.

Dopo un lungo viaggio in aliscafo e pullman, varie attese, immensi corridoi e diversi sbandamenti era arrivata l'ora di consegnare il test che mi ha reso consapevole della parte più ignorante di me. Dire di averlo fatto senza alcun aiuto è una beffa anche perchè senza quello sarebbe stato consegnato in bianco, aprendo una parentesi, sono test troppo complicati per un qualsiasi cervello-tipo. Ma non é questo il punto.

Era arrivato il momento di consegnare e la procedura era un po più complicata del previsto... insomma vi ho appena detto che sono una persona molto ma molto influenzabile quindi da persona suggestionabile quale sono, ho seguito la ragazza che stava prima di me.

La fila scorre veloce e ogni ragazzo che usce ha con se un foglio tra le mani.

Finalmente arriva il mio turno. Stacco l'etichetta. Attacco l'etichetta. Facile. Prendo il foglio dei miei dati anagrafici e saluto tutti con un timido arrivederci.

Uscendo fuori prendo la banana che avevo in borsa e che avrei dovuto mangiare a colazione e la sbuccio nel modo più nascosto possibile. Sempre facendo rimanere il tutto celato la mangio velocemente e butto da incivile la buccia in una zona apparentemente sporca. Tanto sporco su sporco. Scendo le scale e sono finalmente fuori dall'edificio. Aspetto un po per poi chiamare la mia amica che incontro li fuori. Mia zia ci raggiunge, così come le altre ragazze che erano partite con noi. Saliamo sul pullman e felici per il test appena fatto aspettiamo la cumana. Neanche il tempo di salire sul mezzo che ricevo la chiamata di un numero alla mia rubrica non noto. Non dandoci peso visto che abitualmente ricevo chiamate di compagnie telefoniche (se state leggendo finitela di chiamarmi) rispondo con un tono di voce annoiato e snervante.

《-Prontooo

•Ehm..Si..la signorina nome e cognome

Mi ricompongo

-Si sono io

•Lei ha appena provato il concorso universitario giusto?

-ehm..si, voi siete?

•Sono un professore dell'università..

        A quel punto ho pensato merda, si sono accorti che ho copiato, oppure il mio compito è stato il primo che hanno corretto e vogliono congratularsi con me..no cosa impossibile.. merda merda merda..cosa ho combinato adesso?.

•.. okkay la questione è questa, non troviamo più il foglio con i suoi dati anagrafici. Non è che  per sbaglio l'ha presa e l'ha portata con se?

      E nella testa il delirio  Quanto posso essere impedita? mado che figura. Voglio scomparire. Fatemi fuori.

-Ah!.

-Perchè non rimane a noi?

•...

-..

-p-pronto?

• ...Gesù, certo che no! voci che imprecano di sottofondo

• Devi subito portarlo indietro! Ti aspettiamo, fai presto.

-Vabene, scusatemi. A tra poco》

Sono un disastro, provo vergogna e sono diventata tutta rossa dall'imbarazzo.

Lo dico a zia.

Zia non ci vuole credere, dai suoi occhi riesco a vedere la tempesta, sta per dirmene quattro ma la risata della mia amica la blocca.

Siamo costrette a tornare indietro e quindi riprendere il pullman.

Ma come ogni pullman che si rispetti è in ritardo,così come il mio..mentale però.

Dopo altre due chiamate dall'uni, le imprecazioni dei prof e di zia, il caldo svampante e il pullman ritardatario arriviamo dopo ben 40 minuti all'università. Di nuovo.

Non ci abbiamo messo nulla a trovare l'aula A1 e mentre apriamo la porta sentiamo delle voci provenire dal corridoio:

 "Ma chella wajon é arrvat? sà sta facenn a piedi?" "ma cumm s fa ya".

Parlano di me. Non pensavo che già dalla mia prima volta in ambito universitario mi sarei fatta riconoscere da subito. Invece si ed era meglio che le cose rimanevano ignote. Nessuno conosce nessuno e ci vediamo a settembre. Ma così era troppo bello, no?

Tornando a noi..Entriamo nella stanza e ad aspettarmi non è un solo professore, nemmeno due professori ma ne sono ben 7.. un bel gruppo insomma, tutti impazienti di vedere la faccia della ragazza che non ha fatto andar via il collega di salerno. La sbadata ragazza che pensava che i dati anagrafici non servissero all'identificazione. Quella che ci ha messo 40 minuti per arrivare. E chi più ne ha più ne metta.



Ci guardiamo in faccia.

•...

-...

vabbene se non parlate voi non inizierò di certo io

L'esordio è infatti di un prof dalla faccia tonda che mi dà tanto l'impressione di avere berlusconi dinnanzi a me, sarà forse per 'la zella'.

•ohhhh finalmenteeee

Continua un altro

▪Signorina tu ci devi spiegare come hai fatto?     -ripete- Come hai fatto?

Sono nel pallone totale e non sono mai sentjta così ignorante in vita mia ...così inzio a ridere.

  • Eh.. ma io avevo visto la ragazza avanti..-provo a giustificarmi- .. e allora pensavo...

    •Vabbee amm capit, comunque mi raccomando, la prossima volta, ma anche nella vita , le cose.. capiscile.



    Mi lascia con questo consiglio, così ce ne andiamo.





    Dopo questa esperienza, non volevo più frequentare quella facoltà, anche perchè pensavo che non mi avrebbero mai presa.

    Invece è successo il contrario. Sono entrata in graduatoria e adesso sto frequentando i corsi.

    Fino ad adesso quei prof non li ho più incrociati, però poi chissà.

    FB_IMG_1511080676787.jpg
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