Essenza umana e Metafonia [Expiring date contest]
Con questo post è mia intenzione partecipare al contest "Expiring Date" di @serialfiller
Mi fa un po' paura l'altezza, che, a volte, se la superficie su cui sto camminando è troppo stretta, mi dà anche le vertigini.
Se poi la superficie è stretta e senza alcun parapetto, allora quel po' di paura e le vertigini diventano puro terrore.
Avevo paura delle malattie, ma ci ho lavorato su e adesso l'ipocondria è quasi del tutto passata.
Avevo tanta paura di soffrire, di stare male, perché la sofferenza generava incontrollabili stati ansiosi che "facevano più male" del dolore stesso, ma anche questa stupida ed inopportuna fobia è quasi del tutto passata.
Ho un po' paura dei serpenti, perché mi inquietano, ma non ho paura di morire, perché morire è naturale come bere un bicchiere d'acqua e fa parte della vita.
Io credo che se su invito di @serialfiller siamo adesso a scrivere un post su questo tema, è perché siamo traviati da un pessimo retaggio culturale.
Nella nostra cultura occidentale, la morte spaventa perché è vista in assoluto come qualcosa di ignoto ma soprattutto di negativo.
Nessuno me ne voglia, ma se le cose stanno così, è solo e soltanto colpa della chiesa cattolica. Forse anche di qualche altra istituzione cristiana, ma mi faccio bastare i danni di quella romana apostolica.
Se provassimo soltanto per un attimo, a cambiare la visione delle cose, su questo pianeta non ci sarebbe più un solo uomo, né una sola donna, a provare ansia e paura per l'ignota fatidica data di scadenza.
Senza chiamare in causa nessun altro tipo di religione oltre a quella già menzionata, in questa nostra vita dobbiamo necessariamente provare a prendere coscienza della nostra natura e della realtà che ci circonda, a trecentosessanta gradi, perché non conosciamo che una minima parte dell'universo da cui proveniamo e di cui portiamo l'essenza ancestrale nel DNA, quel sorprendente registro di dati che i nostri scienziati scellerati si ostinano a classificare per il 72,5% come "spazzatura".
Saranno gli uomini di scienza forse così gentili, un domani, da spiegarci come potrebbe mai essere possibile che l'universo, madre natura, Dio o come altro si voglia chiamare la forza creatrice, abbia potuto essere così superficiale e sconsiderata da dotarci di un'impronta genetica per tre quarti inutile?
La verità è che siamo esseri meravigliosi, ma, se come la scienza e la medicina allopata ci hanno abituati, seguiamo a considerarci soltanto pezzi di carne, ossa, nervi ed organi con un'imprecisata data di scadenza, è ovvio che non riusciremo mai a liberarci fino in fondo dallo spauracchio della morte, perché così facendo continueremo a ritenerci esseri mortali che prima o poi cesseranno d'improvviso di esistere.
E smettere di esistere di punto in bianco, letteralmente parlando, è ciò che credo spaventi più di tutto le persone, per una questione di attaccamento; molti si disperano al pensiero di doversene andare e lasciare "per sempre" famigliari, amici, conoscenti e, in alcuni casi un po' tristi, tutti gli averi materiali accumulati in vita. In casi ancora più disperati, è addirittura l'assurdo ed egoico timore di non essere ricordati per le proprie gesta, eroiche o meno, a terrorizzare gli esseri umani.
Se invece prendessimo atto che il nostro passaggio qui sul pianeta è solo uno stato temporaneo provvisorio, se vogliamo una gita o un'escursione domenicale, saremmo più sereni nell'accettare che il termine dell'avventura altro non rappresenterebbe che il ritorno a casa alla fine della giornata, ai piani più sottili dell'universo da cui proveniamo.
Detta così, so che assomiglia molto a qualcosa di religioso, ma per ritorno a casa intendo alla nostra vera essenza, allo spirito, perché spirito è quello che siamo realmente; oppure, se preferite, coscienza. L'essere umano tende ad identificarsi con il proprio corpo ed i propri pensieri, quelli costruttivi ma anche purtroppo con quelli distruttivi; spesso, anzi sempre, ci identifichiamo perfino con il mestiere che svolgiamo o con la posizione che occupiamo nella società materialista di cui facciamo parte.
Quando ci sediamo alla guida della nostra automobile, diventiamo l'automobile stessa? Certo che no.
Il nostro corpo non è altro che il veicolo di cui abbiamo bisogno per compiere il nostro viaggio sulle strade dell'esistenza terrena, al termine del quale dovremo liberarci della vecchia carcassa piena di chilometri percorsi, di ammaccature sulla carrozzeria e di danni irreversibili al motore.
So che chi mi sta leggendo si starà chiedendo quali siano le fonti da cui traggo ciò che sto affermando...
Cerchiamo quindi di verificare il tutto, almeno in parte, con ordine.
Se partiamo dal concetto della Legge della conservazione della massa della meccanica classica, dal quale il postulato di Antoine Laurent de Lavoisier:
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma
siamo secondo me già sulla buona strada della dimostrazione di quanto affermo.
Se questo concetto poi lo leghiamo al pensiero di Albert Einstein, secondo il quale
tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c'è altra via. Questa non è filosofia, questa è fisica
allora viene spontaneo credere che l'energia di cui è composto un essere umano, non è che l'energia di cui è composto tutto il resto, dicasi l'intero universo.
E quell'energia è perpetua, infinita, immortale. Non la creano i nostri genitori nel darci alla luce, né la distrugge la morte, che fondamentalmente è soltanto una parola coniata per esprimere un concetto mai pienamente compreso.
Siamo già quell'energia ancor prima di nascere e lo siamo da sempre.
L'energia, come visto può essere solo trasformata, o meglio, può essere soltanto modulata su diverse frequenze, pertanto, due "forze" uguali o simili tenderanno ad incontrarsi entrando in risonanza. E lo spettro delle frequenze vibratorie possibili, è davvero ampio.
Ciò dovrebbe spiegarci molte cose sugli "strani" eventi della vita di tutti noi, piuttosto che della morte, ma se teniamo presente che la coscienza di cui intuiamo in noi la presenza (che in realtà è la nostra vera e pura essenza), come tutto il resto nell'universo è "solo" pura energia, allora non ci resta che accettare la tesi per la quale dopo l'abbandono del corpo fisico, l'energia che siamo (anima), si trasferisca su qualche altro piano esistenziale attirata da una nuova frequenza con la quale, INEVITABILMENTE, entrerà in risonanza.
Ecco dunque spiegata la celebre frase di Gesù Cristo il nazareno, che, vorrei ricordare, poco o proprio niente c'entra con gli insegnamenti, i dogmi e le puerili allegorie di una chiesa che, dopo duemila e passa anni, per propria convenienza non ha ancora tirato giù dalla croce il suo profeta.
Nella casa del padre mio, vi sono molte dimore.
Gesù voleva soltanto dirci che nella casa spirituale dell'universo (Dio, il padre suo), vi sono svariati piani esistenziali dove l'energia vibra a diverse frequenze.
Ed è in uno di quelli che finiremo.
Ne sono pienamente convinto.
Ad ulteriore conferma, per rimanere in ambito scientifico, o pseudo tale, ci vengono incontro altre discipline che ci stanno fornendo un'enorme quantità di dati e di splendidi risultati.
Purtroppo, tali tecniche, sono spesso completamente sconosciute o bistrattate dai più.
C'è chi non crede perché non lo dice lo scienziato di turno, c'è chi etichetta tutto come "bufala" perché ha interesse nel nascondere nuovi possibili scenari e chi semplicemente, come San Tommaso, non crede se non vede; peccato che a volte, ciò che non vediamo corrisponda a ciò che non vogliamo vedere.
Mi riferisco in particolare a due tecniche illuminanti: la metavisione e la metafonia.
Quest'ultima è la versione elettronica 2.0 dello spiritismo studiato e documentato con modalità accademiche da Allan Kardec nell'800.
Attraverso strumenti tecnologici ma non troppo, seri ricercatori si dedicano all'ascolto ed alla comprensione di voci elettroniche ricevute per mezzo di vecchie radio (non ricetrasmittenti), capaci di sintonizzarsi su onde corte AM, ma anche di vecchi registratori di audiocassette e moderni PC, tablet e smartphone.
Voci di sorgente sconosciuta che interagiscono e rispondono alle domande del metafonista, misteriose modulazioni che spesso assumono forma e senso compiuto nella lingua dell'operatore, partendo dal suono di altre frasi pronunciate in altre lingue.
Voci appartenenti ad entità disincarnate di ordine e grado spirituale differente.
In Italia abbiamo avuto e abbiamo tutt'ora diversi interpreti in questo senso, ma due soltanto sono quelli che secondo me hanno ottenuto i risultati più interessanti; uno ormai molto anziano e in ritiro, l'altro giovane e attivo più che mai.
Il primo è il maremmano Marcello Bacci, un signore che fondò a Grosseto un centro studi sul fenomeno metafonico. Egli ha registrato su vecchi nastri una quantità impressionante di messaggi ricevuti dall'oltre, ottenuti per mezzo di una vecchia radio a valvole. Ore ed ore di sedute sperimentali alle quali hanno partecipato persone provenienti da mezza Italia, per assistere al fenomeno e per avere anche l'opportunità di ascoltare, oltre le voci dei loro cari trapassati, anche quelle di guide e maestri dei piani spirituali, entità di grado molto evoluto.
La televisione svizzera fece sul caso Bacci un gran bel reportage attualmente reperibile su Youtube.
Il secondo, trevigiano, è un mio coetaneo di professione gelataio, Giacomo Sinagra, che personalmente considero l'erede più tecnologico di Bacci.
Egli sta ottenendo risultati entusiasmanti nel campo della metafonia e della metavisione, che come dice il nome stesso, è la versione visiva della comunicazione fra il nostro piano esistenziale e quelli dell'oltre.
Anche per quel che riguarda gli esperimenti di Giacomo, vi sono a disposizione il suo canale Youtube e la pagina Facebook.
Ne consiglio caldamente a tutti la visione, se non altro per farvi un'idea vostra sull'argomento.
Per finire, un caro saluto alla "musa ispiratrice", anzi al "muso ispiratore" di questo post, l'attivissimo amico @serialfiller .
Mi ha fatto davvero piacere scrivere di questo tema a me molto caro, secondo la mia personale visione d'insieme.
Come promesso, ecco il mio umile e breve contributo al tuo contest, anche se a onor del vero, sul tema si potrebbe e si dovrebbe scrivere almeno fino a domani mattina.
Rimango disponibile ad eventuali approfondimenti.
Ciao!
FONTI
L'immagine di Albert Einstein è di pubblico dominio Fonte WikiCommons
L'immagine di Gesù Cristo è di pubblico dominio Fonte Wikimedia
Legge della conservazione della massa
Mediumship: review of quantitatives studies published in the 21st century
Questo è veramente interessante! Sono la classica persona che ha una paura terribile della morte, solo a pensarci mi prende proprio l'angoscia, ma tu hai fatto Delle considerazioni molto interessanti.
Conoscevo già la cosiddetta metafonia, me ne aveva parlato mio babbo ma non mi sono mai documentata!
Vedrò di rimediare. Veramente un post e una visione interessante Delle cose! Bravo!
Grazie! Se vuoi farti anche due risate ti consiglio di leggere delirium tremens a cordoba e penne, subbuteo e posie!
E non avere paura, mai! ;) Specie della morte...
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Telepatia! Non so perché ma mi ispirava e l'ho letto ahahahahah stupendo, sul serio!!!
Fantastico caro genio mio.. Concordo totalmente sul discorso della paura della morte che io ho sempre ritenuto la paura più stupida e idiota che un essere umano possa coltivare e temere. Piuttosto la cosa che può essere triste è il fatto che non potremo vivere il nostro lutto, ma saranno gli altri (parenti, amici, persone a noi vicine) a doverlo fare. Post favoloso.
Posted using Partiko Android
Sì in effetti chi rimane tende a soffrire. Ma tutti dobbiamo capire che la sofferenza genera vibrazioni basse... E non va bene. La sofferenza non aiuta il defunto ad elevarsi verso frequenze alte
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